Tutti i debiti delle Province che passano alle Regioni
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Economia

Tutti i debiti delle Province che passano alle Regioni

Con l'abolizione delle Province ben 10 sono i miliardi di debiti che i governatori si dovranno accollare come passività accumulate in questi anni

Un’eredità davvero scomoda con cui dovranno fare i conti soprattutto le Regioni. Ci riferiamo ai  debiti che le Province hanno accumulato in questi anni e che ora con la loro scomparsa finiranno proprio sul groppone dei governatori regionali oppure, in alcuni casi, delle neonate aree metropolitane. E non stiamo parlando certo di bruscolini, anzi, di parecchi miliardi. I numeri li ha messi in fila il Sole24Ore arrivando ad un saldo complessivo di circa 10,3 miliardi di euro. Se quindi per un verso i presidenti di alcune Regioni saranno ben lieti di riprendersi una serie di competenze, ad esempio su strade e reti di comunicazione, che finora erano riservate proprio alle Province, d’altro canto dovranno inghiottire il boccone amaro di un carico di debiti di tutto rispetto.

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E all’interno delle 107 Province che, come noto, saranno ridotte a 97 e perderanno l’attuale veste istituzionale, si può stilare anche una classifica di quelle che lasceranno la dote peggiore una volta scomparse. In testa c’è la provincia di Roma che in questi anni ha accumulato debiti per 773 milioni di euro. E nel caso specifico tra l’altro il futuro potrebbe riservare sorprese ancora più sconvolgenti. Le competenze in questo caso infatti dovrebbero finire all’area metropolitana della città di Roma,  che come tutti sanno è già alle prese con un buco di bilancio di livello straordinario che ha costretto il governo ad emanare un decreto ad hoc. Insomma, per le amministrazioni capitoline future, l’arrivo delle vecchie pratiche provinciali, e soprattutto di tutti i citati debiti annessi, sarà come pioggia che cadrà sul bagnato.

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Poco allettanti anche le premesse del passaggio di consegne dalla Provincia di Milano all’area metropolitana del capoluogo lombardo. In questo caso infatti i debiti che l’operazione si trascinerà dietro sono pari a 710 milioni di euro. E a scendere fanno ancora scalpore i 530 milioni di euro che l’amministrazione provinciale di Torino tramanderà alla locale area metropolitana. Ma le cose non vanno certo meglio se si prendono in considerazione le province più piccole, per le quali in linea di massima le competenze dovrebbe fluire alle Regioni. Anzi, in questi casi, come segnala ancora il Sole24Ore, se si considera i debiti accumulati e li si divide per il numero di cittadini della provincia, si scopre che per ogni contribuente il conto è ancora più salato rispetto ai grandi centri sopra citati.

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E allora, non passano di certo inosservati i 450 milioni di debiti della Provincia di Brescia, i 432 di Cosenza e ancora i 364 di Salerno. E ancora più in basso, ma con livelli di incidenza per cittadino se possibile ancora più significativi, ci sono le pendenze accumulate dalla Provincia di Crotone: 86 milioni di euro per 172mila abitanti, ossia circa 500 euro a testo, ovvero praticamente il doppio di Milano e Roma. E non fanno molto meglio Vibo Valentia con 85 milioni di debiti per 172mila abitanti, oppure Biella con 66 milioni per 186mila abitanti.

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Dunque si presenta quanto mai fosco il futuro delle amministrazioni locali che dovranno raccogliere e gestire le attuali competenze delle province. Soprattutto se si considera che, insieme e alle pendenze sopra citate, i nuovi amministratori dovranno accollarsi anche il futuro di circa 75mila dipendenti provinciali a cui si dovrà continuare a garantire uno stipendio tenendo conto dell’anzianità di servizio accumulata in Provincia. Insomma, si prevedono tempi duri, e sacrifici non da poco a livello locale per far tornare i nuovi conti.  

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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