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(Ansa)
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Usa 2024: Trump si prende il New Hampshire

L'ex presidente espugna il Granite State con il 55% dei voti, stracciando Nikki Haley (che però annuncia battaglia elettorale in South Carolina)

È stata una vittoria netta quella di Donald Trump alle primarie repubblicane del New Hampshire. Secondo Politico, con oltre il 91% dei seggi scrutinati, l’ex presidente è arrivato primo, ottenendo il 54,9% dei consensi. Nikki Haley si è invece piazzata al secondo posto, conquistando il 43,2%. L’ex ambasciatrice ha ammesso la sconfitta, congratulandosi con il rivale, ma ha rifiutato di ritirarsi, annunciando che darà battaglia elettorale alle primarie del South Carolina tra un mese. Una scelta, quella di non fare un passo indietro, che è stata duramente criticata da Trump nelle scorse ore.

Insomma, lo scontro elettorale sembra destinato a proseguire, anche se non è chiaro come, a questo punto, la Haley possa concretamente sperare di arrivare alla nomination. Come abbiamo visto, in New Hampshire Trump ha superato due soglie psicologiche importanti, conquistando oltre il 50% dei consensi e staccando la rivale di oltre dieci punti percentuali. Non dimentichiamo inoltre che l’ex ambasciatrice aveva scommesso moltissimo sul cosiddetto Granite State per far decollare la propria campagna elettorale. La diretta interessata aveva addirittura ottenuto l’endorsement del locale governatore repubblicano, Chris Sununu.

Sia chiaro: il suo piazzamento superiore al 40% è notevole in termini assoluti. Tuttavia, per lanciare la propria candidatura e trasmettere un’immagine di competitività, la Haley, pur potendosi permettere di arrivare al secondo posto, avrebbe avuto bisogno di piazzarsi a una distanza inferiore rispetto all’ex presidente, evitando al contempo che quest’ultimo potesse oltrepassare la fatidica soglia del 50% dei voti complessivi. Ecco perché, alla fine dei giochi, quello in New Hampshire è stato un risultato deludente per l’ex ambasciatrice: un risultato che va a sommarsi al misero terzo posto, da lei racimolato la settimana scorsa al caucus dell’Iowa.

Trump, dal canto suo, è diventato il primo candidato repubblicano a vincere – non da presidente uscente – sia il caucus dell’Iowa sia le primarie del New Hampshire. Inoltre, con il suo 54,9%, l’ex inquilino della Casa Bianca ha battuto il record che, nel Granite State, registrò nel 2000 John McCain, quando ottenne in loco il 48,5% dei consensi.

Davanti a una simile valanga, non è quindi chiaro per quale ragione la Haley punti a restare in campo. Sulla carta, le primarie del New Hampshire avrebbero dovuto rivelarsi per lei una competizione più agevole rispetto a quelle del South Carolina, previste tra un mese. È pur vero che la diretta interessata fu governatrice dello stesso South Carolina tra il 2011 e il 2017. Tuttavia il suo successore alla guida dello Stato, Henry McMaster, ha già dato il proprio endorsement a Trump. Stesso discorso vale per il senatore repubblicano del South Carolina, Tim Scott. Infine la base elettorale del Gop di questo Stato risulta tendenzialmente più vicina al trumpismo rispetto a quella del New Hampshire.

Le ipotesi sul tavolo sono quindi due. Primo scenario: la Haley resta in corsa, avviando una trattativa sotterranea con Trump per ottenere un posto di peso in una sua eventuale nuova amministrazione, a partire dalla vicepresidenza. È vero che, alcuni giorni fa, entrambi hanno escluso una simile possibilità. Ma non è al momento inverosimile che i due possano trovare un’intesa per formare un ticket presidenziale.

Secondo scenario: la Haley sta facendo un ragionamento più machiavellico, scommettendo sulla possibilità che, nei prossimi mesi, l’ex presidente venga dichiarato incandidabile. A quel punto, lei si presenterebbe come l’unico candidato in campo pronto a sostituirlo. Se questa dovesse essere la sua strategia, si rivelerebbe tuttavia assai rischiosa. Con simili numeri, Trump potrebbe essere in grado di blindare matematicamente la nomination già poco dopo il Super Tuesday del 5 marzo. Se l’ex presidente dovesse essere ipoteticamente dichiarato incandidabile dopo quella data, la parola passerebbe alla Convention nazionale, dove la maggioranza dei delegati sarebbe prevedibilmente a lui favorevole. Trump avrebbe quindi voce in capitolo nella selezione del candidato e assai difficilmente sceglierebbe di puntare sull’ostinata rivale. A quel punto, potrebbe emergere il nome di qualcuno che non è sceso in campo in occasione delle attuali primarie presidenziali del Gop. Insomma, proseguire la corsa potrebbe diventare politicamente rischioso per la Haley.

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Stefano Graziosi