Cremonini a Milano: cos'è successo al concerto? Ci hai portati sulla luna (davvero, stavolta)
Kika Press
Musica

Cremonini a Milano: cos'è successo al concerto? Ci hai portati sulla luna (davvero, stavolta)

Led, schermi, colori. Un merchandising stupendo. E c'era pure Ballo. Il 27 ottobre è andato in scena il cantautorato che ha riempito il Mediolanum Forum di Milano. Contro ogni legge della fisica e della musica, Cesare ha dato tutto se stesso. Con misura.

Cosa è successo a Cesare Cremonini? Il 27 ottobre siamo entrati al Mediolanum Forum di Assago per il Tour 2012, nella sua seconda data dopo l'esordio (che pare sia andato molto bene) a Torino.

"La teoria dei colori" dopo 20 settimane è nella top 10 degli album più venduti in Italia e questo qualcosa vorrà pur dire. Vuol dire qualcosa perché il palazzetto era tutto pieno e il cantautore nel 2008 si esibiva nel più modesto Alcatraz con alle spalle già 10 anni di carriera. Ecco, vuol dire che il viaggio sulla luna lo sta facendo ora, adesso, in questo preciso momento. E porca miseria, se lo meritava questo salto nell'Olimpo dei grandi.

Il concerto comincia dallo strumentale "Cercando Camilla", per creare l'atmosfera coloratissima e sognante del live. Cremonini sta portando a un migliaio di persone non hit da ballare, cretinate che hanno avuto fortuna, ma il cantautorato vero, quello italiano che noi consideriamo "difficile" o "noioso" o "limitato". Il pubblico ha cantato dalla prima alla ventiseiesima canzone. È quasi strano, sembra di stare in un altro mondo dove le leggi della fisica e della musica funzionano in modo diverso, inaspettato.

Inizio rock, scaletta libera e poco ruffiana. Non mancano le hit, certo, ma c'è tanto di meno conosciuto da scoprire. "Mi avete fatto venire il batticuore", ha detto a inizio concerto, "Non è da me... (sorride) e invece è da me!". Sì, perché il motivo per cui piace a tante persone, e sfidiamo a negarlo, è che in lui si trova la tenerezza e la dolcezza espressa che ogni donna vorrebbe in un uomo, e a cui ogni uomo ambisce. Un incanto che pochi cantanti italiani della sua stessa generazione sanno offrire. Il sapore è speciale, la sua voce quando parla è quella di un circense che umile e devoto al pubblico, presenta i suoi numeri eccezionali.

Cremonini si fa amare così com'è. E non è una cosa da poco. Negli anni questo artista è cambiato cento volte. Ha fatto un percorso di vita e di musica sempre più riflessivo, di spessore. È cresciuto lui com'è cresciuta la musica e il suo pubblico. Non è una fotografia ferma la sua carriera, e chi lo ama è stato capace di capirlo, inseguirlo, ritrovarlo quando lo si era un po' perso, anche. E questo è il risultato.

"Canterò una canzone di un ragazzo a cui voglio molto bene", parla di un se stesso lontano ma così nel cuore del pubblico. Da "PadreMadre" in poi le emozioni sono forti, gli astanti diventano un sol uomo e nel momento al pianoforte si uniscono nel canto e si emozionano. Tutti aspettano "50 Special" e a un certo punto arriva e come un uragano ti ricorda il sole e la spensieratezza degli esordi. E il sapore di quella positività leggera che non ha mai cercato di imitare o riprodurre in qualche modo. Anche lì, un momento che potrebbe tranquillamente non tornare mai più. E va bene così.

A fine live, dopo oltre due ore di concerto, si congeda: "Vorrei potervi conoscere, vorrei ringraziarvi uno ad uno. Spero che questa notte vi porti tanti bei ricordi e tanti bei sorrisi". Anche a noi vorremmo conoscerti, Cesare. Ti abbiamo intervistato a un palmo di naso, abbiamo provato a entrare un po' più nel tuo mondo ma abbiamo fatto fatica, tutti, non solo noi. Forse anche chi ti ascolta da una vita.

Sei imperscrutabile, ti regali a poco a poco. Anche nei live sei misurato, dai tutto il possibile ma solo nella misura in cui serve. Hai costruito con i tuoi fan un rapporto di fiducia solido, che guarda al lungo termine, che da solista non ha mai bruciato i traguardi e i prossimi li vuole raggiungere senza fretta. Cos'è successo a Cesare Cremonini? Ascoltati tutti gli album, non c'è un altro modo e sicuramente non è abbastanza.

Noi rimaniamo qui ad aspettare la tua prossima canzone. Quando ci dirai ancora meglio chi sei e cosa ti passa per il cuore, un luogo misterioso dove c'è ancora tanto da capire. Quella tua insicurezza che si difende ci ha commossi, ci ha fatto urlare a squarciagola. Ci ha lasciato senza voce. E senza parole.

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Alessandro Alicandri