Gli A-ha si reinventano con l'emozionante pop orchestrale di True North
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Gli A-ha si reinventano con l'emozionante pop orchestrale di True North

L'undicesimo album della celebre band norvegese, anticipato dai singoli I'm In e You Have What It Takes, è stato registrato a Bodø, non lontano dal Circolo Polare Artico

«Cosa resterà degli anni '80», si domandava retoricamente Raf nell'omonimo brano del 1989. Sicuramente resteranno tante belle canzoni pop, tra cui l'indimenticabile Take on me degli A-Ha la band norvegese di maggiore successo di sempre, formata da Morten Harket, Magne Furuholmen e Paul Waaktaar-Savoy. Un gioiello synth-pop che suona ancora oggi attuale e il cui videoclip, che alternava un fumetto animato a immagini reali, è entrato fortemente nell'immaginario collettivo. A differenza di alcuni gruppi di quel periodo, gli A-ha non sono stati, però, una one hit wonder, ma una band che ha pubblicato undici album in studio e che è stata sempre capace di produrre musica di qualità e di rinnovarsi negli anni, nonostante gli screzi tra i suoi componenti e le due "pause di riflessione" nel 1994 e nel 2010. A sette anni dal precedente Cast in the steel, che aveva sancito la seconda reunion del gruppo, gli A-ha tornano oggi con l'atteso album True North (disponibile in versione digitale, CD, LP nero e in edizione limited deluxe contenente un libro di 40 pagine, 2 LP, CD e USB card), nel quale sono riusciti a reiventarsi ancora una volta. True North non è solo un album, ma anche un film (disponibile anch’esso dal 21 ottobre) che cattura gli A-ha mentre registrano i brani nel novembre 2021 a Bodø, la città norvegese a 90 km sopra il Circolo Polare Artico.

«Prima di tutto, abbiamo avuto l’idea di registrare l’album live in studio» racconta Paul «Poi, di filmare questa sessione in studio. E tutto questo è cresciuto in una vera e propria produzione, con l’orchestra norvegese, l’Arctic Philarmonic, con cui abbiamo collaborato». «True North è una lettera dagli A-ha, dal Circolo Polare Artico, una poesia che arriva dal profondo nord della Norvegia insieme a della nuova musica», ha aggiunto Magne. I fan del synth pop anni Ottanta troveranno solo alcune tracce di quel sound, mentre la maggior parte delle nuove canzoni si muovono nell'ambito di un caloroso pop orchestrale, una sorta di Pet Sounds norvegese inciso nell'estremo Nord . Il filo conduttore che attraversa quasi tutti i brani è il profondo legame con la natura e i rischi a cui è esposta ogni giorno. L'album si apre con la splendida I'm In, nella quale i tradizionali strumenti del rock si amalgamano alla perfezione con gli archi ariosi dell'orchestra Arctic Philarmonic. Magne, che ha scritto I’m In, afferma che è «una canzone sulla completa dedizione e supporto per una persona che è in difficoltà. La vera dedizione è un atto di fede. Tutti sanno quanto può essere difficile offrire impegno e supporto in maniera incondizionata, ma è quello che serve per far accadere qualcosa di importante – l’amore, l’amicizia, il cambiamento, l’automiglioramento, la carriera, un mondo migliore».

Il secondo singolo che ha anticipato il disco è You Have What It Takes, che mostra il lato più vulnerabile degli A-ha con intricati accordi di chitarra e l’inconfondibile voce di Morten, che non ha perso nulla della sua estensione, ma che, negli anni, ha acquistato inedite sfumature. Riguardo al messaggio del brano, Magne Furoholmen ha spiegato: «Se vogliamo dei cambiamenti positivi, il tutto deve iniziare dalle persone che combattono per i propri ideali, supportate da tutti noi. Ho grande fiducia nel futuro quando vedo il coraggio e le convinzioni dei giovani. Ce l’hanno loro e ce l’hai anche tu. Tu hai tutto quello che è necessario!». Gli amanti del synth pop anni Ottanta apprezzeranno particolarmente i brani Forest for the Trees e Make me understand: quest'ultimo, in particolare, ha tutte le potenzialità e il groove per diventare un futuro singolo. Di grande qualità anche As If, composta da Waaktaar-Savoy e cantata da Morten Harket con un tono più basso del solito, ma con la consueta padronanza vocale. I brani meno ispirati di True North sono Between The Halo And The Horn e Bumblebee, ma il finale è da applausi con la delicata e intima Oh my Word, una canzone di abbacinante bellezza, che ricorda alcune produzioni di Brian Wilson. In conclusione, True North è un album sorprendente, arrangiato e prodotto in maniera impeccabile, ricco di calore e di melodie memorabili, che potrebbe diventare il perfetto compagno delle fredde serate invernali, riscaldati dal fuoco di un camino, dal calore delle coperte e dalla voce espressiva di Morten Harket, encomiabile nell'esaltare la scrittura di due autori ancora ispirati come Magne Furuholmen e Paul Waaktaar-Savoy.

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Gabriele Antonucci