Carceri rosso sangue: il record drammatico di luglio
Detenuto trovato morto nel carcere di Livorno
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Carceri rosso sangue: il record drammatico di luglio

Decine di suicidi e morti sospette tra le mura delle carceri italiane. Ma a luglio aumentano anche i decessi tra gli agenti di custodia

In carcere il sangue continua a scorrere. E non sono solo suicidi. Luglio non è ancora finito ed è già considerato il mese più drammatico degli ultimi 12 anni per le carceri italiane. In meno di 30 giorni 16 uomini e donne sono morti tra suicidi accertati, morti “naturali” sulle quali occorrerebbe aprire fascicoli d’indagine e omicidi. Tredici erano detenuti, tre poliziotti penitenziari. Quasi un bollettino di guerra.

Dal 1 luglio sono 5 i detenuti che hanno deciso di togliesi la vita impiccandosi  nella propria cella senza che nessuno, tra assistenti sociali, psicologi e agenti, si accorgesse di niente.

Ad Aversa, nell’Ospedale psichiatrico giudiziario, un carcerato ha ucciso il compagno di cella dandogli fuoco con la bombola del gas. Il detenuto, anche lui con problemi psichici come il suo assassino, è morto per le ustioni riportate nel volto e sul resto del corpo. Nel carcere di Siracusa, invece, un detenuto è morto dopo 25 giorni di digiuno mentre a Barcellona Pozzo di Gotto un altro carcerato si stava togliendo la vita inalando del gas.

Ed ancora: 5 i carcerati che sono  stati trovati morti per non meglio precisate “cause naturali”. Insomma, morti sospette con tanti lati oscuri, sulle quali la magistratura dovrebbe fare chiarezza.

Purtroppo negli ultimi mesi sono aumentati in modo vertiginoso i casi di "suicidi anomali". Dall'inizio dell'anno sono 23 i decessi "strani". Tra questi il caso di una donna di 46 anni, l’unica di sesso femminile, trovata morta nella sua cella nel carcere di Taranto e tre casi  sospetti solamente nel carcere di Genova Marassi. Gli altri decessi considerati strani si sono verificati in 19 carceri diverse sia nel nord che nel sud Italia.  

“È il bilancio mensile più “pesante” da quando è iniziato il dossier “Morire di carcere” nell’anno 2000- spiega a Panorama.it,Patrizio Gonnella, Responsabile dell’Associazione Antigone- nelle ultime settimane abbiamo registrato un picco di decessi come non era mai avvenuto prima. E purtroppo non solo tra i detenuti".

La scia di sangue, infatti, riguarda anche il personale delle guardie carcerarie che vivono direttamente o indirettamente la drammaticità della reclusione con sofferenze fisiche e talvolta psicologiche. Dall’inizio dell’anno sono 7 gli agenti della polizia penitenziaria, tra cui un ispettore capo di Caserta di 42 anni, che si sono tolti la vita sparandosi con la pistola d’ordinanza. Gli agenti di custodia, infatti, soffrono per un organico sempre più ridotto e per il sovraffollamento delle carceri che rende loro impossibile seguire materialmente ogni singolo detenuto.

“La situazione è gravissima ed insostenibile - continua Gonnella- e si sta aggravando in questo periodo di caldo e di ferie”. Poi prosegue: “A rendere il periodo ancor più drammatico è la sospensione di molte attività carcerarie per le ferie estive, come la scuola e attività manuali, che psicologicamente incidono non poco sui detenuti. Questa mancanza può generare una sofferenza tale da indurre alcuni di loro proprio al suicidio"

Dal 1 gennaio ad oggi sono 92 i detenuti morti tra le mura carcerarie, di cui 32 suicidi.

“Questi morti tra  detenuti e agenti di custodia dimostrano che l’Amministrazione Penitenziaria non sta  neanche tentando di trovare una soluzione al problema- conclude Patrizio Gonnella- ma sta solo sfangando la giornata”. E intanto il filo rosso sangue continua a scorrere.

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Nadia Francalacci