Honor 6 Plus
Tecnologia

Honor 6+, la recensione

L’obiettivo è dichiarato fin dal nome: battere l’iPhone 6 Plus con una dotazione di pari livello, ma alla metà del prezzo. Le nostre impressioni

La possibilità di scattare in modalità Apertura ampia non è la sola funzione degna di nota. Meritano sicuramente una sottolineatura l’opzione Foto notturna (per alzare il tempo di esposizione in condizioni di scarsa luminosità) e l’ottima fotocamera frontale da 8 megapixel (con funzionalità video da 1080p a 30 fps), probabilmente uno dei migliori obiettivi in circolazione per gli amanti dei selfie.

Nel complesso un comparto fotografico di tutto rispetto, anche al netto degli effetti speciali, che però difetta di due elementi sempre più apprezzati nel mondo Android: lo stabilizzatore ottico e un sistema di accesso rapido alla fotocamera come quello implementato da Samsung ed Lg sui rispettivi portacolori (Galaxy S6 e G4).

Autonomia
Le dimensioni oversize e la possibilità di giostrare a piacere tutti i componenti interni del telefono (nella tradizione Huawei quasi tutto viene fatto in casa), hanno consentito ai tecnici Honor di riservare uno spazio di ben 3600 mAh per la batteria.

Si tratta, a ben guardare, di una capacità fuori dall'ordinario, più elevata di circa il 15-20% rispetto al valore medio di mercato. Ciò è ancora più evidente passando dalla teoria alla pratica: con una carica completa, Honor 6 Plus è in grado di fare quasi quattro volte il giro delle lancette (leggasi quasi due giorni di autonomia ininterrotta).

Giova, a questo proposito, la presenza di un ottimo sistema di gestione della batteria che permette di sfruttare le risorse in modo intelligente (regolando automaticamente CPU e Rete in base al reale utilizzo) o di attivare una modalità di ultra-risparmio energetico (da utilizzare quando le tacche sono agli sgoccioli).

Conclusioni
Se state cercando un terminale Android di fascia alta ma non per questo siete disposti a giocarvi lo stipendio, questo è di sicuro uno uno dei tre terminali da prendere in considerazione. Lasciate perdere il fumo di certe soluzioni ad effetto (vedi la doppia fotocamera per replicare l’effetto sfocato delle reflex), Honor 6 Plus è uno smartphone che “pesa” soprattutto per quello che offre nell’utilizzo quotidiano: qualità del display, fluidità dell’interfaccia, velocità di esecuzione delle applicazioni, autonomia. Il tutto racchiuso in un vestito da boutique che altrove viene venduto a cifre da 700 euro in su.

A voler proprio trovare il pelo nell’uovo si potrebbe rimarcare la mancanza di uno stabilizzatore ottico sulla fotocamera e l’idea di sfruttare in origine una versione di Android ormai datata. Ma, visto il funzionamento senza impuntamenti del telefono in questa configurazione, vien quasi difficile consigliare l’aggiornamento a Lollipop quando questo verrà reso disponibile.

Se di recente vi siete messi alla ricerca di un telefono Android dal buon rapporto qualità prezzo, vi sarete probabilmente imbattuti anche in qualche proposta firmata Honor.

Il brand che nasconde la seconda identità di Huawei, il vestito da supereroe utilizzato dalla casa cinese per fare breccia fra gli utenti più giovani (e in molti casi più smaliziati), si è in effetti ritagliato un ruolo da protagonista in quella che si potrebbe definire la seconda generazione dei telefonini Made in China: prodotti sì economici, ma estremamente curati, sia nella dotazione che nel design.

Il primo smartphone della casa - al secolo Honor 6 - è stato accolto con un certo entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico, tanto da convincere i responsabili della casa a realizzare una versione maggiorata del terminale, espressamente concepita per i cosiddetti heavy user, gli utenti che non devono chiedere mai.

Honor 6 Plus, così si chiama il modello in questione, è fin dal nome una freccia che punta dritto al cuore (e al portafogli) di quanti hanno sempre desiderato acquistare un iPhone 6 Plus ma non hanno mai osato farlo per via del prezzo. A meno di 400 euro (399, per la precisione), Honor mette sul piatto una proposta da 5,5 pollici che, sulla carta, ha poco o nulla da invidiare al più celebrato “collega” d’Oltreoceano.

Necessario, a questo punto, capire se le buone intenzioni si fermano alla lista delle specifiche tecniche, o se invece siamo di fronte a una proposta “top” a tutti gli effetti.

Design
Honor 6 Plus è come detto uno smartphone da 5,5 pollici, un “phablet” direbbero i precisini, rivangando un termine coniato quando ancora i terminali extra-large sembravano cose dell’altro mondo. In realtà siamo di fronte a un oggetto decisamente più leggero e maneggevole di quello che potrebbe sembrare. Huawei, pardon Honor, ha disegnato un prodotto davvero pulito armonioso, che ricorda per certi versi un altro best seller della premiata ditta, l’Ascend G7.

Sugli scudi sono soprattutto materiali e finiture: la cornice laterale e i tasti volume in metallo, la back cover in vetro, la cura generale nell’assemblaggio dei particolari conferiscono all’Honor 6 Plus uno standing ben superiore ai 399 euro segnati sul suo cartellino.

Hardware
Le considerazioni appena fatte per il design valgono anche sul fronte delle risorse fisiche. Se si esclude il lettore di impronte digitali (assente), l’Honor 6 Plus incorpora qualsiasi ben di Dio si possa oggi desiderare su uno smartphone al passo coi tempi: display Full HD (per una densità complessiva di pixel di 401 PPI, la stessa dell’iPhone 6 Plus), processore octa-core (Kiri), 3 GB di RAM, doppio slot per l’inserimento delle SIM, di cui uno utilizzabile all’occorrenza per una scheda microSD.

Eccellente la dotazione in termini di connettività che comprende fra le altre cose anche il supporto LTE di categoria 6, che significa - tradotto in soldoni - possibilità di navigare a velocità teoriche fino a 300 Mbps (ovviamente purché in possesso di adeguata SIM dati).

Software
Honor 6 Plus è stato sviluppato sulla base della penultima versione di Android (KitKat 4.4.2) ma in realtà pochi si accorgeranno del gap rispetto ai modelli Google-based più aggiornati. Per un semplice motivo: il volto mostrato dal telefono non è quello tipico dei terminali Android “stock”, ma quello dell’interfaccia custom di Huawei (Emui). Ne scaturisce un’esperienza utente completamente differente, ma non per questo meno gratificante, anzi: per pulizia grafica, semplicità di utilizzo e fluidità siamo di fronte a uno degli esperimenti di personalizzazione più riusciti del mercato. Tutto è a portata di mano e, nonostante la mancanza del drawer, ci si abitua in fretta al cambiamento.

Pressoché infinita la lista delle regolazioni “fini”: è possibile ad esempio decidere quali applicazioni mantenere in esecuzione anche dopo lo spegnimento dello schermo, impostare gesture predefinite per sbloccare il telefono, silenziare le chiamate, ridurre il volume della suoneria, aprire le applicazioni (anche quando il display è in standby), cambiare la disposizione dei tre tasti multifunzione e utilizzare pellicole ad hoc (Tastiplus) per aggiungere nuove scorciatoie nella parte superiore e inferiore del display.

Fotocamera

Uno degli aspetti di questo Honor 6 Plus più sottolineati in fase di lancio sta nella particolare configurazione della fotocamera posteriore, basata su un doppio obiettivo da 8 megapixel. Si tratta in linea di principio di una soluzione che ricorda molto da vicino quella adottata da HTC sul suo One M8 per ricreare l’effetto sfocato tipico delle fotocamere reflex.

In pratica, Honor 6 Plus scatta due foto a diverse profondità le combina in un’unica immagine con due differenti piani focali, il soggetto - o l’oggetto - in primo piano a fuoco, il resto della scena più o meno sfocato. Il giochetto di prestigio (perché di questo si tratta) funziona, e sarà sicuramente apprezzato da tutta quella frangia di utenti che pubblicano le foto su Facebook col solo intento di strappare Like dagli amici.

Si tratta tuttavia di un’artificio che un occhio attento non farà fatica a smascherare, soprattutto allargando l’immagine a tutto schermo. Il doppio obiettivo non opera infatti una vera propria sfocatura ottica, quanto piuttosto un "defocus". Il vantaggio dell’honor 6 Plus rispetto ad altri esperimenti dello stesso tipo sta però nella semplicità d’uso: si punta la fotocamera sul soggetto da mettere a fuoco e si regola da touch screen l’apertura del diaframma, da un minimo di f/0.9 a un massimo di f/16. Qui di seguito qualche scatto di prova per saggiare l’effetto bokeh.

Honor 6+: gli scatti di prova

Foto modalità Apertura Ampia f/0.95 ISO 80 Esposizione 1/1736

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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