Conti pubblici e Iva, ecco le uniche verità
Economia

Conti pubblici e Iva, ecco le uniche verità

Crescita negativa del Pil per il 2013 e sforamento del rapporto deficit/Pil, è questo lo scenario in cui deve agire Saccomanni

Tra i temi che negli ultimi anni sono diventati sempre più motivo di scontro a livello politico ed economico c‘è sicuramente quello della trasparenza dei conti pubblici. Che in ballo ci siano quelli dello Stato o quelli di una Regione, di una Provincia o di un Comune, non c’è sindaco, presidente  o rappresentate di governo che non abbia nel tempo lamentato la scoperta di buchi o addirittura di voragini nei bilanci istituzionali. Un tema dunque quello della chiarezza nell’utilizzo delle risorse pubbliche che tiene banco, ed è tornato prepotentemente alla ribalta proprio in queste ore.

Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni si è infatti appellato proprio alla veridicità dei conti pubblici, verrebbe da dire alla verità vera del bilancio statale, per giustificare l’impossibilità di evitare l’incremento dell’Iva dal prossimo primo ottobre. Una dichiarazione rafforzata in maniera quanto mai significativa dalla minaccia di possibili dimissioni nel caso questa linea di austerità non dovesse passare. Ma quali sono allora le condizioni vere dei nostri conti pubblici? Ha ragione Fabrizio Saccomanni a stringere i cordoni della borsa, oppure i partiti della maggioranza, con in testa il Pdl, che chiedono invece di fare il possibile per trovare le risorse utili a posticipare l’aumento dell’imposta sui consumi?

COME SI PUO' EVITARE L'AUMENTO DELL'IVA

Quello che si può tentare, in maniera del tutto neutrale e analitica, è mettere in fila i numeri che al momento sono noti a tutti, perché resi pubblici da enti e istituzioni nazionali ed europee, lasciando poi a ciascuno la libertà di tirare le proprie somme, e mai come in questo caso espressione risulta più azzeccata. E allora cominciano con il dire che il Fondo monetario internazionale ha frustrato qualsiasi aspettativa positiva sul futuro della nostra economia, stimando una decrescita del Pil per il 2013 a quota -1,8%. Un dato questo che si va a sommare a quelli, resi noti dall’Istat, che ha rilevato una disoccupazione intorno al 12% con punte tra i più giovani che sfiorano il 40%. Il tutto in un contesto in cui la produzione industriale è in calo del 4% rispetto allo stesso periodo del 2013.

SE CONTINUA A TIRARE ARIA DI AUSTERITY

L’ennesimo campanello d’allarme poi l’ha suonato qualche giorno fa il commissario Olli Rehn, che ci ha confermato un possibile sforamento del rapporto deficit/Pil che a Bruxelles stimano per l’Italia a quota 3,1%. Un avvertimento che ha subito convinto il governo a rivedere al ribasso qualsiasi possibile impegno di risorse future. Anche perché sul nostro Paese grava l’ombra pesantissima di un debito pubblico mostruoso, che nel primo trimestre del 2013 si è gonfiato ulteriormente arrivando al 130% del Pil.

AUMENTO DELL'IVA PRATICAMENTE INEVITABILE?

E’ in questo scenario che il governo è stato chiamato a trovare circa 2,5 miliardi per annullare la seconda rata dell’Imu, altri 3-4 miliardi per garantire incentivi al lavoro e il rifinanziamento della cassa integrazione straordinaria, e il miliardo necessario proprio ad evitare l’aumento dell’Iva da ottobre a dicembre di quest’anno. Il tutto per un importo complessiva pari a circa 6-7 miliardi di euro. Un conto che evidentemente il ministro Saccomanni ritiene impossibile da sostenere alla luce delle richieste di contenimento della spesa che ci arrivano da più parti. Da qui la scelta di optare per il via libera all’aumento dell’imposta sui consumi.

BLOCCARE L'IVA, ECCO DA DOVE POTREBBERO ARRIVARE LE RISORSE

Se poi il ministro è a conoscenza di altri numeri e di altre verità ancora più scottanti, forse farebbe bene a farcele sapere. A beneficiarne sarebbe proprio la trasparenza dei conti pubblici, che per il momento però continuano a rimanere un grande mistero sul quale pare possibile affermare tutto e il contrario di tutto.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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