Risparmi: come investire dribblando il Fisco
Sergio Oliverio / Imagoeconomica
Economia

Risparmi: come investire dribblando il Fisco

Il bollo al 2 per mille dal 2014, l'aliquota al 20% sui guadagni realizzati con strumenti finanziari. Ecco come evitarli

Il 2014 si prospetta un altro anno di nuove tasse per i risparmiatori, dopo quelle introdotte dai governi Berlusconi e Monti.

La legge di Stabilità in discussione alle Camere prevede, infatti, un aumento dell'imposta di bollo sulle comunicazioni dei prodotti finanziari dall'attuale 1,5 per mille al 2 per mille, mentre è ancora in ballo l'ipotesi di alzare ulteriormente l'aliquota sulle rendite finanziarie dal 20 al 22%.

Senza contare la Tobin Tax (si paga lo 0,12%), introdotta a marzo in Italia sulle transazioni di azioni e da settembre anche sui derivati, che rischia di generare una fuga di capitali.

Rendite finanziarie: chi non paga l'aliquota del 20%
Per chi investe cifre contenute conta anche un'imposta più bassa sul capital gain, ossia la differenza tra il prezzo di vendita e di acquisto di un titolo.

Su quali prodotti, dunque, non pesa l'aumento del 20% scattato nel 2012 e che potrebbe salire a gennaio 2014 addirittura oltre?

Rimangono al 12,5% i titoli di Stato italiani (Bot, Btp e Cct) ed europei (come i Bund tedeschi), i buoni postali e, ancora più convenienti, risultano i fondi pensione - che però bloccano i risparmi per tutta la vita lavorativa - con un'imposta più agevolata dell'11%. 

Chi non paga il bollo
L'imposta di bollo sui prodotti finanziari, introdotta all'1 per mille dal governo Monti, e salita quest'anno all'1,5 per mille, dovrebbe passare nel 2014 addirittura al 2 per mille.

Il balzello, una sorta di patrimoniale che va a intaccare ancora una volta lo stock di ricchezza investita dagli italiani, non colpisce però i conti correnti (che pagano solo 34,2 euro sopra 5.000 euro in giacenza), i libretti postali, i fondi pensione e le polizze Vita tradizionali legate alle gestioni separate (ramo I).

Fondi: le compensazioni fiscali per i Btp
Nel mucchio degli strumenti finanziari, sui cui grava sia l'imposta di bollo allo 0,20% sia l'imposta sulle rendite al 20%, bisogna distinguere però quelli che investono in titoli di Stato europei ed italiani.

E' il caso dei fondi obbligazionari, degli Etf (prodotti che replicano l'andamento di un indice) obbligazionari, dei fondi di liquidità e degli Etf di liquidità, che offrono una compensazione dell'imposta sul capital gain per la parte investita in titoli governativi.

Una condizione che li avvantaggia, nonostante gli attuali magri rendimenti in conseguenza dei tassi tenuti ai minimi dalle banche centrali, rispetto ad altri prodotti finanziari.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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