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Franco Silvi/Ansa
Economia

Pagobancomat, quali sono le commissioni nel mirino dell'Antitrust

Dieci centesimi a carico degli esercenti per ogni versamento delle bollette. Ma l'authority per la concorrenza ora indaga su questo nuovo balzello

Un balzello di 10 centesimi su ogni versamento delle bollette e delle fatture commerciali. E' la commissione minima applicata dal 3 gennaio scorso dal Consorzio Bancomat, che gestisce milioni di transazioni con carte di debito elettroniche e riunisce quasi 600 banche e intermediari italiani, più le Poste. Da ieri, però, l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Antitrust), ha iniziato a indagare sulla legittimità di questa nuova voce di costo, con una procedura di istruttoria che si concluderà entro un anno, per la precisione entro il 19 febbraio 2015.

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In particolare, i tecnici dell'Antitrust ipotizzano che la commissione minima di 10 centesimi sul Pagobancomat, anche se non ricade direttamente sulle tasche dei consumatori finali, possa essere lesiva della concorrenza nei servizi di pagamento. Per quale ragione? Per capirlo, bisogna innanzitutto ricordare (come molti sapranno), che oggi il versamento delle bollette e di altre fatture di pagamento non avviene soltanto alla Poste o in banca. Da un po' di tempo a questa parte, il servizio viene offerto anche da soggetti non finanziari come i tabaccai, le ricevitorie Sisal e Lottomattica e in alcuni supermercati. Per il pagamento, viene data al cliente la possibilità di usare anche la carta bancomat al posto dei contanti ma, com' è ovvio, il servizio non è gratis per il negoziante. L'esercente (che in gergo tecnico viene definito acquirer) deve infatti versare una commissione al soggetto che ha emesso la carta, per esempio a una banca (issuer).

LE VOCI DI SPESA

Per la gestione del servizio, il Consorzio Bancomat ha stabilito che il balzello versato dall'acquirer all'issuer per il pagamento delle bollette non deve essere inferiore appunto a 10 centesimi di euro. Questa soglia minima, secondo quanto ipotizza l'Antitrust, rischia di essere dunque lesiva della libera concorrenza poiché impedisce agli acquirer, cioè agli esercenti, di offrire servizi di pagamento con il bancomat delle bollette o di altre fatture a prezzi ultra-competitivi, visto che le commissioni dovute al sistema bancario non possono scendere sotto un determinato livello.

Ora l'Antitrust vuol vederci chiaro e verificare se questo balzello va eliminato. Mentre le associazioni dei consumatori hanno accolto positivamente la notizia dell'indagine, il Consorzio Bancomat ha fatto sapere di essere pronto a collaborare con l'authority. Il direttore generale del consorzio, Sergio Moggia, ha sottolineato però due cose. Innanzitutto, i costi applicati non ricadono direttamente sulle tasche dei titolari delle carte, cioè dei consumatori, poiché si tratta di commissioni interbancarie, scambiate tra chi ha emesso la carta stessa e gli intermediari o i supermercati che offrono servizi di pagamento. Inoltre, ha aggiuto ancora Moggia, i 10 centesimi richiesti sono comunque inferiori alla commissione applicata in tutti gli esercizi commerciali per l'acquisto di normali beni e servizi, che è stata concordata con l'antitrust ed è pari a 11 centesimi di euro, più un importo variabile dello 0,154% circa, sul valore della transazione. Nei prossimi mesi, spetterà all'authority il compito di stabilire chi ha ragione.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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