Emissioni di CO2 dell'aviazione, Icao e UE rivedono i limiti
(Ansa)
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Emissioni di CO2 dell'aviazione, Icao e UE rivedono i limiti

L'allarme delle compagnie aeree: oltre 84 miliardi di perdite

Un po' di realismo in Europa non guasta, soprattutto se certe direttive politiche adottate sull'onda dell'idealismo ecologista rischiano oggi di mandare a gambe all'aria colossi come Airbus.

Il 9 giugno il Consiglio europeo ha infatti adottato una decisione che adegua la posizione dell'Unione sul periodo di riferimento usato da utilizzare per misurare la crescita delle emissioni di CO2 dell'intera aviazione per tener conto del calo senza precedenti del traffico aereo dovuto alla crisi del Covid-19.

Il periodo di riferimento determinava di fatto l'obiettivo per la stabilizzazione delle emissioni che doveva essere raggiunto nell'ambito del sistema di compensazione e riduzione dell'uso di fonti fossili, il cosiddetto progetto "Corsia". Questo accordo determina anche la quantità di denaro che i vettori dovevano pagare per compensare le emissioni in eccesso ed era stato concordato dall'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale (Icao) nel 2016. Il valore di riferimento, riapprovato nel 2018, stabiliva la media delle emissioni di CO2 prodotte dall'aviazione per gli anni 2019 e 2020. Tuttavia quanto accaduto al trasporto commerciale ha fatto saltare ogni previsione e per poter mantenere valido il programma Corsia bisogna oggi fare ancora riferimento ai dati dello scorso anno. L'Unione sostiene pienamente questo meccanismo multilaterale per compensare le emissioni di anidride carbonica emesse del trasporto aereo e rallentare così il riscaldamento globale. Proprio in questi giorni il Consiglio dell'Icao sta quindi ridiscutendo i parametri durante la sessione 220ima della sua storia, iniziata l'8 giugno e che si protrarrà fino al 26.



L'intento dei 196 delegati che rappresentano i Paesi aderenti all'Icao sarebbe quello di stabilire una serie più ampia di misure, tra cui imporre miglioramenti tecnologici e operativi degli aeromobili, nonché favorire l'uso di nuovi carburanti sostenibili per arrivare al traguardo della crescita a emissioni zero da quest'anno in poi. Si pensi che l'aviazione mondiale prima del Covid-19 cresceva dell'8% annuo riducendo le emissione del 2%, e che questa crescita per oltre la metà avveniva nell'area asiatica e in maggioranza in Cina.

Così dai primi lavori dell'Icao emerge che il programma Corsia deve essere rivisto ogni tre anni e che tutti i limiti di emissione saranno quindi ridiscussi nel 2022.
Il testo del provvedimento comunitario sarà quindi pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'UE entro qualche giorno.

Intanto la Iata, associazione dei vettori, prevede che quest'anno le compagnie aeree registreranno la loro peggior perdita della storia per un totale di 84,3 miliardi di dollari, e che il 99% di essi rimarrà in rosso anche nel 2021.
Iata lo scorso mese aveva già indicato che il traffico passeggeri globale quest'anno sarebbe stato circa la metà di quello del 2019, dato che i blocchi e le restrizioni ai viaggi hanno portato i servizi passeggeri internazionali a un arresto quasi totale per tutto il secondo trimestre dell'anno.
La perdita del settore durante la crisi finanziaria del 2008-2009 fu di 30 miliardi di dollari e vide un recupero soltanto nel 2012, inoltre la perdita di 84,3 miliardi di dollari attuale praticamente annulla i profitti netti di 91,3 miliardi che l'industria aveva registrato negli ultimi tre anni.
Attualmente, ma la fase post-pandemia sarà da valutare, Iata prevede i primi risultati positivi non prima del 2022.
Il capo degli economisti dell'associazione Brian Pearce spiega: "In questa particolare previsione abbiamo ritenuto che Covid-19 sarà costantemente contenuto, quindi non abbiamo previsto né simulato una seconda ondata di Covid. Ci stiamo basando su un'apertura graduale dei mercati, ma siamo stati piuttosto cauti sul ritorno dei viaggi d'affari e sulla fiducia dei passeggeri e abbiamo valutato anche l'impatto della recessione sui consumatori, che scoraggerà i viaggi. Ci aspettiamo un significativo aumento delle entrate nel 2021 che consentirà alle compagnie aeree di ridurre sostanzialmente le loro perdite, ma non sarà sufficiente e rimarranno perdite per circa 15,8 miliardi di dollari, almeno se il modello previsionale usato, derivato da quello del 2008-2009, si dimostrerà affidabile. Così pare che il 2022 l'anno per un ritorno al profitto."

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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