Come fare carriera parlando male di se stessi
Carlo Carino / Imagoeconomica
Economia

Come fare carriera parlando male di se stessi

Perché lodare continuamente le proprie qualità è una strategia meno efficace nel mondo degli affari

Chi ha detto che lodando se stessi sia la strategia migliore per emergere sul lavoro? Anzi, spesso è vero esattamente il contrario: buttarsi giù, ma con ironia, è una strategia che ha migliori possibilità di successo.

Lo ha scritto di recente anche il Financial Times in una rubrica di costume curata dalla giornalista Lucy Kellaway e dedicata alla vita nel mondo degli affari.

Nel pezzo, come è consueto nella stampa britannica, si mischiano episodi della vita privata della giornalista con risultati più seri, tratti da studi di blasonate università a stelle e strisce.

Riassumendo: come in amore gli uomini che sanno ridere di loro stessi hanno più chance di conquistare una donna, così queste ultime, se tendono all'autodeprecazione, hanno maggiori possibilità di entrare nei piani alti rispetto ai colleghi uomini.

E questo perché, spiega la giornalista di Ft, le fa apparire meno aggressive di quello che sono in realtà, un po' come gli uomini dotati di una spiccata autoironia risultano in genere più amichevoli e accessibili.

Morale? Parlare male di se stessi è uno degli strumenti più potenti per fare una buona impressione sugli altri nel mondo del lavoro: mette a proprio agio le altre persone, facendo dimenticare loro il nostro status e il nostro potere.

Ma occhio a non esagerare: l'unico problema, infatti, sorge quando il vostro interlocutore crede sul serio alle cose che state dicendo.

Leggi l'articolo integrale: Why is very clever to pretend to be stupid

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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