Pagamenti con il bancomat: cosa si può fare e cosa no
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Economia

Pagamenti con il bancomat: cosa si può fare e cosa no

Slitta al giugno 2015, l'obbligo per commercianti e professionisti di accettare anche pagamenti con il bancomat

Sono stati finalmente chiariti i contorni del provvedimento che impone a professionisti e imprese di accettare pagamenti con carta bancomat da parte di clienti privati. Con un decreto legge apparso ieri in Gazzetta Ufficiale infatti, è stato emanato il regolamento attuativo che stabilisce una serie di limiti precisi a questo nuovo obbligo imposto a milioni di aziende e liberi professionisti (con un fatturato superiore ai 200 mila euro) e con l'approvazione in serata di un emendamento sono state definite meglio le date di partenza delle nuove procedure.

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Innanzitutto, come accennato, il cliente d’ora in poi avrà la possibilità di saldare il proprio conto non solo con carta di credito, ma anche con quella che tecnicamente si definisce carta di debito, ossia il bancomat. Affinché ciò possa avvenire sarà necessario che tutti i soggetti fornitori di servizi investiti dalla nuova norma si dotino di un Pos che permetta di effettuare i pagamenti. Ma quali saranno i professionisti e le imprese obbligate a questo nuovo adempimento? Il decreto, che renderà effettive le norme in questione a partire dal2015, prevede che inizialmente l’obbligo solo per imprese e professionisti che nel 2013 hanno raggiunto un fatturato superiore ai 200mila euro.

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Lo stesso decreto prevede però anche che entro il 27 giugno, sempre del 2014, venga emesso un nuovo decreto che abbassi ulteriormente questa soglia, inglobando un numero maggiore di soggetti nella nuova disciplina. Potrebbe inoltre essere rivisto al ribasso anche la cifra minima a partire dalla quale sarà possibile pagare tramite bancomat, che per il momento è stata fissata a 30 euro. Sempre all’interno del nuovo decreto che dovrà essere emanato, potrebbero, tra l’altro, essere inseriti nuovi strumenti elettronici di pagamento, che prevedano l’utilizzo di strumenti mobili, come ad esempio gli smartphone.

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Diventa dunque effettiva una normativa che secondo i suoi fautori, tra i quali spicca il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, dovrebbe sortire tre tipi di benefici. Innanzitutto una lotta più serrata all’evasione fiscale, che con pagamenti più tracciabili dovrebbe avere vita sempre più difficile. In secondo luogo si darebbe un impulso al commercio online, un fronte sul quale il nostro Paese, anche a causa proprio di norme obsolete, sconta un grosso ritardo rispetto ad altre realtà. Infine, cosa non da poco, ci potrebbero essere effetti positivi in termini di ordine pubblico,visto che tanti soggetti vittime di rapina a causa del possesso in cassa di contante, ora potrebbero uscire dal mirino della piccola criminalità, visto che la maggior parte delle transazioni avverrebbe con denaro elettronico.

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Meno entusiasti delle novità invece sono soprattutto tanti professionisti. A preoccupare sono soprattutto i costi che si dovranno affrontare per dotarsi di Pos, una circostanza che tra l’altro molti identificano come una sorta di ennesimo favore alle banche. Inoltre, a protestare sono soprattutto quei liberi professionisti con i quali i rapporti dei clienti sono molti estemporanei. Basti pensare ad esempio ad un architetto che conclude un solo affare con un singolo soggetto privato nel corsodi un anno. Dovrebbe dotarsi dunque di Pos per un  numero molto esiguo di operazioni rispetto ad esempio ad un medico o a un dentista, che invece ricevono pazienti tutti i giorni. Senza contare che, come fanno notare molti ordini professionali, le esigenze di tracciabilità potrebbero essere ottenute anche imponendo in questi casi il pagamento tramite assegno o bonifico.

Nonostante l’arrivo del decreto di regolamentazione dunque, le polemiche non si placano e chissà che nelle prossime settimane non potrebbero esserci nuovi cambiamenti.  

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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