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(Ansa)
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Trump trionfa al caucus dell'Iowa. Come previsto

L'ex presidente è arrivato primo staccando di 30 punti gli avversari. DeSantis è andato meglio del previsto, mentre la Haley si è rivelata deludente

È una vittoria a valanga quella di Donald Trump in Iowa. L’ex presidente si è aggiudicato il locale caucus con il 51% dei consensi, staccando significativamente i suoi principali contendenti e guadagnando almeno 20 delegati per la Convention nazionale. Al secondo posto, si è piazzato Ron DeSantis con il 21%, mentre terza è arrivata Nikki Haley con il 19%. Il businessman Vivek Ramaswamy ha ottenuto infine la quarta posizione con il 7,7%. Per quanto riguarda Trump, i sondaggi della vigilia sono quindi stati fondamentalmente confermati: la media di Real Clear Politics gli assegnava infatti in Iowa circa il 52% dei voti.

Quello dell’ex presidente è un vantaggio assolutamente significativo. Basta vedere i risultati del passato per rendersene conto. Alle primarie del 2016, Trump aveva ottenuto in Iowa il 24% dei consensi, arrivando secondo dietro Ted Cruz, che aveva conquistato il 28%. Nel 2012, Rick Santorum aveva vinto in questo Stato con il 24,5% e Mike Huckabee aveva fatto altrettanto nel 2008 con il 34%. Era invece il 2000, quando George W. Bush si aggiudicò il caucus con il 41%. Non ha invece senso prendere in considerazione il 2020: in quel caso Trump vinse con il 97%, ma era presidente uscente in cerca di riconferma e non aveva avversari degni di nota.

Tornando alla competizione elettorale di ieri sera, l’aspetto maggiormente sorprendente riguarda semmai le performance di DeSantis e della Haley. Contrariamente agli ultimi sondaggi che lo davano ormai terzo, il governatore della Florida è riuscito ad ottenere la medaglia d’argento: un risultato significativo. DeSantis ha da sempre scommesso moltissimo sull’Iowa e stavano iniziando a circolare voci di un suo ritiro, qualora fosse andato male in questo Stato. I risultati di stanotte per lui non saranno quindi eclatanti ma di fatto mantengono in vita una campagna elettorale che sembrava sulla via del tramonto.

Deludente invece la Haley, che – come abbiamo visto – si è dovuta accontentare del terzo posto. Va detto che l’ex ambasciatrice all’Onu non ha mai puntato eccessivamente sull’Iowa, preferendo concentrarsi maggiormente sulle primarie del New Hampshire e del South Carolina. Va anche detto che per lei vincere in Iowa non risulta strategicamente cruciale. Tuttavia, negli ultimi giorni, vari sondaggi la davano al secondo posto nel caucus di ieri. Va da sé che, se fosse riuscita a scalzare DeSantis, l’ex ambasciatrice avrebbe di fatto costretto il governatore a dire addio alla corsa, trasmettendo un segnale di maggiore competitività agli elettori. Questo però non è accaduto.

Infine è interessante anche il risultato di Ramaswamy. Il businessman è andato lievemente meglio di quanto preconizzato dai sondaggi. Poche ore fa, ha comunque sospeso la sua campagna elettorale, dando il proprio endorsement a Trump. Questo significa che il suo pacchetto di voti in New Hampshire (circa il 5%) virerà probabilmente sull’ex presidente, rafforzandolo ulteriormente.

Bisogna sempre ricordare che l’Iowa da solo non riesce a dare il quadro completo della situazione: non parliamo infatti soltanto di uno Stato relativamente piccolo ma non va neppure dimenticato che il caucus è un’assemblea ristretta degli attivisti di partito. Da questo punto di vista, particolarmente importanti risulteranno le primarie in New Hampshire e in South Carolina (che si terranno rispettivamente il 23 gennaio e il 24 febbraio). Senza ovviamente trascurare il Super Tuesday del 5 marzo. Eppure, nonostante questi caveat, il risultato di Trump ieri sera non può non essere definito un trionfo. Con un vantaggio del 30%, l’ex presidente ha confermato la propria leadership in seno al Partito repubblicano, oltre a un trend in crescita nei consensi: basti pensare che, a metà maggio, in Iowa era dato primo al 41% con un vantaggio di “soli” 12 punti sui rivali. La strada è ancora lunga e ricca di incognite (a partire da quelle giudiziarie). Tuttavia la prima battaglia Trump l'ha vinta. E l'ha vinta anche bene.

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Stefano Graziosi