Rainbow, la vera storia della band fondata da Ritchie Blackmore
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Rainbow, la vera storia della band fondata da Ritchie Blackmore

In esclusiva un estratto dal libro Rainbow - Tutta la storia. Hard rock, streghe e sedute spiritiche...

I Rainbow sono una creatura di Ritchie Blackmore, il leggendario chitarrista dei Deep Purple, una band che nella sua discografia ha album storici e che come primo vocalist ha avuto Ronnie James Dio. Tra i i dischi cult del gruppo, Long Live Rock'N' Roll, Rising e l'epico live On stage. Tra i motivi che spinsero il chitarrista a fondare i Rainbow il suo disagio dal punto di vista musicale nei Deep Purple di David Coverdale e Glenn Hughes, decisamente meno orientati verso l'hard rock duro e puro e più inclini alle contaminazioni con il soul ed il funk.

Il ruolo di leader indiscusso di Blackmore nei Rainbow è provato dai continui cambi di formazione all'interno del gruppo in cui si sono avvicendati Craig Gruber, Jimmy Bain, Tony Carey, Ronnie James Dio, Joe Lynn Turner, Graham Bonnet, Roger Glover, Bobby Rondinelli, Bob Daisley, Doogie White…

Nelle pagine di Rainbow - Tutta la storia (edito da Tsunami) viene soddisfatta ogni curiosità: dagli esordi con Dio alla voce, fino al pressoché dimenticato Stranger In Us All con Doogie White come vocalist. Nel libro tutti gli album vengono analizzati nel dettaglio, con aneddoti e retroscena inediti, svelati dall'autore Martin Popoff autorevole giornalista musicale che per quattordici anni è stato il caporedattore della rivista Brave Words & Bloody Knuckles, la principale pubblicazione metal del Canada, oltre ad aver scritto per testate prestigiose come Revolver, Guitar World, Goldmine, Record Collector .

Qui sotto, un estratto dal libro che svela la passione di Blackmore per l'occulto e le sedute spiritiche

Registrare Long Live Rock’n’Roll in Francia al Le Château (una scelta dettata in parte dal fatto che a Cozy Powell piaceva il sound della batteria di quello studio) si rivelò una distrazione. «Ritchie ha fatto diverse sedute spiritiche, e ho assistito a più di una», racconta il bassista Bob Daisley. «Entrava sempre in contatto con un’entità negativa di nome Baal. Ma non ricordo molto, sinceramente». Questi episodi ispirarono la frase “Nessun ringraziamento a Baal” riportata tra i credit sul retro dell’album, oltre a dichiarazioni di Ritchie sul fatto che di giorno sembrava regnare la normalità, ma al calar del sole il castello e l’attrezzatura in esso contenuta diventavano “stregati”. Tali sedute spiritiche condotte da Ritchie, Ronnie e un roadie di nome Ox (descritto da Bob come: «Un newyorkese grande e grosso, che probabilmente aveva accettato solo perché amico di Ritchie») avrebbero dato luogo a brevi conversazioni e a promesse di caos e sventura da parte della succitata entità, ma a nessun incontro con il precedente proprietario del castello, Chopin.

«Mi interessano certi fenomeni, specialmente i fantasmi», disse Blackmore a Richard Hogan nel 1981, a proposito delle sue ricerche paranormali. «Ma non gli extraterrestri, e neppure Alesteir Cowley, i sacrifici di bambini e cose del genere, decapitare polli, il satanismo. Mi piace solo andare a caccia di fantasmi. Ho fatto delle ricerche, sai, e sono portato a pensare che esistano. Quando abbiamo fondato i Deep Purple avevamo un bassista di nome Nick Simper, ed era lui a guidare le sedute spiritiche. Io ero assolutamente contrario, finché non ho visto con i miei occhi cosa succedeva. Mi sono appassionato per curiosità. Credo di più nella religione, perché ho visto cosa è la malvagità. Non pratico cose oscure, ma ne conosco l’efficacia».
A domanda sulle condizioni ideali per una seduta spiritica, Blackmore risponde: «Non devi essere stanco. Se ci sono personalità deboli, verranno possedute. Ti servono personalità forti e ricettive. Un mio amico chitarrista una volta ha detto: “Ah, non ci credo, sono tutte cavolate. Non ho paura di voi fantasmi, io sono più forte”. Un secondo dopo è stato sbalzato via dalla sedia. Aveva la schiuma alla bocca e aveva perso conoscenza. Il giorno dopo è dovuto andare da un prete, e lui gli ha detto: “Non farlo mai più. Sei stato posseduto”.

Se non stai attento, rischi di impazzire. Spesso la gente ha troppa fretta, e si spinge troppo in là. Gli ospedali psichiatrici sono pieni di persone possedute da spiriti maligni. Ho incontrato un sacco di gente nel mondo della musica che ha avuto strane esperienze. Di solito ti ritrovi una ragazza in camera che ti chiede: “E a te cos’è successo di strano?”. Incontrerò cento streghe al mese. Quelle vere sono riluttanti a uscire allo scoperto e a raccontare le loro storie. Capisci subito quando sono sincere, a differenza di quelle che marciano nel backstage con le tette di fuori, annunciando a destra e a manca: “Sono una strega!”».

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Gianni Poglio