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(Ansa)
Musica

Le dieci canzoni più belle di Harry Belafonte

I brani indimenticabili del grande artista, morto a 96 anni a New York, icona della musica e dei diritti civili

Il mondo della musica piange la scomparsa di Harry Belafonte, morto a 96 anni a New York per insufficienza cardiaca, uno degli artisti più importanti della world music. Belafonte è stato il primo afro-americano della storia a ricevere il Kennedy Center Honors nel 1989, la National Medal of Arts nel 1994 e un Grammy Lifetime Achievement Award nel 2000, oltre a essere stato il primo artista in assoluto ad aver venduto oltre un milione di copie per il suo album Calypso. A partire dai primi anni '50, Harry Belafonte ha costruito sulle incredibili capacità espressive della sua voce agile e gentile un repertorio che riprende l'eredità culturale dei Caraibi e del mondo anglosassone, inglobando i colori accesi del calypso e le tinte pastello delle ballate irlandesi, preparando così la strada alla riscoperta del folk. Vediamo insieme le dieci canzoni più belle e rappresentative dell’artista, icona della musica e dei diritti civili.

1) Banana Boat Song (Day-O) (1956)

La canzone più famosa di Harry Belafonte, Banana Boat Song (nota anche come Day-O), descrive la routine quotidiana dei lavoratori portuali in Giamaica che caricano le banane sulle navi dirette negli Stati Uniti: il brano ha un contagioso ritornello “call and response”, che incoraggia gli ascoltatori a unirsi e a cantare insieme a lui. Un classico che è stato “coverizzato” innumerevoli volte (da noi Gino Latilla ne fece una popolare versione in napoletano nel 1959), che celebra al tempo stesso il duro lavoro e i semplici piaceri della vita.

2) Island in the Sun (1957)

Island in the sun è un classico del calypso del 1957, caratterizzato da una melodia orecchiabile e da un ritornello contagioso, che celebra la bellezza della Giamaica e il desiderio che persone di razze e background diversi si uniscano e vivano in armonia, grazie anche al potere aggregante della musica.

3) Jamaica Farewell (1956)

La voce fluida e carismatica di Belafonte viene esaltata in questo calypso nostalgico e malinconico che racconta l’addio di una persona alla sua Giamaica, di cui già rimpiange il paesaggio lussureggiante, il ritmo gioioso della musica e lo stile di vita spensierato e rilassato.

4) Jump in the Line (1961)

Jump in the Line, famosa anche come sigla di chiusura del film di Tim Burton Beetlejuice, ha vissuto molte vite prima di raggiungere il microfono di Harry Belafonte. La sua resta, però, la versione più conosciuta, grazie a un tempo più veloce e a una maggiore enfasi sulla sua brillante voce, che esorta gli ascoltatori a "saltare in fila" e unirsi alla celebrazione della danza e della vita, catturando lo spirito della musica caraibica.

5) Matilda (1953)

Il primo grande successo di Harry Belafonte, un calypso classico con un vivace arrangiamento di fiati, batteria e altri strumenti a percussione, racconta la storia di Matilda, che lascia il suo amante dopo aver speso tutti i suoi soldi, con un testo ricco di umorismo e di giochi di parole.

6) Mary's Boy Child (1956)

La versatilità artistica di Belafonte è perfettamente rappresentata dall’emozionante Mary's Boy Child, un classico natalizio con una melodia indimenticabile che descrive la nascita di Gesù Cristo e il suo messaggio di amore e di speranza per tutta l'umanità, sottolineando l'importanza della festività del Natale come momento di riflessione e di gioia per tutti.

7) Scarlet Ribbons (1956)

Un altro fulgido esempio del fatto che è Harry Belafonte è stato molto di più del “re del calypso” è la commovente Scarlet Ribbons, interpretata con grande sensibilità dal cantante, che descrive l'amore di un padre per la figlia e il suo desiderio di farle un regalo speciale, con le immagini di "nastri scarlatti" che evocano il calore e la tenerezza del legame indissolubile tra genitore e figlio.

8) Man Smart, Woman Smarter (1952)

Uno dei primi brani della lunga e fortunata carriera di Harry Belafonte è l'ironica Man Smart, Woman Smarter, un calypso dal ritmo vivace e contagioso che celebra, con una buona dose di umorismo, l'intelligenza e il buon senso delle donne rispetto agli uomini in determinate situazioni, come l'evitare un comune raffreddore fino al superarli in astuzia nelle relazioni amorose.

9) Midnight Special (1962)

Un blues tradizionale di Bo Diddley interpretato da Belafonte con grande sfrontatezza e ironia, sopra un ritmo indiavolato di armonica di un giovane e ancora sconosciuto Bob Dylan, qui alla sua prima registrazione ufficiale.

10) A Hole in the Bucket (1977)

Scritta da Belafonte a quattro mani con l’icona del folk nero Odetta, la dolceamara A Hole in the Bucket ha riportato il cantante, dopo una serie di dischi pop di successo, alle sue radici musicali tradizionali.

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Gabriele Antonucci