Cosa pensano gli italiani dell'Europa?
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Cosa pensano gli italiani dell'Europa?

La politica attacca Bruxelles e la moneta unica che però viene salvata dagli italiani - I sondaggi politici della settimana

La posizione rispetto all'Euro ed all'Europa sarà uno dei temi portanti della prossima campagna per le sempre più probabili elezioni della primavera 2014.

La prima proposta di Beppe Grillo al Vaffa Day di domenica scorsa è stata appunto quella di promuovere un referendum per l'uscita dalla moneta unica. Ma non c'é solo lui: voci sentite dicono che anche nel centrodestra, in appoggio alla futura coalizione, si stia pensando alla creazione di una lista anti-Euro. 

Sembra quasi che tutti oggi siano contro l'Euro. Però, se si chiede ad un campione rappresentativo di italiani quanti siano pro e quanti siano contro la moneta unica scopriamo come la grande maggioranza dei nostri concittadini sia favorevole. E il dato è pure in aumento rispetto allo scorso anno: 55% nel 2012, 59% nel 2013.

Un valore che non differisce poi di molto dal 66% della Germania e dal 62% della Francia. Anche in Spagna si rimane ancora sopra la metà (52%), così come, in generale, col dato medio della Ue (51%). Le differenze tra i paesi si riscontrano maggiormente, più che sul dato assoluto nella singola annualità, sulla tendenza rispetto a quella precedente. Sempre negativa, tranne che in Italia.

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Ciò che non funziona per gli italiani non è l'Euro, è l'Europa. Ovvero, con tutta probabilità, come attraverso l'Euro l'Europa abbia ridotto gli europei.

Non si scomodino le decine di indicatori che dal 1972 il consorzio dell'Eurobarometro rileva e che indicano la chiara volontà dei cittadini del Vecchio Continente a dare sempre maggiore contenuto a concetti come Ceca, Mec, Cee e finalmente Ue. Sia sufficiente vedere come veniva percepita l'Europa dieci anni fa; ma anche come lo è ora.

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All'indomani dell'introduzione della moneta unica, gli italiani erano certamente i più euro-entusiasti, almeno fra i paesi maggiori. Il 60% l'immagine evocata dalla parola "Europa" era per noi positiva. Poco sotto la Spagna; non euforici Francia e Germania; critici gli Inglesi.

Dieci anni dopo in Italia si riscontra un crollo di quasi trenta punti percentuali ed in Spagna si arriva a -34%. Valori sensibilmente più bassi che in precedenza anche negli altri grandi paesi ed in generale in tutta l'Unione.

Più che in tutti gli altri stati membri, dunque, da noi ci si lamenta di come viene gestita l'Unione, ma si riconosce la forza di avere una moneta in grado di sostenere la competizione con un mondo che sempre più viene definito per blocchi continentali e sub-continentali. Gli italiani sono avveduti.

Allora i veri voti li prenderà non il partito che si proclamerà capace di farci uscire dall'Euro, ma quello che convincerà gli elettori di essere in grado di andare a Bruxelles a costringerli di far cambiare le cose.

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Arnaldo Ferrari Nasi

"Arnaldo Ferrari Nasi; Sociologo, specializzato nel campo della Pubblica Opinione.
Membro della Società Italiana di Scienza Politica e della Società Italiana di Sociologia, è docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Genova. Collabora inoltre con il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Bari e con la Scuola Superiore di S. Anna di Pisa. Fornisce consulenza ad alcune tra le più autorevoli istituzioni ed enti dello Stato, importanti nomi del mondo politico e di quello delle aziende private. E' Maggiore della Riserva dell'Esercito Italiano."

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