I Negramaro conquistano lo Stadio Olimpico di Roma
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I Negramaro conquistano lo Stadio Olimpico di Roma

Oltre 50.000 spettatori hanno applaudito la performance della band salentina, che dà il meglio di sé nella dimensione live

Dopo la data “zero” di Lignano allo Stadio G. Teghil e quella di San Siro a Milano, l’astronave Negramaro è atterrata ieri sera allo Stadio Olimpico di Roma per la terza tappa de l’“Amore Che Torni Tour Stadi 2018” , prodotta e organizzata da Live Nation Italia.

Oltre 50.000 spettatori hanno applaudito l’eccellente performance del gruppo salentino, che si conferma, dopo due ore e mezza di concerto senza mai un calo di tensione, una delle migliori live band in Italia, impreziosita dallo spettacolare design del palco di Gio’ Forma, curatore anche della direzione artistica dello show, che non ha nulla da invidiare alle maggiori produzioni rock internazionali.

Un tripudio di led, proiezioni, laser mapping, grandi elementi basculanti, pedane della band che cambiano continuamente posizione fino a spostarsi sulla passerella centrale grazie ad un sistema wireless di ultima generazione, che ha esaltato il pathos delle canzoni del gruppo formato da Giuliano Sangiorgi, Emanuele Spedicato, Ermanno Carlà, Danilo Tasco, Andrea Mariano e Andrea De Rocco.

Ma forse l'effetto speciale più importante sono le canzoni dirette e appassionate dei Negramaroin cui si fondono con naturalezza rock, pop ed elettronica, che hanno permesso alla band salentina di diventare, in quasi vent'anni di carriera, il più importante gruppo italiano, tanto che ormai i loro concerti si svolgono prevalentemente negli stadi.

La band, nata nel 2.000 nella provincia di Lecce, è riuscita nell’impresa, tutt’altro che semplice, di mettere d’accordo sia il pubblico radiofonico che la critica, grazie ad un sound personale ed elaborato, di respiro internazionale, che si è ispirato, soprattutto nei primi lavori, a gruppi come Blur, Radiohead e Muse, senza rinunciare al gusto per la melodia italiana e alle raffinatezze cantautorali nei testi.

I record negli stadi

L' "Amore Che Torni Tour Stadi 2018”, con oltre 155.000 biglietti venduti, ha fatto segnare un importante record: nessuna band italiana, infatti, ha mai realizzato 6 date in un unico tour negli stadi.

Il gruppo vantava già due primati: quello di essere la prima band italiana a calcare da protagonista il palco dell’Arena di Verona nel 2007 e quello dello Stadio San Siro di Milano nel 2008.

Merito anche del riuscito Amore che torni, settimo album dei Negramaro anticipato dai singoli Fino all’imbrunire, La prima volta e Amore Che Torni, uno dei più personali della loro carriera a seguito di un periodo di crisi, tra rock, cantautorato ed elettronica, già certificato disco di platino.

“È un album pieno di luce -ha dichiarato SangiorgiUna luce raggiante che arriva da un buco nero in cui eravamo entrati e da cui temevamo di non uscire più. È un disco pieno di speranza, di storie che riguardano non solo noi, ma tutto il pianeta”.

Il racconto del concerto

Il concerto parte in quarta, alle 21.10 circa, con il primo singolo estratto dal nuovo album, Fino all’imbrunire, che coniuga sapientemente il rock melodico all’electropop anni Ottanta.

Nel brano c’è una frase, ripetuta da Maria Sole, nipotina di Giuliano, che risuona come un messaggio di speranza: “Torneranno anche gli uccelli, ci diranno come volare, per raggiungere orizzonti più lontani, al di là del mare”.

Particolarmente significative anche le liriche del secondo brano Ti è mai successo del 2012 ("Restare in bilico è meglio che cadere/ a me è successo e ora so restare") e del terzo brano in scaletta, La prima volta, che esplicita l'intero messaggio di Amore che torni: “Quello che eravamo/quello che ora siamo/ come noi saremo un giorno”.

Dal punto di vista del sound, si sente più elettronica che in passato, ma si tratta di un'elettronica sorprendentemente calda, ottenuta grazie a synths anlogici che si amalgamano alla perfezione con tastiere e archi.

Emblematica di questa nouvelle vague è la nuova versione di Estate, più elettronica e minimalista rispetto al brano originale che ha sbancato le classifiche nel 2005.

"Come state ragazzi? - saluta Giuliano- Fatevi sentire! Questa, da qualche anno, è un po' la mia città".

Il dialogo introduce funzionalmente La mia città, seguita dall'electropop con cassa dritta e una cascata di tastiere de Il posto dei santi, mentre i ritmi sono più morbidi nell'evocativa Mi basta, scandita dalla chitarra liquida di Emanuele Spedicato.

"Come state? Fatemi sentire se state bene!! -aizza la folla il frontman della band- Noi stiamo bene e siamo tornati, come l'amore che torna".

La title track Amore che torni è un'intensa ballata electro-soul, un inno di speranza e amore universale, in bilico tra attese e aspettative di un’estate che "vorrei potesse non finire mai".

Va detto che Giuliano ci mette la voce e la faccia, ma tutta la band, dal vivo, è straordinariamente compatta e perfettamente a fuoco, con un sound che si ispira al rock elettronico dell'album Casa 69, ma in una nuova veste sonora, più contemporanea, e anche le ballad spesso si trasformano in brani rock dopo un interessante sviluppo strumentale.

"Voglio dirvi una cosa -confessa Sangiorgi- Vivo in questa città da qualche anno e sono felice che il mio futuro (suo figlio, atteso per novembre n.d.r.) nascerà qui", raccogliendo un calorosissimo applauso da parte dell'Olimpico.

Uno dei momenti più memorabili della serata è la hit Parlami d'amore, davvero trascinante con la sua cassa dritta e con i suoi tastieroni magniloquenti, resa ancora più coinvolgente dalle fiammate sul palco e dal coro dei 50.000 spettatori, che fanno tremare l'Olimpico con il loro incontenibile entusiasmo.

Atmosfere completamente diverse caratterizzano Per uno come me, dove Sangiorgi si dimostra un ottimo songwriter non solo nel tratteggiare le storie private, ma anche l'attualità politica sul tema dell'immigrazione, con un ragazzo e una ragazza nordafricani che affrontano il mare per vivere una vita migliore, ma non si sa se ce la faranno: "L'importante è che tu sappia/ che almeno noi in questa galassia/ Siamo due punti sì lontani/Ma equidistanti/Come due stronzi".

Giuliano si issa (è il caso di dirlo, vista l'altezza da terra) su un cubo di plexiglass dove è situato il pianoforte per il set acustico di Basta cosìSolo per te e Solo3min, un tris d'assi che viene accompagnato dalle torce dei celllulari, le lucciole del terzo Millennio, e dal coro a pieni polmoni del pubblico, fino a un lunghissimo applauso e perfino il coro da stadio “Giu-lia-no, Giu-lia-no” per salutare la maiuscola performance vocale del frontman salentino, un vero e proprio catalizzatore di emozioni.

Il ricco bis

Il concerto si avvia verso la fine con brani di matrice prevalentemente rock, fino al ricco bis inaugurato dalla commovente Senza fiato, scritta a quattro mani insieme alla compianta Dolores O'Riordan dei Cranberries che appare in foto sul maxischermo abbracciata a Giuliano ("Dolores, we miss you!"), cui seguono una Meraviglioso (sentito omaggio all'arte del conterraneo Domenico Modugno) da brividi cantata all'unisono dallo Stadio Olimpico e le due adrenaliniche Mentre tutto scorre ("un brano senza il quale oggi non saremmo qua", sottolinea Giuliano) e Nuvole e lenzuola.

Il climax di una serata calda non solo per le temperature subsariane, ma anche per l'affetto del pubblico verso i Negramaro, che si confermano una delle migliori live band italiane, forse l'unica oggi in grado di fare grandissimi numeri senza venir meno alle sue ambizioni artistiche.

La scaletta del concerto dei Negramro a Roma (30 giugno 2018)

Fino all’imbrunire

Ti è mai successo?

La prima volta

Estate

Sei tu la mia città

Il posto dei santi

Mi basta

Amore che torni

Attenta

Parlami d’amore

Per uno come me

L’amore qui non passa

Medley: Basta così/Solo per te/3 minuti/Sei

Lo sai da qui

Immenso

Via le mani dagli occhi

Ci sto pensando da un po’

BIS

Senza fiato

Meraviglioso

Mentre tutto scorre

Nuvole e lenzuola

Gabriele Antonucci
Lo spettacolare palco disegnato da Gio'Forma per l'"Amore che torni tour" dei Negramaro

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Gabriele Antonucci