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Calcio

Milano scopre quanto è difficile la Champions League

Liverpool e Real Madrid battono Milan e Inter: gare diverse, stesso finale. Con la sensazione che tornare ad essere leader in Europa sarà un percorso lungo e difficile...

C'erano in campo 29 coppe dei Campioni tra San Siro ed Anfield. Quasi una serata di gala per la prima della Champions League di questa stagione con il ritorno del Milan nell'Europa che conta dopo sette anni di assenza e la curiosità di ritrovarci l'Inter con l'obbligo di fare meglio rispetto al recente passato. Non è andata bene. Inter e Milan sono tornate a casa con due sconfitte, diverse per come maturate ma ugualmente brucianti e di lezione per comprendere quanto sarà lunga e impervia la strada per tornare a fare parte stabilmente dell'èlite del calcio europeo.

Hanno vinto Real Madrid e Liverpool con la conseguenza immediata che Inzaghi e Pioli si troveranno già a fine settembre davanti a un bivio decisivo per il resto della stagione. L'Inter in casa dello Shakhtar Donetsk e il Milan a San Siro con l'Atletico Madrid dovranno dare un segnale subito per evitare di compromettere il girone. Soprattutto per i nerazzurri nulla è perduto, considerato come gli ucraini si sono fatti a loro volta battere dallo Sheriff Tiraspol che è la cenerentola designata del girone, ma anche i rossoneri possono salutare con un minimo di consolazione il pareggio imposto dal Porto all'Atletico Madrid.

MILAN, DURO RITORNO TRA LE GRANDI

Il Milan tornava in Champions League dopo una vita. Nessuno dei ragazzi in campo ne aveva una reale conoscenza e il primo quarto d'ora è sembrato la fotografia di un match tra due pugili di categoria diversa. In questo momento è così, il Liverpool è più forte della squadra di Pioli e il modo con cui l'ha aggredita è stata la strada scelta dagli inglesi per monetizzare subito la differenza. Però - c'è sempre un però - la sconfitta di Anfield è piena anche di buone notizie per i milanisti. La prima buona notizia è che, pur nella difficoltà, nessuno ha mai mollato e appena si è creata l'occasione per cercare di far male è stata colta.

Il vantaggio all'intervallo è stato abbastanza casuale, ma al tempo stesso è la conferma di quanto si è capito nell'ultimo anno e mezzo di Milan e cioè che Pioli ha plasmato un gruppo che non si spaventa davanti a nulla, è capace di andare oltre le proprie debolezze. La seconda buona notizia è che mancavano in tutto o in parte uomini che sarebbero serviti come il pane nell'inferno di Anfiled: Ibrahimovic e il suo carisma, Giroud per tenere su il pallone nei momenti d'apnea, Tonali con forza nelle gambe e non piegato dall'influenza. Terzo e ultimo appiglio cui aggrapparsi, un girone così rappresenta una sorta di corso accelerato per chi si presenta quasi da debuttante: terribile per le difficoltà che presenta in rapida sequenza, ma anche utile per crescere in fretta bruciando le tappe.

INTER, QUANTI RIMPIANTI RISPETTO AL PASSATO

La sconfitta dell'Inter fa male perché è arrivata quando la sfida di San Siro sembrava incanalata verso il pareggio. Risultato che a lungo, nel primo tempo, era pure stretto ai nerazzurri che si sono presentati con lo scudetto cucito sulla maglia e con ben altro piglio rispetto alle ultime tre campagne europee. Invece è successo che alla squadra di Inzaghi non è riuscito di concretizzare nulla del suo dominio iniziale, mentre il Real Madrid è stato il solito Real Madrid: se gli lasci una chance di prendersi tutto ne approfitta.

In generale ha deciso la stanchezza che ha reso una rincorsa sempre più affannata al pallone l'ultima mezz'ora dell'Inter. Meno aggressività, meno ordine in campo, più spazi nei quali la gioventù di Vinicius, Camavinga e Rodrygo si è infilata fino ad arrivare alla trama beffarda del gol del minuto conclusivo. A caldo si può dire che è stata una sconfitta molto diversa da quella subita sempre a San Siro dall'Inter di Conte nell'ultima Champions League, ma la realtà è che tutto andrà misurato nel prosieguo del girone.

Milano ha (ri)scoperto che l'Europa che conta è un palcoscenico difficile da calcare e nel quale, più del passato, conta un presente di sofferenza per il calcio italiano. L'Inter ha in più l'obbligo di andare oltre le colonne d'Ercole del girone, il Milan potrà essere giudicato anche guardando oltre il risultato. La prima notte d'esame si è chiusa con una doppia bocciatura. A fine settembre gli esami di riparazione.

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Giovanni Capuano