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(Ansa)
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Lopalco: «La Cina sconta l'inefficacia del suo vaccino»

L'epidemiologo fin dall'inizio in prima linea contro il Covid spiega gli errori di Pechino e rassicura gli italiani sull'efficacia dei nostri vaccini

Con il 2023 entrano in vigore le nuove regole per la gestione del Covid. Disposizioni che riducono la durata della quarantena, tolgono l’obbligo del Green pass in ospedali e Rsa e pongono delle misure più rigide per chi arriva dalla Cina. Nel dettaglio il ministero della Salute nella nuova circolare ha aggiornato le modalità di gestione delle quarantene, dei casi Covid positivi e degli asintomatici.È previsto infatti che le persone risultate positive ad un test diagnostico molecolare o antigenico per SARS-CoV-2 siano sottoposte alla misura dell'isolamento ma non sarà più necessario fare un tampone (e risultare negativi) per uscirne.

La durata resta quella stabilita dall'ultima circolare del ministero della Salute, ovvero di 5 giorni, a patto di essere stati sempre asintomatici o di non avere più sintomi da almeno due giorni. Ad essere ridotto è stato anche il periodo di autosorveglianza per i contatti stretti che passa da 10 a 5 giorni. Stop all’obbligo di greenpass in Rsa e ospedali e rinviate le multe ai no vax fino al 30 giugno del 2023. Ma a causa dell’aumento dei contagi in Cina ci sono novità anche per chi torna dalla Repubblica Popolare Cinese con il tampone obbligatorio per chi usa dei voli diretti verso l'Italia o altre nazioni europee. Ma non è tutto.

I cittadini che abbiano fatto ingresso in Italia dalla Cina nei 7 giorni precedenti il primo test positivo, potranno terminare l'isolamento dopo un periodo minimo di 5 giorni dal primo test positivo, se asintomatici da almeno 2 giorni e negativi a un test antigenico o molecolare. È obbligatorio, a termine dell'isolamento, l'uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 fino al decimo giorno dall'inizio della sintomatologia o dal primo test positivo (nel caso degli asintomatici), ed è comunque raccomandato di evitare persone fragili e ambienti affollati. Queste precauzioni possono essere interrotte in caso di negatività a un test antigenico o molecolare.

«La situazione è sotto controllo. Le confermo che al momento non ci sono segnali di alcun tipo che i vaccini che stiamo usando per i richiami (la famosa quarta dose) non siano efficaci contro le varianti circolanti» spiega l’epidemiologo Pierluigi Lo Palco.

Cosa pensa delle nuove disposizioni?

«Sulle nuove disposizioni sono abbastanza neutrale: nel senso che possono andare bene nella situazione corrente, a patto che il sistema sia pronto a reagire in caso di necessità, come ad esempio l’emergere di nuove varianti. Quello che non va bene secondo me invece è la resa sul basso numero di richiami. Abbiamo una popolazione fragile di anziani e pazienti con patologie che non è abbastanza protetta».

Cosa pensa delle nuove disposizioni per chi arriva dalla Cina ?

«Il capitolo Cina merita attenzione ma non allarme. I tamponi per chi arriva dalla Cina hanno poco senso se fatti a tappeto e senza sequenziamento. Unico scopo del test all’ingresso sarebbe quello di monitorare la presenza di varianti. Se arriva una persona dalla Cina portatore di un ceppo omicron (come arrivano costantemente dagli USA e dalle altre parti del mondo) non rappresenta alcun rischio. Isolarlo all’ingresso comporta solo complicazioni e costi per lo Stato».

Qual è la situazione epidemiologica in Cina secondo le informazioni in suo possesso?

«In questo momento la Cina ha allentato le restrizioni sul lockdown e questo è il motivo dell’ondata terribile di infezioni che stanno subendo. I cinesi hanno fatto l’errore enorme di utilizzare un vaccino poco efficace. Anche se va detto che garantire vaccini a mRNA ad una popolazione di 1,4 miliardi di persone non sarebbe stato probabilmente fattibile a livello economico. Per questo motivo hanno dovuto far affidamento su vaccini di produzione nazionale che non si sono dimostrati all’altezza. Hanno risparmiato producendo loro il vaccino con costi molto bassi per non acquistarlo all’estero e questi sono i risultati».

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Linda Di Benedetto