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(Ansa)
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Elogio di Brignone e Vittozzi, campionesse nascoste dello sport italiano

Le loro vittorie hanno riempito l'inverno degli sport su neve, ma come tradizione faticano a conquistare il centro della scena. Anche se a loro chiederemo di portarci gloria e medaglie almeno fino ai Giochi del 2026

Prima notizia: l'inverno che ci lasciamo alle spalle è stato straordinario per gli sport invernali azzurri, soprattutto al femminile. E' vero che paghiamo pegno del grave infortunio di Sua Velocità Sofia Goggia, ma Federica Brignone che è l'altra faccia del sole italiano ha vissuto un inizio di 2024 da sogno e solo per una manciata di punti non è riuscita a portarsi a casa una coppa di specialità. E l'inverno è stato tanto straordinario che si è riempito anche della Coppa del Mondo generale di biathlon conquistata per la prima volta in carriera da Lisa Vittozzi. Classe 1995, contemporanea ed erede al tempo stesso di Dorothea Wierer che fin qui era stata la dominatrice azzurra della specialità.

Seconda notizia: di tutto questo bengodi avrete visto e letto pochissimo, al di fuori degli spazi dedicati agli appassionati del settore. Colpa nostra, sia chiaro. Colpa di chi gestisce la comunicazione e dà più spazio alle polemiche da Var e bar sport piuttosto che alle imprese di atlete che rappresentano l'eccellenza e che si devono accontentare di finire in terza o quarta fila. Quanto siano grandi Federica Brignone e Lisa Vittozzi lo scopriremo più avanti, quando si saranno ritirate e per godere di tanta grazia dovremo aspettare il prossimo ciclo vincente. Chissà quando. Un po' quello che succede storicamente in Italia a tutti gli sport cosiddetti minori, definizione di cui si debbono assumere la responsabilità sempre i già citati addetti alla comunicazione e che ogni tanto fa imbestialire i campioni del 'piano di sotto'.

Lisa Vittozzi(Ansa)

Terza notizia: Federica e Lisa hanno nel mirino i Giochi invernali del 2026 che ospiteremo tra Milano e Cortina d'Ampezzo. Soprattutto la prima sta provando a spremere classe e fisico anche a dispetto dell'età non più giovanissima, essendo una classe 1990. Lo fanno per ambizione personale e anche perché non esiste piano B. Quando la Brignone ha sussurrato che le Olimpiadi a 36 anni non era poi così scontato che ci arrivasse, il presidente del Coni Giovanni Malagò le ha recapitato una sorta di precettazione. Sorridendo, ma neanche troppo.

Insomma, Lisa e Federica con i loro trionfi e record sono due dei volti belli dello sport italiano. Quelli dei quali non possiamo fare a meno nei momenti in cui ci stringiamo tutti attorno a bandiera e inno, generalmente una volta ogni quattro anni. Altrimenti fanno da contorno o quasi. Colpa nostra, sia chiaro. Non loro. Ma l'immagine simbolo dell'inverno 2024 resterà la passerella (quasi) muta concessa da Amadeus alla Brignone sul palco di Sanremo. Un soffio se l'è portata via così come era arrivata. Peccato e alla prossima, possibilmente non prima del 2026.

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Giovanni Capuano