Imu alla Chiesa, l’Ue entra a gamba tesa sul governo
Economia

Imu alla Chiesa, l’Ue entra a gamba tesa sul governo

Bruxelles chiede al ministro Grilli di far pagare la tassa al Vaticano e di aggiungerci gli arretrati dal 2006

Diventa sempre più scottante per il governo il dossier che riguarda l’Imu alla Chiesa. A tornare alla carica sull’argomento questa volta sarebbe addirittura l’Unione europea. Secondo quanto riportato infatti dal quotidiano MF, la Commissione guidata da Barroso avrebbe inviato un messaggio molto chiaro al ministro dell’Economia Vittorio Grilli: bisogna far pagare la nuova imposta sugli immobili alla Chiesa e inoltre, si dovranno recuperare gli arretrati sulla vecchia Ici fino al 2006.

Una brutta tegola per il governo che, tra bocciature del Consiglio di Stato, insofferenze da parte dell’opinione pubblica e mugugni delle amministrazioni locali , stava cercando in tutti i modi di mettere la parola fine alla vicenda. “Se la notizia della presa di posizione dell’Unione fosse confermata – commenta Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e responsabile finanza locale dell’Anci – noi lo interpreteremmo come uno stimolo ulteriore a fare chiarezza, tra l’altro, non solo sul pagamento da parte di Chiesa e di associazioni no profit, ma anche su tutta una serie di altre questioni legate alla nuova imposta, che risultano ancora poco chiare”.

Insomma un assist europeo, che i sindaci vogliono sfruttare per rimettere il fiato sul collo al governo, che intorno alla vicenda dell’Imu, secondo gli amministratori locali, avrebbe commesso ben più di un’imprudenza . Non ultima quella di aver imposto alle municipalità di versare nelle casse dello Stato gli eventuali avanzi calcolati mettendo a confronto gli introiti della nuova Imu con quelli della vecchia Ici del 2010. “In questo balletto di cifre in gioco c’è circa un miliardo di euro – fa notare Castelli – che il governo non ha ancora detto come vuole recuperare”.

Una cifra, guarda caso, che sarebbe pari proprio a quella che secondo le stime più attendibili, fatte dall’Anci stessa, dovrebbe essere versata dalla Chiesa per gli arretrati sulla vecchia Ici. Si tratta di circa 200 milioni all’anno a partire dal 2006, soldi che ora l’Unione vorrebbe a tutti i costi che lo Stato italiano recuperasse, pena la comminazione di una pesante maxi-multa. “Certo, potrebbero essere fondi utili a coprire alcuni squilibri – dice ancora Castelli –, anche se sarebbe scorretto fare affidamento su queste risorse, ancora in forse, per ripianare dei buchi dovuti soprattutto alla lacunosità di una legislazione sull’Imu da imputare solo al governo”.

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Ora l’esecutivo pare essersi impegnato entro dicembre a trovare una soluzione, che a questo punto dunque non potrà non tenere conto anche del fermo richiamo giunto da Bruxelles. Una piccola consolazione, a ben vedere, anche per tutti i contribuenti, che dietro il buco creato dal mancato pagamento da parte della Chiesa, hanno sempre intravvisto con terrore la possibilità che il governo rimettesse mano alle aliquote base già decise. Una possibilità che, è sempre bene ricordarlo, il governo si è concesso per legge fino al prossimo 10 dicembre.

“Spero che il governo – attacca Castelli – si decida finalmente, sull’onda anche di questo sollecito europeo, a fare presto chiarezza intorno ad ogni aspetto dubbio dell’Imu. Tenendo tra l’altro sempre presente che il vero chiarimento ci sarà quando la nuova tassa sugli immobili sarà trasferita totalmente ai Comuni. Una prospettiva – conclude Castelli - che, come ha annunciato lo stesso Grilli in un convegno pubblico dell’Anci, dovrebbe divenire realtà a partire già dal 2013”.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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