Ultime notizie (da operetta) sullo scandalo dei braccialetti elettronici
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Ultime notizie (da operetta) sullo scandalo dei braccialetti elettronici

Contro sovraffollamento nelle carceri (e per evitare la strage), Bonafede non trova abbastanza dispositivi di controllo. Così, malgrado i 200 milioni spesi in 19 anni, ora li cercherà Arcuri. A pagamento

In questo Paese da operetta, i governi degli ultimi 19 anni sono riusciti a spendere almeno 200 milioni di euro per dotarsi di un sistema di controllo a distanza dei detenuti che non funziona; stiamo parlando dei tanto noti braccialetti elettronici. Capita, così, che scoppi un'epidemia pericolosa; capita purtroppo che le carceri siano come al solito sovraffollate da 55 a 60mila detenuti, almeno diecimila più di quel che prevede una "capienza regolare" già piuttosto ipocrita e generosa; capita infine che tra i reclusi scoppi qualche rivolta per il terrore di esser contagiati e morire.

Ovviamente il governo in carica, un governo da operetta di un Paese da operetta, non sa che pesci pigliare. Così, in un decreto che sobriamente intitola "Cura Italia", ficca una norma che spedisce agli arresti domiciliari tutti i condannati (si stima siano da 3 a 6mila) cui resti da scontare una pena inferiore ai 18 mesi. Ma poi, dato che è un governo da operetta, aggiunge alla norma la previsione che i reclusi, per andare a casa, debbano essere dotati dei braccialetti elettronici: sì, proprio quelli per i quali i precedenti governi da operetta hanno speso 200 milioni di euro senza riuscire a combinare nulla.

Per dircela tutta fino in fondo, gli ultimi due governi da operetta avevano attribuito a una società, Fastweb, un appalto da 36 milioni di euro in tre anni per dotarsi di 1.100-1.200 di quei braccialetti ogni mese. Il problema è che poi gli ultimi due governi da operetta hanno dimenticato di far partire i collaudi, così i braccialetti al momento sono pochi, non bastano, non ci sono, nessuno sa quanti siano. Comunque non bastano nemmeno per cominciare a far uscire i detenuti. In Campania, per esempio, i reclusi che hanno diritto alla detenzione domiciliare dovrebbero essere almeno 500, ma i braccialetti no, quelli non ci sono: se ne sono trovati 14 in tutto, pare.

Due giorni fa l'ultimo ministro della Giustizia di questo Paese da operetta, il grillino Alfonso Bonafede, ha comunicato di avere "fatto il punto con il commissario straordinario all'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri". Pare che da questo "punto" sia uscita la decisione di chiedere al commissario Arcuri di trovare i braccialetti elettronici. Ovviamente s'immagina che il commissario Arcuri dovrà andare a cercarli da qualche altra parte, urgentemente, e s'immagina dovrà anche pagarli. Così questo governo da operetta di un Paese da operetta si troverà a pagare due volte quel che non ha. Geniale.

Chissà se in questo Paese da operetta si troverà mai un magistrato (non da operetta) che in una procura della Repubblica (non da operetta) decida d'indagare sullo scandalo dei braccialetti elettronici.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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