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(Ansa)
Tasse

Così spendiamo i soldi della Tassa di Soggiorno

Abbiamo chiesto ad alcune città note per il turismo come reinvestano i milioni che ogni anno i turisti fanno entrare nelle casse comunali (e che fino a qualche anno fa non c'erano)

L'imposta di soggiorno fa aumentare o diminuire il turismo ricettivo? Era questa la domanda più comune nel 1988, quando l’imposta fu abolita anche per paura di perdere i turisti in visita durante i Mondiali di calcio del 1990. Oggi quella domanda non è più in voga. I dati pratici parlano chiaro e mostrano un incasso nazionale di 702 milioni per il 2023, una vera e propria svolta economica per il settore turistico nel Bel Paese da Nord a Sud.

E’ davvero difficile sapere dai Comuni a quanto ammontano esattamente gli incassi dell’imposta di soggiorno perché spesso i tributi vanno a finire nelle casse del bilancio comunale. Tuttavia Venezia, Firenze e Matera mostrano dati in crescita: Venezia passa da un incasso di 38 milioni di euro del 2023 a una previsione di incasso di 37 (il dato è cautelativo) per il 2024, Firenze passa da 71 a 77 e Matera da 1,8 a 2 milioni. Ma come si spenderanno nel 2024 i soldi incassati? Saranno destinati ad interventi ed investimenti strettamente legati al turismo o coprono anche spese che interessano invece l’intera comunità cittadina?

Sono poche le città che riescono a tenere un conto separato sull’utilizzo dei fondi incassati dalla Tassa di soggiorno, denaro che finisce nella cassa unica di tutte le entrate comunali assieme ad esempio all'Imu, alle multe, alla tassa sui rifiuti ma alcuni assessori ci hanno spiegato nel dettaglio a cosa servono questi milioni che fino a pochi anni fa, lo ripetiamo, non entravano nei bilanci dei comuni.

Firenze punta sui servizi per la fruizione dei beni culturali e ambientali con un intervento di 15 milioni di euro, sulla manutenzione del patrimonio arboreo con 8,4 milioni di euro, sugli eventi culturali con 1 milione di euro, ma soprattutto sul trasporto pubblico locale con 35 milioni di euro.L’assessore al Bilancio di Matera, Arcangelo Colella, guarda ai dati con soddisfazione. “Nel 2023 l’incasso dell’imposta di soggiorno ha sfiorato i 2 milioni di euro e il dato più significativo riguarda le spese sostenute per le aree verdi e il decoro urbano. Grazie a una programmazione della gestione del verde abbiamo utilizzato soltanto 133.000 euro degli incassi totali. Si pensi che nel 2018 sono stati spesi 370.000 euro per lo sfalcio dell’erba. E’ chiaro che gli interventi più sono programmati, più sono efficaci. Per il 2024 si prevede un incasso simile a quello del 2023 e ci proponiamo di investire somme anche per il recupero e la manutenzione di beni culturali perché la città dei Sassi può vivere di turismo e occorre tutelare il nostro patrimonio”. A Venezia l’assessore al Bilancio, Michele Zuin, punta tutto sul turismo. “Qui tutto è turismo. Da noi c’è sempre un filo logico, diretto o indiretto, che si ricollega al settore turistico e gli eventi sono veri e propri attrattori. Lo scorso anno abbiamo organizzato il Primo Salone dell’Artigianato e a settembre lo proporremo perché sono gli eventi che attirano i turisti. Per esempio, quest’anno si terrà la quarta edizione del salone nautico, che è un evento davvero molto frequentato. Com’è facile immaginare, il centro storico di Venezia non è facile da gestire e per questa ragione ci teniamo a destinare una buona parte degli incassi della imposta di soggiorno al controllo e al presidio del centro storico e agli operatori di Polizia municipale. Poi, non è da sottovalutare la presenza dei “guardians”. Sono loro che danno indicazioni su come comportarsi per non danneggiare i beni della città. Sono importanti i contributi della tassa di soggiorno destinati al Carnevale di Venezia, al Redentore durante l’estate e alla Regata storica. Ma, bisogna fare attenzione perché i soldi incassati con la tassa di soggiorno sono dedicati anche ad attività apparentemente banali, ma in realtà importantissime. Mi riferisco alla posa delle passerelle, che rappresenta un puzzle intelligente da costruire in momenti di emergenza per far continuare a far vivere la città quando l’acqua è alta”.


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Rosita Stella Brienza