Charlie Parker: 100 anni fa nasceva il genio del sax
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Charlie Parker: 100 anni fa nasceva il genio del sax

Nato il 29 agosto 1920 a Kansas City, Bird ha cambiato radicalmente il volto del jazz moderno, stabilendo le coordinate sonore del bebop

"La musica è la tua esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non la vivi, non verrà mai fuori dal tuo strumento". Parola di Charlie Parker, nato il 29 agosto 1920, 100 anni fa, colui che, insieme a Miles Davis, John Coltrane e Thelonius Monk, ha cambiato radicalmente il volto del jazz moderno. Arrigo Polillo, uno dei maggiori critici musicali in ambito jazz, ha definito Parker come "il Picasso dell'arte afroamericana, l'uomo che reinventò la sintassi e la morfologia della musica jazz e ne deviò il corso". Nelle sue torrenziali esibizioni "Bird", uno dei maggiori esponenti del be bop, investiva gli ascoltatori con una valanga di note ricche di accenti, contrasti e cromatismi, progressioni di accordi mai sentite prima, repentini cambi di tempo (spesso raddoppiati), il ridotto ricorso al vibrato, le politonalità, i temi che si confondono sempre più con le improvvisazioni, fino quasi a sparire, una tecnica strabiliante nel controllare note velocissime. Le sue KoKo, Ornithology, Billie's Bounce, Parker's Mood, Bloomdido, Scrapple from the Apple, Relaxin'with Lee e Relaxin' at Camarillo sono diventati standard con i quali qualsiasi jazzista si è prima o poi cimentato.

Purtroppo Parker è stato spesso vittima di sé stesso, del suo egocentrismo, della sua dipendenze dall'alcool e dalla droga, che lo hanno condotto più volte a esibirsi in pessime condizioni e a sperperare tutti i suoi guadagni. Robert Reisner, amico del sassofonista e autore di Bird: The Legend of Charlie Parker, ha scritto di lui: "Era un uomo di tremendi appetiti fisici. Mangiava come un cavallo, beveva come un pesce, era sexy come un coniglio. Era completo nel mondo, era interessato a tutto. Ha composto, dipinto; amava le macchine, le macchine; era un padre amorevole ... Nessuno aveva un tale amore per la vita, e nessuno si è sforzato così tanto di uccidersi ". Dopo la sua morte, Parker divenne un'icona per la sottocultura hipster e per la Beat Generation , incarnando il musicista jazz come artista e intellettuale senza compromessi invece che un mero intrattenitore. Jack Kerouac ha emulato il suo stile improvvisativo nella poesia Mexico City Blues, scrivendo: "Voglio essere considerato un poeta jazz che soffia un lungo blues in una jam session pomeridiana di domenica. Prendo 242 cori; le mie idee variano e talvolta passano da un ritornello all'altro o da metà di un ritornello a metà del successivo". L'artista Jean-Michel Basquiat ha onorato Parker con molte opere d'arte, tra cui Carlo I, mentre Clint Eastwood ha reso omaggio al genio torturato di Parker nell'intenso biopic Bird. Charlie Parker nacque il 29 agosto 1920 a Kansas City, sobborgo dell'omonimo stato e, ironia della sorte, si trasferì quasi subito a Kansas City, la grande città dello stato del Missouri.

Da adolescente, cresciuto dalla sola madre dopo che il padre, un artista di vaudeville, abbandonò la famiglia poco dopo la sua nascita, Charlie si fece le ossa nei vicoli dietro i nightclub che costeggiano la 12esima strada, mentre Count Basie, Lester Young, e Mary Lou Williams erano impegnati in estenuanti jam session. Dopo aver suonato nelle band di Buster Smith e Harlan Leonard, Parker entrò a far parte della band guidata dal pianista Jay McShann , che concesse all'indisciplinato Bird la libertà di sbocciare musicalmente. Fu proprio McShann a dargli il soprannome "Yardbird" e la forma abbreviata "Bird", che continuarono ad essere usati per il resto della sua vita, ispirando anche i titoli di numerose composizioni di Parker. Nell'aprile 1941, la band di Jay McShann incise un disco per l'etichetta Decca a Dallas: l'assolo di sax su Hootie Blues fu il primo segno tangibile della genialità di Charlie. Nel 1942, Parker si trasferì a New York con la band di McShann, dove diventò una delle principali attrazioni del Savoy Ballroom di Harlem, locale in cui, insieme all'amico Dizzy Gillespie, stabilì le coordinate sonore dell'allora nascente bebop, una rivoluzione copernicana nel jazz, impiegando come linea melodica gli intervalli più alti degli accordi e mettendovi sotto armonie nuove, conferendo così un ritmo musicale del tutto insolito alle composizioni. Dopo le esperienze nelle band di Earl Hines e Billie Eckstine, Parker e Gillespie formarono un piccolo gruppo che introdusse il bebop nella West Coast. A Los Angeles, Bird ebbe il primo di numerosi esaurimenti nervosi, tanto da finire in un ospedale psichiatrico statale di Camarillo, che ispirò il suo celebre brano Relaxin' at Camarillo.

Dopo essere uscito dall'ospedale, Charlie si trasferì a New York, dove si stabilì con la moglie Chan Richardson e i figli Pree, Baird e Kim. Grazie anche a una vita familiare più stabile, Parker raggiunse l'apice della sua carriera all'inizio degli anni Cinquanta, ricevendo numerosi premi per i suoi album. Dopo la tragica morte della figlia Pree nel 1954, la vita e la carriera di Parker ebbero un tracollo verticale. Prima la separazione con la moglie Chan, poi la mancanza di denaro, dovuta principalmente all' abuso di alcol ed eroina, lo portò a vivere come un senzatetto a New York, facendo affidamento sulla generosità di amici e di sconosciuti per tirare avanti. Parker morì nella suite della baronessa Pannonica de Koenigswarter allo Stanhope Hotel il 12 marzo 1955. Il dottor Richard Freymann, il medico che lo aveva in cura negli ultimi giorni di Parker allo Stanhope Hotel, aveva scritto nella cartella clinica che il musicista aveva un'età apparente di cinquantatré anni. Al momento della sua morte Charlie Parker, in realtà, aveva soltanto trentaquattro anni.

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Gabriele Antonucci