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Ponte Morandi: la storia del viadotto crollato

Più volte ristrutturato, erano attualmente in corso lavori di manutenzione. Sempre trafficatissimo, collegava il capoluogo ligure con il Ponente

Il ponte autostradale crollato sulla A10 nella zona della Val Polcevera a Genova collegava il capoluogo ligure con i Ponente. I lavori di costruzione sono cominciati nel 1963 e il ponte è stato inaugurato il 4 settembre 1967. Intitolato al progettista, Riccardo Morandi, ingegnere nato a Roma nel 1902 e premiato in tutto il mondo per le sue opere e per i sette brevetti sulla precompressione che portano il suo nome.

Il ponte era lungo 1182 metri, costruito in calcestruzzo armato precompresso, il materiale messo a punto proprio da Morandi, sorretto da tre piloni in cemento armato alti 90 metri. La sua campata più lunga misurava 210 metri.

A renderlo famoso è la sua struttura particolare, che lo faceva somigliare vagamente al Ponte di Brooklyn. Il ponte attraversava il torrente Polcevera tra i quartieri di Cornigliano e Sampierdarena. Aveva 4 corsie (due per ogni direzione) ed essendo il ponte di accesso alla città per chi proveniva dal Ponente era spesso teatro di code.

Proprio in questo periodo erano in corso lavori di mantutenzione per la sostituzione dei vecchi tiranti. Infatti di notte l'uscita autostradale di Genova Ovest veniva chiusa per consentire lo svolgimento dei lavori. Ma il ponte aveva già subito importanti lavori di ristrutturazione per la sostituzione dei cavi di sospensione tra gli anni '80 e '90.

L'ingengner Morandi era stato anche autore del progetto di un altro ponte, il General Rafael Urdaneta, realizzato sul lago di Maracaibo in Venezuela. Inaugurato nel 1962 subì un crollo parziale solo due anni più tardi per l'urto della petroliera Exxon Maracaibo contro due dei piloni di sostegno.

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Marta Buonadonna