Matrimonio? Non conviene, resto single
Economia

Matrimonio? Non conviene, resto single

Le donne americane risparmiano e preferiscono la tecnologia a un papà per i loro figli

Nell'era "meno figli e più divorzi" o "più figli, ma nati fuori dal matrimonio" sarebbe opportuno iniziare a interrogarsi sui motivi che inducono le giovani coppie a sposarsi. O a non farlo. Nella consapevolezza che se almeno tra la popolazione cattolica il valore ad esso attribuito dalla religione dovrebbe ancora essere più che sufficiente per giustificare la sacralità dell'unione tra uomo e donna, sempre più spesso i giovani, e in modo particolare le donne, si ritrovano a dare la precedenza a interessi pragmatici, per non dire sfacciatamente economici.

Gli Stati Uniti sono il paese in cui gli equilibri familiari stanno cambiando più velocemente. Perché il 58% dei primogeniti nati da famiglie che si collocano nelle fasce di reddito media e medio-bassa sono anche figli di mamme non sposate. Negli anni 80, invece, la percentuale di bambini allevati da un solo genitore era del 18%.

La maggior parte delle ragazze continua ad essere convinta che in un matrimonio il ruolo degli uomini possa essere solo quello di dare a loro, e agli eventuali figli, la sicurezza economica, trascurando l'importanza (e la gioia) di coinvolgere il padre-marito nella vita a due ma anche in quella a tre, quattro o cinque, ritagliando per loro ruoli ben più importanti di quello di pagare i conti.

Partendo da questi presupposti è facile intuire le ragioni che portano le donne che raggiungono la piena indipendenza economica a scegliere di vivere la maternità da sole. Forti della consapevolezza di essere in grado di auto-assicurarsi il sostegno economico di cui hanno bisogno, molte sceglieranno di crescere un figlio senza un marito, e un padre, sentendosi così libere di fare qualsiasi scelta nella massima autonomia.

Molto più difficile è invece intuire i motivi per cui anche tra le donne meno istruite, e significativamente più povere, il numero di madri single stia aumentando in maniera esponenziale. The Atlantic ne ha individuati tre: l'evoluzione del significato attribuito al matrimonio, la riduzione del reddito medio degli operai meno qualificati, e quella dei costi legati all'essere single.

In un mondo in cui essere sposati non significa più avere un marito che lavora per portare a casa lo stipendio e una moglie che si occupa della casa e dei figli, l'uomo che non guadagna "abbastanza" diventa un peso più che un compagno con cui condividere la quotidianità. Quindi con la globalizzazione che, con la complicità della crisi economica, ha ridotto in maniera sostanziale il reddito delle classi medie e medio-basse, e con il supporto di una rivoluzione tecnologica che ha reso sempre meno problematico occuparsi di un figlio da soli, ovvero da quando lavatrici, lavastoviglie e forni a microonde hanno ridimensionato la fatica e l'onere di prendersi cura della casa, sempre più donne preferiscono rimanere sole.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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