The Wall concerto
Roger Waters / Ansa
Musica

Il futuro della musica live tra annunci e nuove regole

Sarà l'omaggio a Morricone de Il Volo all'Arena di Verona ad aprire sabato 5 giugno la stagione dei concerti all'aperto, mentre è in corso un dibattito sulle nuove regole per riaprire in sicurezze i luoghi dello spettacolo dal vivo

La musica dal vivo riparte, faticosamente, con limiti e regole ancora da definire, ma riparte. Mentre per i grandi eventi all'aperto (come Guns 'N' Roses, Iron Maiden, Vasco Rossi) bisognerà aspettare l'estate del 2022, per i concerti medio-piccoli (fino a 1.000 persone, per intenderci) è questione di pochi giorni, con la possibilità, forse, di un numero maggiore di spettatori per alcuni eventi straordinari, ma con regole più stringenti. Sabato 5 giugno sarà il trio operatic-pop de Il Volo ad aprire il 2021 dell'Arena di Verona, con un concerto-evento in onore del Maestro Ennio Morricone, cui seguiranno gli show di Emma (6-8 giugno), Francesco Gabbani (4-5 luglio) e Benji & Fedez (la data, ancora da definire, verrà comunicata entro il 2 maggio). Due importanti festival jazz, Umbria Jazz e Time in Jazz, si terranno rispettivamente a Perugia dal 9 al 18 luglio e a Berchidda e altri centri del Nord Sardegna dal 7 al 16 agosto. Colapesce Dimartino, da molti considerati i vincitori morali di Sanremo 2021 grazie al successo di Musica leggerissima, si esibiranno in sette concerti (Cattolica, Bitonto, Roma, Riola Sardo, Prato, Servigliano e Taormina) tra luglio e agosto.

Una lista, quella dei concerti dell'estate 2021, che, per fortuna, è in costante aggiornamento. Una situazione resa possibile da un lato dal leggero calo dell'RT nazionale e dall'aumento (sebbene ancora lento) del numero delle vaccinazioni in Italia, dall'altro dalla situazione sempre più drammatica in cui versa il mondo dello spettacolo, nel quale, è bene ricordare che, dietro la star milionaria o al cantante che riempie i palasport, lavorano migliaia di maestranze, spesso altamente qualificate e con anni di esperienza alle spalle. Un grido di allarme, quello dei lavoratori del mondo dello spettacolo, che sarà portato a Roma sabato 17 aprile alle ore 17 in Piazza del Popolo, con la seconda manifestazione nazionale di Bauli in Piazza. Dopo il Duomo di Milano, questa volta sarà la piazza ai piedi del Pincio ad essere invasa da un esercito di bauli, oggetto-simbolo dei lavoratori dietro le quinte, e da migliaia di operatori che manifesteranno nel rispetto delle norme anti covid per chiedere fondi di sostegno, ma soprattutto regole e date certe per poter tornare a lavorare in sicurezza già a partire da quest'estate. Ieri, a rinfocolare le polemiche sulla gravissima crisi del comparto dello spettacolo da vivo, è arrivata la notizia del via libera del governo Draghi al 25% di pubblico dal vivo allo stadio Olimpico di Roma (circa 16.000 spettatori), quota minima richiesta dall'Uefa per consentire lo svolgimento di Euro 2020 anche in Italia. Non si è fatta attendere la dura replica di Enzo Mazza, amministratore delegato della Fimi, la Federazione dell'industria musicale italiana. «Siamo di fronte a una farsa. Si dibatte su protocolli stringenti sui cui dovrebbe esprimersi il Cts per consentire quest'estate eventi musicali all'aperto con mille persone o poco più, e nello stesso momento si approva un piano far entrare oltre 16 mila persone all'Olimpico in occasione degli europei di calcio?».

Dello stesso avviso, sebbene con toni più sfumati, Giulio Rapetti, in arte Mogol, presidente della Siae: «Se si apre al mondo dello sport si deve aprire, negli stadi o in spazi analoghi, anche agli eventi culturali e agli spettacoli, nel rispetto delle stesse modalità di sicurezza». In un comunicato congiunto, Roberto De Luca (Live Nation), Ferdinando Salzano (Friends & Partners), Clemente Zard (Vivo Concerti) hanno chiesto regole certe per il settore dello spettacolo dal vivo: «Sono mesi ormai, precisamente da dicembre dello scorso anno, in occasione dei primi incontri con le istituzioni e con alcuni componenti del comitato tecnico scientifico, che ribadiamo che il punto fondamentale per poter cominciare nuovamente a rimettere la musica sul palco è che venga definita una regola per il calcolo delle "capienze COVID". La capienza COVID, con tutte le prescrizioni previste (afflusso e deflusso distribuiti e separati, misurazione della temperatura, distanziamento all'interno delle venue con sedute fisse, igienizzazione degli spazi e l'utilizzo della mascherina da parte del pubblico) deve essere calcolata non a numero fisso bensì in relazione ai metri quadrati disponibili per ogni singola venue e possa permettere l'applicazione precisa di tutte le norme del protocollo di sicurezza». Poco dopo è arrivata indirettamente la replica del ministro della Cultura Dario Franceschini, sotto forma di risposta a un'interrogazione parlamentare presentata da Gabriele Toccafondi (Iv) sulle iniziative che il governo intende mettere in capo per far ripartire il settore dello spettacolo dal vivo.

«Ho incontrato due giorni fa il Comitato tecnico scientifico e in una lettera ho chiesto che in zona gialla sia ampliata la capienza dei locali. Ad oggi è prevista la possibilità di avere una capienza del 20% dei posti, massimo 200 persone al chiuso, 400 persone all'aperto. Io ho chiesto che sia prevista una capienza al 50%, fino a 500 persone al chiuso, e fino a 1000 persone all'aperto, con la possibilità data alle Regioni di dare deroghe per luoghi particolari che consentano di avere una capienza maggiore. Ho precisato oggi che qualora venga prevista la riapertura degli stadi per partite di calcio se nello stesso luogo si svolgono concerti le regole devono essere identiche, non ci possono essere differenze, perché non si va in base all'importanza dell'evento, ma le regole devono essere uguali per tutti». Insomma, occorrerà aspettare ancora qualche giorno per avere dal governo le linee guida definitive sulle regole da adottare quest'estate per gli spettacoli dal vivo nei teatri e nelle arene all'aperto. Una cosa è certa: la musica, che tanto ci ha aiutato in questi mesi di chiusure e di restrizioni, sta per uscire dalle nostre camere per tornare di nuovo nella sua sede naturale, quella del concerto, in cui le note diventano una forte esperienza di condivisione collettiva che non potrà mai essere sostituita dallo schermo di un pc.

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Gabriele Antonucci