Contratto dei bancari: le 4 novità principali
Aumenti di stipendio per 85 euro al mese distribuiti in 3 anni. Ecco cosa prevede l'accordo tra banche e sindacati del credito
Dopo mesi di trattative e uno sciopero generale, finalmente i lavoratori bancari sono riusciti ad avere un nuovo contratto. I maggiori sindacati di categoria (Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Unisin, Dircredito, Sinfub e Ugl credito) hanno infatti raggiunto un'intesa con l'Abi (associazione bancaria italiana) per rinnovare l' accordo collettivo di lavoro nazionale. I contenuti del nuovo contratto sono riassunti un documento di 8 pagine, che le parti sociali hanno divulgato stamattina al termine dei negoziati. Ecco, di seguito, una panoramica su cosa cambia.
Aumenti di stipendio
Sulle buste paga, compresa la tredicesima, ci saranno 85 euro mensili lordi in più che consentiranno di recuperare gli effetti dell'inflazione. Gli aumenti saranno però scaglionati in quattro anni: 25 euro dal 1° ottobre 2016, altri 30 euro dal 1° ottobre 2017 e un'ultima tranche di 30 euro al mese dal 1° ottobre 2018.
Stipendi d'inserimento
Ai giovani con contratto di ingresso, viene riconosciuta una retribuzione mensile lorda di 1.969,5 euro per i prossimi quattro anni, con una crescita dell'8% rispetto a prima e con una minore penalizzazione in rapporto ai livelli salariali ordinari.
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Previdenza integrativa
Viene confermato il contributo integrativo aziendale del 4% per chi aderisce alla previdenza integrativa. Per il Tfr, cioè le quote di stipendio accantonate per la liquidazione, viene invece stabilità una modalità di calcolo meno costosa per le banche.
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Ricollocamento
Viene creata una piattaforma informatica per favorire l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro nel settore creditizio in modo da dare la precedenza, in caso di nuove assunzioni da parte di una banca, ai lavoratori in esubero che sono a carico del Fondo di Solidarietà. Nel caso in cui vi sia l'esternalizzazione di alcuni servizi e la creazione di nuove società che ereditano dei rami di azienda di una banca, i lavoratori trasferiti conserveranno i vecchi diritti contrattuali e non potranno invece essere assunti con i nuovi contratti a tutele crescenti nati con il Jobs Act (che rendono più facili i licenziamenti).