Renato Zero: «Autoritratto è una nuova tessera dello Zero-mosaico»
Ansa
Musica

Renato Zero: «Autoritratto è una nuova tessera dello Zero-mosaico»

Il cantautore romano ha presentato il suo trentatreesimo album, che uscirà l'8 dicembre in quattro differenti colori e cover. A marzo Zero si esibirà in alcuni concerti-evento a Firenze e a Roma, dove presenterà dal vivo i nuovi brani

«Autoritratto è ancora una tessera di questo Zero-mosaico, ma questa volta sono io stesso a passarmi al setaccio, a sentire il bisogno di guardarmi dentro, a valutare la mia resistenza. Verificando di quanta autonomia sono ancora dotato e di quanta pazienza il mio amato pubblico dispone». Così Renato Zero ha presentato alla stampa il suo nuovo album Autoritratto, il trentatreesimo di una carriera straordinaria per quantità e qualità. L'ultimo lavoro del cantautore romano sarà disponibile dall'8 dicembre per Tattica in quattro differenti colori e cover. I 13 brani che compongono l'album sono una nuova avventura musicale ricca di suggestioni grazie alla sua abilità di raccontare e raccontarsi attraverso la propria arte, di sorprendere e di ispirare chi lo ascolta. Autoritratto si apre con una cartolina d’amore, dedicata alla sua Roma e al suo fedele popolo di Zerofolli, e si chiude con un messaggio di speranza per un domani migliore, che spazzi via le nebbie di guerre e odio. In mezzo, alcuni dei pezzi autobiografici più sinceri e feroci dell’artista, veri e propri inni alla vita, ma anche la sentita dedica ad un caro amico e il continuo confronto tra pubblico e privato di un Renato che ha deciso di sdoppiarsi dal 1966 fino ad oggi. Accanto alle tracce inedite, troviamo anche alcuni brani che il pubblico ha potuto apprezzare dal vivo nel corso dei festeggiamenti di 070 al Circo Massimo e sui palcoscenici del tour Zero a Zero - Una sfida in musica, ora in versione studio nell’album: da Quel bellissimo niente a Fortunato, da L’avventuriero a Cuori liberi passando per Zero a Zero.

Renato ha raccontato ai giornalisti la ricchezza della sua vena creativa, che gli ha permesso di pubblicare ben sei dischi di inediti negli ultimi quattro anni: «Il silenzio, di questi tempi è sconsigliabile un po’ per tutti. Io non ho mai fatto nulla per incoraggiarlo. La mia produzione artistica, così tangibile, ne è la prova! Certo, ci vogliono argomentazioni valide, del buon materiale e tanta sana determinazione per sconfiggere “la pericolosa quiete della nullatenenza”». Per Zero la musica non è mai un fatto privato, ma va sempre condiviso con i suoi collaboratori: «Grazie anche alla nutrita schiera di complici che si sono prodigati per rendere questa, apparentemente impossibile, impresa una piacevolissima ed avvincente traversata. Gente che fa musica come me, che parla la mia stessa lingua, che dispensa emozioni e favorisce incontri e relazioni benefiche.

La musica ha un senso solo se si fa insieme ad altri!». Il cantautore romano non riesce a stare per troppo tempo lontano dal suo affezionato pubblico e si prepara a riabbracciare i fan con una serie di concerti-evento prodotti da Tattica che, a partire dal prossimo marzo, lo vedranno protagonista nei palasport di Firenze (il 2-3-5-6 marzo 2024 al Nelson Mandela Forum) e della sua Roma (il 13-14-16-17-20-21 marzo 2024 al Palazzo dello Sport) per presentare dal vivo i brani di Autoritratto e il meglio del suo ricco repertorio. Zero, come sanno bene i suoi fan, quando si racconta è un fiume in piena di aneddoti e di riflessioni : «Ho imparato molto nell’aver ballato, insieme ad altri sette colleghi, nel concerto di Jimi Hendrix al Brancaccio (storico teatro di Roma n.d.r.) È stato un tassello importantissimo per la mia carriera, in fondo siamo stati tutti contaminati da qualcuno che era un mito. Mi sono messo nella condizione di poter fruire di un insegnamento e conquistarmi una postura definitiva nel mondo della musica». Renato ha invitato le persone a non restare chiuse in casa, ma a scendere in piazza: «Ho invitato il mio pubblico a scendere in piazza e non rimanere tra le quattro mura a piangersi addosso. L’ottenimento di certe vittorie avviene in piazza, mettendoci la faccia e il proprio nome. Invece stiamo a casa davanti alla tv che è un altro sonnifero e un’altra bugia, una macchinazione. Quello che offre la tv è vergognoso». Il cantautore romano ha spezzato una lancia in favore dei trapper, finiti nel ciclone delle polemiche per i loro testi violenti e misogini: «Se un padre si rivolge alla madre e le dice 'sei una zoccola', questa espressione viene raccolta dai figli e, quando raggiungono un microfono, ecco che questo diventa il veicolo involontario di una cattiva gestione di un atteggiamento non adatto a un diciottenne o a un ventenne. Non dobbiamo essere noi a giudicare il ragazzo, dobbiamo andare presso le famiglie e la risposta la troveremo sicuramente in quella sorta di non educazione»

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Gabriele Antonucci