Ed Sheeran: la recensione di Subtract
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Musica

Ed Sheeran: la recensione di Subtract

Meno hit da cantare allo stadio e più canzoni intime e riflessive: il ritorno del cantautore più amato dalla generazione Z, assolto definitivamente dall'accusa di aver copiato Let's get it on di Marvin Gaye

La canzone che fotografa lo stato d'animo in cui sono nate le canzoni del nuovo disco di Sheeran è sicuramente End Of Youth. L'impatto dell'età adulta sulla vita, il confronto con i problemi veri che affliggono tutti anche le popstar ricoperte da dischi di platino e d'oro. Dietro il mood dei brani c'è la morte di un carissimo amico, la malattia della moglie ed una causa di plagio per aver scopiazzato Marvin Gaye in Thinking Out Loud (poche ore fa il tribunale di New York lo ha assolto dall'accusa di plagio).

«Come artista non mi sentivo di fare uscire un album che non fosse credibile, che non rappresentasse accuratamente dove sono e come ho bisogno di esprimermi a questo punto della mia vita. Questo album è esattamente questo, è come guardare nel profondo della mia anima. Per la prima volta non sto cercando di creare un album che piaccia alla gente, sto semplicemente pubblicando qualcosa che sia onesto e fedele a dove mi trovo nella mia vita» ha dichiarato Sheeran nei giorni scorsi.

Con buone probabilità Subtract piacerà al suo pubblico e anche molto. Ma al di là del successo commerciale, Subtract verrà ricordato come una delle vette della carriera del cantautore di Halifax. Perché, a parte qualche episodio monotono (Dusty), è un album intenso ed ispirato, reso speciale da alcune gemme come Curtains, un pezzo dalla melodia vincente, sorprendentemente ritmico e pulsante.

Grazie anche alla regia sonora di Aaron Dessner dei The National, Sheeran si concede canzoni minimal (vedi No strings) che non puntano dritte al refrain, con una prospettiva di ampio respiro. Intendiamoci, il disco gioca su toni più cupi e profondi dei precedenti, ma non è un album sperimentale e nemmeno un side project acustico, soltanto un lavoro più maturo, arrangiato con una sensibilità "indie," ricco comunque di spunti melodici intriganti e attraversato da una tristezza di fondo che rende speciali pezzi come Colourblind, Salt Water, Borderline e Life Goes On.

In definitiva il ritorno di Sheeran è un potente viaggio dentro se stesso, un disco estremamente intimo e personale, realizzato con gusto e senso della misura. Più emozioni e meno canzoni da stadio. Non era scontata un'operazione del genere per il cantautore più amato dalla generazione Z, ma il fatto che Subtract sia un album che vien voglia di riascoltare è un buon segno.


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Gianni Poglio