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(Getty Images)
Economia

Swisscom si prende Vodafone Italia e Fastweb

I dettagli dell'operazione che cambia le carte in tavola sul mercato delle comunicazioni, anche se i consumatori difficilmente avranno dei vatnaggi

Nove mila dipendenti, ricavi per 7 miliardi di euro e 33 milioni di clienti nel mobile. Ecco il “nuovo” gruppo nel risiko delle telecomunicazioni italiane. All’alba, prima dell’apertura dei mercati, è arrivata la conferma: Swisscom acquisisce Vodafone Italia, integrandola con Fastweb. Nasce così un colosso della telefonia che diventerà il principale operatore di telecomunicazioni in Italia. Conseguenze? Il duopolio (Tim-Vodafone/Fastweb) potrebbe non fare bene alle tasche dei consumatori, ma un attore così forte potrebbe portare offerte interessanti economicamente per i clienti.

L’accordo, in breve. Swisscom ha stipulato accordi vincolanti con il gruppo Vodafone Plc per l’acquisizione del 100% di Vodafone Italia per 8 miliardi di euro. Operazione in contanti, finanziata a debito. Le attività del gruppo britannico verranno integrate con Fastweb, controllata in Italia di Swisscom. L’intesa dovrebbe chiudersi entro il primo trimestre 2025, dopo le approvazioni delle autorità Antitrust. Il marchio Vodafone non sparirà subito. Il gruppo svizzero potrà usarlo in Italia per cinque anni, versando un corrispettivo annuo all’inizio di 350 milioni, in diminuzione poi anno dopo anno.

La fusione di Vodafone Italia in Fastweb dà vita ad un gruppo con circa 9000 dipendenti, ricavi per 7,3 miliardi di euro (2,6 miliardi da Fastweb e 4,7 miliardi da Vodafone Italia) e 33 milioni di clienti nel mobile. Vodafone lascia l’Italia dopo oltre 20 anni, quando entrò comprando Omnitel. L’inglese ha fatto la stessa operazione in Spagna, incassando così in totale12 miliardi in contanti. Dall’altra parte Swisscom rafforza la sua presenza nel nostro Paese, dove è sbarcata nel 2007 attraverso Fastweb, che negli ultimi dieci anni ha segnato un aumento di oltre il 50% per clienti, fatturato ed EBITDA rettificato.

Tutti siamo tornati oggi con la memoria al 2016, quando a fondersi furono Wind e Tre. Ma unire Vodafone e Fastweb significa l’ascesa sul mercato di un gruppo che avrà il 32% della quota di mercato sul fronte mobile (con 33 milioni di clienti), il 34,7% del mercato della fibra FTTC (Fiber to the Cabinet) e il 36% della fibra FTTH (Fiber to the Home). Vuol dire predominio nel settore della banda ultralarga.

È una buona o cattiva notizia per i clienti? Ci sono due aspetti da prendere in considerazione. Da una parte la fusione riduce il numero di operatori telefonici sulla piazza italiana, con un inevitabile impatto sulla concorrenza. L’Italia al momento era uno dei Paesi europei con i costi più bassi nella telefonia mobile proprio perché nessun operatore riusciva a raggiungere la quota di mercato del 30%. Ora la questione cambia. Dall’altro lato però entra in gioco un nuovo operatore molto grande, con la forza, probabilmente, di offrire ai clienti proposte commerciali a prezzi più bassi (almeno nel primo periodo).

Per i clienti privati italiani la fusione porterà il nuovo gruppo al 32% nel mobile, superando il predominio di oggi di Tim che detiene il 27,9% del mercato. Ma il settore rimarrà frammentato, con Iliad per esempio pronta ad approfittarne. Sulla rete fissa si avrà un’importante concentrazione. Il nuovo gruppo dovrebbe superare il 30% dei clienti, dietro sempre a Tim che oggi ha il 40% e davanti a Wind Tre che occupa il 14%. Qui il rischio è l’aumento dei prezzi a causa del duopolio. Conseguenze simili si possono verificare nei servizi alle imprese. Vodafone è in crescita e Fastweb ha già il 35% del mercato. E sulla banda larga il primato è sicuro. La fusione potrebbe portare il nuovo gruppo al primo posto costringendo Tim a reagire e diventando una “lotta” tra solo due operatori. Il rischio “duopolio” è stato espresso chiaramente anche dal ceo di Iliad, che ha tentato invano di convolare a nozze con Vodafone negli ultimi mesi. “Si rischia un duopolio nel B2B, siamo preoccupati”, ha detto il ceo del Gruppo Iliad Thomas Reynaud poche ore prima dell’annuncio dell’accordo con Swisscom.

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Cristina Colli