Morti di Ustica: Conte deve de-secretare gli atti
(Ansa)
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Morti di Ustica: Conte deve de-secretare gli atti

La presidente dell'Associazione delle vittime scrive al premier per accedere agli atti che associano la strage del 1980 e le minacce dei terroristi palestinesi

La presidente dell'Associazione per la verità su Ustica, Giuliana Cavazza De Faveri, ha scritto una lettera per chiedere formalmente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di poter avere accesso agli atti della Commissione d'inchiesta sul sequestro e sulla morte di Aldo Moro. La signora Cavazza ricorda al presidente che il 30 marzo 2015 alcuni parlamentari di quella Commissione ebbero accesso ad alcuni documenti, messi a disposizione dell'Agenzia italiana sui servizi d'informazione (l'Aisi) relativi agli anni 1979-1980.

Quei documenti, ai quali era stato tolto il segreto di Stato o era decaduto dopo 30 anni (ai sensi dell' art. 39, comma 7 ultimo periodo, della legge 124 del 2007), sono stati poi riclassificati con la dizione «Segretissimo», «Segreto», «Riservatissimo» o «Riservato» in base all'articolo 42 della stessa legge, che al comma 5° ultimo periodo fissa in un massimo di «ulteriori dieci anni» il divieto di divulgazione.

Cinque anni fa, però, i parlamentari avevano potuto prendere visione e annotare i documenti relativi al carteggio tra l'ambasciata italiana a Beirut e il nostro governo dal 7 ottobre 1979 - cioè la data in cui i carabinieri avevano sequestrato a Ortona (Chieti) alcuni missili terra-aria che un gruppo di estremisti di sinistra e di terroristi palestinesi provenienti da Bologna stava trasportando con sé - sino al mattino del 27 giugno 1980, cioè lo stesso giorno dell'esplosione del DC 9 Itavia sul cielo di Ustica.

«Di straordinario interesse», scrive la signora Cavazza nella lettera a Conte, «sembrerebbero i documenti del 13, 14, 16, 20 e 21 novembre 1979, quelli del 18 dicembre 1979, quelli del 2 febbraio 1980, del 10 marzo 1980, del 14 aprile 1980, del 12 e 21 maggio 1980, e del mattino del 27 giugno 1980».

La signora Cavazza sottolinea nella lettera che sulla base della legge non esiste più alcun vincolo di riservatezza su nessuno di quei documenti, e chiede pertanto di aver accesso a tutti gli atti «con facoltà di divulgazione», in quanto ha «un interesse qualificato e specifico alla loro conoscenza non soltanto come presidente dell'Associazione, ma anche perché ha perso la madre nel disastro aereo del 27 giugno 1980».

La lettera si chiude citando un intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (cui la lettera è stata inviata in copia) che il 9 maggio scorso riferendosi alle stragi italiane ha detto: «La verità resta un diritto oltre che un dovere per le istituzioni. Terrorismo ed eversione sono stati battuti con gli strumenti della democrazia e della Costituzione: la ricerca della verità dunque deve continuare laddove persistono lacune e punti oscuri».

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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