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Ecco come Cina e Usa vogliono sconfiggere il nucleare di Pyongyang

A parole, le due potenze, dicono di voler collaborare ma, nei fatti, portano avanti le rispettive strategie autonome

Era una telefonata prevedibile e attesa quella che c’è stata ieri il presidente cinese Xi Jinping e Donald Trump, e che ha avuto come oggetto la questione nucleare della penisola coreana.

L'oggetto è stato la stabilità della regione minacciata dai programmi - e dai test - nucleari della Corea della Nord, in una situazione delicata ma che, negli ultimi tempi, ha mostrato alcuni progressi. “Tutte le parti coinvolte - ha dichiarato Jinping - dovrebbero fare sforzi congiunti per mantenere lo slancio difficilmente raggiunto per il miglioramento della situazione e per creare le condizioni per riprendere i colloqui”.

Double freeze

Quello che auspica la Cina, dunque, è che si arrivi presto a un accordo appropriato, rilanciando de facto la possibilità di dialogo basata su quello che essa stessa definisce "doppia sospensione”, quel double freeze che sta a indicare il contemporaneo e reciproco stop di qualsiasi attività nucleare della Corea del Nord e delle esercitazioni militari americane in Corea del Sud.

Trump si è detto disponibile a collaborare con la Cina, esortandola, al contempo, ad aumentare la sua pressione economica e politica sul regime di Pyongyand al fine di convincerlo a bloccare il suo programma nucleare.

Ok le parole, ma i fatti?

Questo per quanto riguarda le parole e gli intenti. Esaminando i fatti, c’è invece più di una ragione per pensare che gli Stati Uniti puntino, innanzitutto, allo sviluppo di una strategia autonoma, anche per via della consapevolezza di come la Cina intende ritagliarsi un ruolo egemone nella Regione.

Intanto, nel prossimo summit internazionale di Vancouver in cui si parlerà anche di come impedire l’accesso ai porti nordcoreani delle navi che, nonostante le sanzioni, consegnano petrolio alla nordcorea,la Cina - così come la Russia - non è stata invitata.

Le velleità nucleari degli Usa

Ma, soprattutto, secondo il Wall Street Journal, il Pentagono starebbe mettendo a punto un piano per la costruzione di due nuovi missili nucleari a basso potenziale.

Se così fosse, l’iniziativa diminuirebbe di gran lunga il peso dei dialoghi avviati con Pechino ma soprattutto, porterebbe la Corea del Nord a proseguire sui suoi piani e anzi a espandere il proprio arsenale, oltre che spingere altri Paesi - Iran su tutti - a riprendere in mano i rispettivi programmi.

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Luciano Lombardi