Pet economy, ovvero come far soldi coi cani (e i loro padroni)
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Pet economy, ovvero come far soldi coi cani (e i loro padroni)

Negli Stati Uniti il settore non conosce crisi. Tanto da generare un business superiore al Pil della Tunisia

La crisi morde e non risparmia nessuno, o quasi. C'è un settore che sembra non conoscere la stagnazione che sta invece interessando quasi tutta l'economia: è quello che ruota intorno ai cani. È stata ribattezzata, non a caso, "Pet Economy", perché in realtà riguarda anche i gatti. Anche per loro, pur non godendo del titolo di migliori amici dell'uomo, si è disposti a spendere cifre da capogiro tra alimenti super raffinati, accessori e ogni tipo di oggetto o attività che possa migliorare la loro qualità di vita.

Negli Usa, secondo dati recenti pubblicati da USAToday , le spese per cani e gatti non solo non hanno conosciuto alcuna flessione, ma sono persino aumentate del 30% negli ultimi 6 anni, raggiungendo la cifra record di 53 miliardi di dollari, ovvero più dei 46 miliardi segnati dal Prodotto Interno Lordo della Tunisia nel 2011. Gli animali domestici, insomma, piacciono e per loro si è disposti persino a fare qualche sacrificio, per far quadrare le spese a fine mese. Perché oltre al cibo, sempre più elaborato e di alta qualità, si deve provvedere anche a curare cani e gatti se necessario, a vaccinarli e a sottoporli a controlli regolari dai veterinari, che hanno onorari di tutto rispetto. Fin qui la "gestione ordinaria".

Esiste poi una fetta di mercato della Pet Economy che riguarda una fascia più elevata, ovvero quella dei proprietari di cuccioli e meno cuccioli che hanno un tenore di vita molto elevato e vogliono, a loro volta, garantirlo ai propri animali. Ecco allora un fiorire di centri che offrono, accanto alle normali toelettature, anche massaggi per gli amici a quattro zampe e persino piccole palestre, per mantenerli in forma. Un esempio è il tapis roulant da 400 dollari per permettere a cani e gatti di passeggiare, anche in un ambiente chiuso, in giornate di pioggia.

Che dire poi di ciotole e cucce griffate, cibi preparati da veri chef, giocattoli di ogni tipo, che a fine anno pesano sulla spesa domestica per gli animali americani per 1.477 dollari per i cani e 1.217 per i gatti?

Anche dalle parti di Wall Street hanno pensato di approfittare della tendenza , buttandosi nel mercato degli amici a quattro zampe. Ad esempio, le azioni di Petsmart, una delle aziende leader di settore, quotata in borsa, hanno aumentato il proprio valore dai 13 dollari del 2009 ai 68 attuali. Alliance Growth, invece, un hedge fund di New York, ha pensato di investire milioni di dollari su una delle marche più note di cibo per animali in America, la Kriser's.

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Eleonora Lorusso