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Coldplay: Music of The Spheres ha ben poco di stellare

Il nono album della band capitanata da Chris Martin, ambientato in un sistema solare immaginario chiamato The Spheres, non convince né nei brani pop che in quelli più sperimentali

Dolci e poetici, ermetici nei testi quanto accessibili nelle sonorità, i Coldplay incarnano le rockstar della porta accanto, che piacciono in egual misura alle ventenni e alle loro mamme, grazie a un sapiente crossover tra pop, rock ed elettronica. Album dopo album, Chris Martin, Jonny Buckland, Guy Berryman e Will Champion sono diventati il gruppo pop più importante al mondo, combattendo ad armi pari con U2, Muse e Radiohead per il maggior numero di spettatori nei concerti. Nei precedenti otto album il quartetto inglese ho sfornato hit a ripetizione, alternando negli ultimi dieci anni dischi apertamente radio friendly (Mylo Xyloto, A Head Full of Dreams) a lavori più sperimentali (Ghost Stories, Everyday Life). Music of The Spheres, prodotto dal prezzemolino Max Martin (a cui dobbiamo i maggiori successi pop di Britney Spears, Backstreet Boys, Katy Perry, The Weeknd e Taylor Swift), si colloca a metà strada tra questi due poli, una dicotomia che non giova all'ascolto complessivo dell'album, anche se sappiamo bene che, nell'epoca dello streaming e dell'ascolto fast food, sono ben pochi quelli che ascoltano un disco dall'inizio alla fine.

Decidere vuol dire etimologicamente tagliare con l'alternativa, mentre i Coldplay qui strizzano l'occhio sia alla generazione Z, con i featuring dei BTS nella hit pop-funk My Universe e di Selena Gomez nella zuccherosa ballad Let somebody go, che a quella X, che li amati nei primi album Parachutes e A Rush of Blood to the Head, negli intermezzi strumentali Music of the spheres 1 e II e Alien choir e soprattutto nella lunga Coloritura (10 minuti). Quest'ultima, collocata saggiamente alla fine dell'album, è un invito a intraprendere un "viaggio cosmico" attraverso i pianeti dell'universo, rappresentato sulla copertina dell'album realizzata da realizzata da Pilar Zeta, artista argentina, graphic designer e fashion designer che ha già collaborato con la band per l'album A Head Full of Dreams. Il brano è un evidente omaggio ai Pink Floyd di The Dark Side of The Moon, senza però avere la grandiosità, l'ambizione e il pathos della band di Waters & Gilmour. Sembra che l'ispirazione per Music of the Spheres sia venuto a Chris Martin dopo aver visto la scena della Taverna Mos Eisley in Star Wars.

L'album è ambientato in un sistema solare immaginario, chiamato The Spheres, che consta di 9 pianeti, 3 satelliti naturali, una stella e una nebulosa. A ogni brano corrisponde un corpo celeste, tanto che cinque canzoni sono rappresentate semplicemente da un emoji. Uno storytelling sci-fi affascinante e utile per la promozione sui media, ma di stellare, in questi dodici brani, c'è davvero ben poco. Ne è un esempio Biutyful, che inizia con una fastidiosa voce pitchata, un brano mellifluo, dalle ritmiche chill-out, che invita allo skip. Anche la collaborazione con il geniale Jacob Collier (cantante e polistrumentista jazz lanciato da un certo Quincy Jones) nel brano a cappella Human Heart, a cui partecipa anche il duo americano R&B We are KING, resta un'occasione parzialmente sprecata, anche per colpa di un testo tutt'altro che memorabile ("Il mio cuore umano/Ho solo un cuore umano/Vorrei che non scappasse/Vorrei che non cadesse a pezzi/Oh mio cuore umano/Notte e giorno, luce e buio/Ogni giorno potrebbe essere diviso a metà/Ho solo un cuore umano").

Oltre al singolone con i BTS, furbo ma sicuramente ben confezionato, grazie anche alle sue godibili reminiscenze anni Ottanta che troviamo anche nel singolo di lancio Higher Power, il brano migliore dell'album è sicuramente People of the Pride, un alternative rock galvanizzante che, con le sue chitarre distorte e la sua ritmica serrata, ricorda le prime produzioni dei Muse e dei Kasabian (in particolare la hit Shoot the Runner). I Coldplay presenteranno l'album dal vivo il 22 ottobre con una performance alla Climate Pledge Arena di Seattle, che segnerà il ritorno in un'arena dopo quasi cinque anni e la prima occasione per i fan di ascoltare i nuovi brani dal vivo. Il concerto sarà trasmesso in live streaming da Amazon Music a partire dalle 19 (le 4 ora italiana) di venerdì 22 ottobre, replicando l'esibizione alle 19 di sabato 23 ottobre. Vedremo se dal vivo, dove la band di Chris Martin notoriamente dà il meglio di sé, questi nuovi brani di Music of the Spheres potranno acquistare nuovi colori e un maggiore respiro, ma da un gruppo da 100 milioni di dischi venduti, che negli ultimi 20 anni ci ha lasciato almeno una dozzina di canzoni indimenticabili, è lecito aspettarsi qualcosa di più.
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Gabriele Antonucci