True Love, quando la fantascienza italiana approda a Hollywood
Rai Cinema/Mercurio Domina
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True Love, quando la fantascienza italiana approda a Hollywood

Come succede che due ragazzi poco più che trentenni approdino a Hollywood per girare un lungometraggio di fantascienza completamente italiano? Ne abbiamo parlato con il regista Fabio Guaglione, uno dei due talenti dietro True Love, disponibile gratuitamente in streaming a partire da oggi, su YouTube e Rai Cinema Channel

È la primavera del 1999, nelle sale sta spopolando il primo Matrix dei fratelli Wachowski, migliaia di ragazzi entrano in sala senza sapere bene cosa aspettarsi e ne escono folgorati. Molti di loro fanno la strada di casa discutendo delle possibili chiavi di lettura, chi ha un modem 56K va a cercare informazioni sui Wachowski e la genesi del film, altri si preparano a tornare in sala per rivederlo.

Fuori da un cinema nella provincia di Milano, nel frattempo, due ragazzi di 18 e 19 anni escono dal cinema galvanizzati. Da tempo stanno lavorando a un fumetto, girano per le fiere, si danno da fare come matti, Dopo aver visto Matrix però cambia tutto, vogliono fare cinema, decidono di girare un corto e di farlo da soli, senza bisogno di scuole o strade preferenziali.

Dodici anni dopo, Fabio Guaglione e Fabio Resinaro sono a Los Angeles sul set del loro primo lungometraggio. Negli ultimi dieci anni hanno girato quattro corti, sei videoclip (collaborando con diversi artisti tra cui Subsonica e Zeropositivo ) e hanno lavorato a decine di altri progetti. L’ultima loro creazione si chiama True Love, un film girato a metà strada tra Los Angeles e Lodi, in lingua inglese e con attori americani, ma (ci tengono a precisare) italiano al 100%.

True Love racconta la storia di Jack e Kate, una coppia apparentemente normale, perfetta, quasi banale. Un giorno Jack e Kate si risvegliano separati, rinchiusi in due misteriose stanze cubiche, nell’aria tuona una voce che pone domande a bruciapelo sulla loro relazione dispensando punizioni o ricompense a seconda delle risposte, e l’unica cosa che loro possono fare è scegliere tra due bottoni (SI e NO) posti su una parete.

Il film ha già girato diversi festival internazionali, negli Stati Uniti c’è chi lo ha definito : “Un film dal sapore hitchcockiano che sfida le classificazioni di genere”.  In Italia per ora è disponibile solo in streaming. Dopo aver debuttato in free streaming su Cubovision, da oggi True Love è disponibile gratuitamente su YouTube.

Per l’occasione abbiamo incontrato Fabio Guaglione, davanti a un’ottima e italianissima pizza artigianale, per scoprire come succede che due ragazzi italiani partiti da un cinema di provincia finiscano per girare un film italiano a Hollywood.

Per rompere il ghiaccio, una domanda secca e diretta. Come succede che due ragazzi italiani passino dall’entusiasmo dei primi vent’anni, a presentare un lungometraggio nei festival internazionali?
Semplicemente, ci siamo chiesti come fare per realizzare il nostro sogno e abbiamo trovato un modo per farlo. Dietro ogni nostra mossa c’era tanta incoscienza quanto imprenditorialità. Quando abbiamo deciso di girare un corto di fantascienza, E:d:e:n, abbiamo scelto un concept forte che potesse essere realizzato con pochi mezzi. Invece di dire “non si può fare” abbiamo cercato un modo di farlo, e per farlo servono due cose: dedizione e pragmaticismo.

Definisci "pragmaticismo"
Per pragmaticismo intendo quella perseveranza strategica e concreta che va oltre la realizzazione dell’opera. Di per sé il solo arrivare alla finalizzazione di un progetto richiede una costanza molto concreta, ma una volta terminato il prodotto è necessario che questo sia usato in modo da risultare utile ai loro autori. Quindi deve essere mostrato ad un pubblico, deve creare attenzione tra i giornalisti, deve arrivare a potenziali finanziatori. Per questo sin da E:d:e:n abbiamo dedicato molta attenzione, anche se mai abbastanza, al fattore promozione, e con i nostri lavori abbiamo sempre cercato di partecipare a numerosi festival nazionali e internazionali. Non basta semplicemente “fare cose belle”, bisogna anche trovare dei modi per mostrarle, queste cose, e per creare una rete di persone interessate a lavorare con te su progetti futuri o a finanziare o a distribuire le tue prossime opere. Ecco perché, per dire, tuttora, invece che a dirigere o a sceneggiare, il 65% del mio tempo lo passo a scrivere email.

Veniamo a True Love. Dove è stato girato e quanto sono durate le riprese?
Le riprese sono iniziate nel settembre del 2010, a Los Angeles, e si sono concluse quattro settimane dopo a Zelo Buon Persico, in Provincia di Lodi.

A giudicare dal risultato finale si ha l’impressione di vedere una pellicola in cui ogni pezzo sembra incastrarsi alla perfezione. Mi par di capire, però, che non sia stata esattamente una passeggiata
Il nostro era un microbudget, questo ha fatto in modo che qualsiasi step risultasse assai difficile. Per quanto il film sia stato concepito per costare poco, al momento della produzione non puoi sgarrare nemmeno di un centesimo, ed anche i passaggi più semplici si rivelano estremamente complessi se il gruppo di lavoro di persone è così ridotto, ognuno si ritrova a ricoprire tre o quattro ruoli…il che nuoce gravemente alla salute. Nello shooting molti costi sono lievitati perché abbiamo scelto di lavorare con attori membri del sindacato americano degli attori, il SAG, che comportano costi, regole e condizioni minime che bisogna rispettare, tali costi per un film microbudget possono risultare fatali.

Ad esempio?
Ad esempio per contratto sindacale devi assicurare agli attori solo voli in prima classe, il 15% del budget è andato via così. Il sindacato è potentissimo, e se non paghi gli attori quanto devi, sono addirittura titolati a prendersi i diritti del film.

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Tu e l’altro Fabio (Resinaro) risultate creatori, produttori, sceneggiatori, production designer, montatori e supervisori musicali di True Love. Avete seguito praticamente tutto, perché allora scegliere un altro regista?
Esistono diverse motivazioni. In primo luogo, abbiamo interesse a lavorare a progetti basati sui nostri concept, spesso anche coinvolgendo giovani registi in modo da creare una vera e propria scuderia di talenti. In un certo senso la nostra piccola casa di produzione, la Mercurio Domina , è nata per questo motivo. Oltre a questo, quando abbiamo deciso di produrre il film, eravamo legati a una casa di produzione e per ragioni contrattuali questo non ci permetteva di dirigere il film in tempi stretti, mentre True Love era stato concepito proprio per realizzare un film il prima possibile anziché mettere in cantiere un altro progetto che avrebbe preso anni solo nella sua fase di sviluppo. Allora abbiamo scelto Enrico Clerico Nasino, che in molti dei nostri lavori è stato aiuto regista. In realtà, poi, abbiamo seguito in modo maniacale ogni singola fase, dalla pre-produzione, al montaggio finale. Siamo stati molto invasivi, e il film è il risultato di un lavoro di tre teste.

Avete più volte dichiarato che il vostro è un film interamente italiano: cosa ha impedito di girarlo in Italia con attori italiani?
Di fatto è un film prodotto e curato interamente da italiani, se risulta una co-produzione perché una parte è stata girata in America, ma è solo una questione burocratica. Per quanto riguarda la scelta degli attori americani, noi siamo dell’avviso che per molte persone sia difficile disaccoppiare un certo tipo immaginario, come quello dell’horror e della fantascienza, dalla lingua inglese e da un certo tipo di ambientazione. Questo non significa che non puoi fare un horror a Torino, ma è sicuramente meglio se tale scelta viene contestualizzata nella storia stessa. L’ambientazione incide molto sul significato e sulla percezione di una storia. Se True Love fosse stato ambientato a Nuova Dehli o a Roma avrebbe preso un sapore diverso. In questo modo, invece, il film è più digeribile sia per il pubblico nostrano che per quello internazionale. La scelta poi è stata dettata anche e soprattutto da ragioni di vendita, è più facile vendere all’estero un film in lingua inglese.

Parliamo di influenze: per quanto il vostro film risulti del tutto originale ed efficace, alcune scelte ricordano altri debutti low-budget di successo come The Cube e Saw. Sbaglio?
No, The Cube e Saw sono i primi riferimenti che vengono in mente allo spettatore, però ci siamo mossi soprattutto sulle linee di Lost, dal momento che sovrapponiamo due livelli di storia: una principale e chiara, e una di background della quale vengono forniti alcuni pezzi per poi lasciare ad ognuno la libertà di comporre il proprio puzzle e di vedere se combacia con quello degli altri che hanno visto il film. Inoltre, mentre scrivevamo la sceneggiatura abbiamo visto anche Inception, e secondo me qualcosa ci è finito dentro.

È una sfida allo spettatore? Del tipo “ora provate a trovare il rimando a Inception"?
(Sorride [N.d.A.])

Per concludere, voglio farti una domanda da fazzoletto alla mano: a proposito di vero amore, Tarantino ha più volte dichiarato che probabilmente non si sposerà finché continuerà a girare film, perché questa parte della sua vita vuole dedicarla alle sue opere. Quanto e come incide questo lavoro sulla vita di coppia?
Secondo me è molto difficile gestire tutto, soprattutto se ci tieni ai film che fai. Sono percorsi pieni di sacrifici inimmaginabili per chi ne è al di fuori. Alla fine del 2012 ho dovuto affrontare un periodo parecchio complicato, diciamo che a livello professionale e personale per me è davvero arrivata l’apocalisse Maya. Ma attraversando quell’inferno ho capito una cosa: non importa cosa ti succede, quello che davvero importa è come lo gestisci. A volte, quando fai un film, tu cerchi di gestire tutte le cose, ma poi sono le cose che finiscono per gestire te. È questa è la cosa peggiore che ti possa succedere. Alla fine, come dice sempre il mio socio, “sono solo film”. Quindi per rispondere alla tua domanda, incide, incide tantissimo, ma non è detto che questo sia necessariamente una cosa negativa. Dipende dalle due persone e dalla natura del loro…vero amore.

Il film è disponibile in streaming su YouTube e su Rai Cinema Channel

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Fabio Deotto