Quote rosa: l’"occupy cda" delle manager avanza a grandi passi
Economia

Quote rosa: l’"occupy cda" delle manager avanza a grandi passi

A un anno dalla legge sulle quote rosa nei board quotati in borsa, ecco gli ultimi dati Consob: più donne, ma spesso le solite note

L’ultimo scossone rosa l’ha dato Antonella Mansi, che dalla Confindustria si è appena insediata alla presidenza della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Con la strada già spianata da donne come Giulia Bongiorno ed Elena Zambon, entrate rispettivamente nei board di Juventus e Italcementi grazie a Lella Golfo e Alessia Mosca, promotrici della legge che, obbligando a riservare alle donne almeno un quinto dei posti nei cda, ha rivoluzionato società quotate e controllate dalle pubbliche amministrazioni. A un anno dalla sua entrata in vigore, secondo gli ultimi dati della Consob, il 17,2 per cento delle poltrone dei cda è femminile. Una cifra record, visto che a fine 2011 le donne erano solo il 7,4 e nel 2012 l’11,6 per cento.

La Consob certifica che «circa la metà del mercato ha già un organo amministrativo in linea con la quota di genere». Soltanto il 18 per cento dei cda è composto esclusivamente da uomini e dal 12 agosto 2012 la Consob, chiamata a vigilare sull’applicazione della legge, ha adottato solo due diffide: contro Ternienergia e Banca intermobiliare. Golfo parla di «rivoluzione culturale», ma non abbassa la guardia. Ha appena consegnato a Palazzo Chigi 3 mila curriculum femminili idonei ai cda delle controllate dalle pubbliche amministrazioni, indietro rispetto alla legge (il 90,3 per cento sono ancora maschili).

C’è poi la questione dell’accentramento di poltrone, un vizio mutuato dal mondo maschile, con le solite note piazzate in tanti cda. «Il ricambio dei board» sostiene Simona Cuomo, coordinatrice dell’Osservatorio sul diversity management della Sda Bocconi, «può rendere più competitive le aziende. Ma nella selezione finora sono stati introdotti nei board nomi d’altissimo profilo, già inseriti in un processo di network. C’è stata minore attenzione nel valutare nuove figure, che possono invece diventare decisive per determinare il vero balzo in avanti». 

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Maria Pirro