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(Ansa)
Industria

Boeing e Airbus fanno pace, perché la guerra le avrebbe uccise entrambe

Il comparto aereo ha pagato un dazio pesantissimo alla pandemia e così i costruttori hanno scelto la strada dell'accordo (meno costoso)

L'industria aerospaziale è prioritaria per risollevare le sorti dell'economia mondiale. Ecco perché il primo atto dell'incontro tra Ursula von der Leyen e Joe Biden è stato un pre-accordo per far cessare la guerra dei dazi e degli aiuti di stato tra Boeing e Airbus. Con un comunicato diffuso da Bruxelles in contemporanea con Boeing l'accordo-quadro per la cooperazione sui grandi aeroplani civili prevede la creazione di un gruppo di lavoro capeggiato dai ministri del commercio Usa e Ue. Questo dovrà riportare il finanziamento dei produttori alle condizioni di mercato e all'assegnazione di fondi per la ricerca attraverso una procedura condivisa e trasparente. Proprio il finanziamento da parte degli Usa a Boeing e della Ue verso Airbus era stato negli ultimi vent'anni anni il motivo del contendere tra i due colossi, ma a partire dal 2026, quando l'accordo entrerà in vigore, la guerra commerciale tra i due costruttori potrebbe finire per sempre a vantaggio della difesa della produzione occidentale dalle ben note velleità cinesi. Certamente è un accordo complesso da realizzare e in cinque anni né Biden, né la von der Leyen, potrebbero più trovarsi al loro posto, tuttavia l'aviazione è un business rapido nella crescita quanto lento nel rientro degli investimenti, dunque le possibilità di arrivare a una attuazione sono concrete. Un primo passo importante è stato fatto in febbraio stoppando per qualche mese i dazi che due anni fa il Wto aveva imposto seguendo la volontà di Trump e della Ue, ovvero il versamento di 7,5 miliardi di dollari nei confronti degli europei nel 2018 e 4 miliardi a carico degli Usa nel 2019. Ora la contrapposizione Ue-Usa in tema di aviazione commerciale arriva quasi neutralizzata alla vigilia dell'incontro con Putin, che vorrebbe ampliare il mercato delle aziende russe, ma soprattutto diviene un muro contro le produzioni di Pechino, che ha in corso alcuni progetti per cominciare a fare concorrenza ad aziende come Airbus, Boeing ma anche Atr e, sul piano militare, a Lockheed-Martin e Raitheon. Il lato negativo è che nei progetti cinesi sono coinvolte anche aziende italiane che certamente perderebbero commesse importanti qualora il governo cinese decidesse di eliminarle dai fornitori come ritorsione, temendo in primis che le autorità aeronautiche occidentali, Faa ed Easa, condizionate dalla politica dei rispettivi governi, ritardino le certificazioni degli aeromobili cinesi impedendone di fatto la commercializzazione e l'uso nei cieli occidentali. Dalla sede di Boeing fanno sapere: "L'Azienda accoglie con favore l'accordo tra Airbus e l'Unione Europea secondo cui tutti i futuri sostegni dei governi per lo sviluppo o la produzione di aerei commerciali dovranno essere forniti a condizioni di mercato. L'intesa raggiunta oggi impegna l'UE ad affrontare il tema degli aiuti di lancio e lascia in vigore le regole necessarie per garantire che l'Ue e gli Usa siano all'altezza di tale impegno, senza richiedere ulteriori azioni del Wto. Boeing sosterrà pienamente gli sforzi del governo degli Stati Uniti per garantire che i principi di questa intesa siano rispettati". Bisogna ricordare che prima della pandemia la posizione di Boeing era svantaggiata rispetto a quella di Airbus a causa delle conseguenze degli incidenti avvenuti al B-737-Max8, che ne aveva visto il blocco per quasi due anni, con conseguente "allungo" da parte di Airbus, accusata comunque di poter sviluppare tecnologia in Germania, Francia e Spagna ricevendo soldi a condizioni estremamente convenienti

Sull'accordo, definito dagli analisti aeronautici come un evento storico, la Casa bianca ha pubblicato una dichiarazione sostenendo che gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno compiuto un importante passo avanti nella disputa commerciale Boeing-Airbus, che dura da più di 16 anni. "Sia gli Usa che l'Ue" si legge "hanno concordato di sospendere l'erogazione di fondi per cinque anni e ci siamo impegnati a garantire condizioni di parità per le nostre aziende e i nostri lavoratori. Abbiamo anche concordato di lavorare insieme per sfidare e contrastare le pratiche fuori mercato praticate dai cinesi in questo settore che danno alle loro aziende un vantaggio sleale. Usa e Ue collaboreranno sugli investimenti destinati alle aziende aerospaziali sia in entrata sia in uscita dai due continenti e lavoreranno sul trasferimento di tecnologia che consenta un reciproco vantaggio. È un modello su cui possiamo costruire per altre sfide poste dal modello economico cinese".

In particolare il presidente Joe Biden ha dichiarato: "Questa settimana, al G7 e alla Nato, nel mio incontro con i leader dell'Unione europea e in tutti i miei incontri bilaterali con i leader mondiali, ho sostenuto che gli Stati Uniti e l'Europa - e le democrazie ovunque - sono più forti quando lavorano insieme per promuovere i nostri valori condivisi come la concorrenza leale e la trasparenza".

Quale potrebbe essere prima delle collaborazioni è presto detto: accelerare sulle sperimentazioni che porteranno a validare nuovi progetti di aeroplani dotati di propulsione meno inquinante, spingendo proprio su una progressiva elettrificazione dei motori e affrontando studi comuni per migliorare l'efficienza aerodinamica dei velivoli. Continuando però a sfidarsi come concorrenti sui vari segmenti di mercato appetibili dai vettori di tutto il mondo che, nell'era post-pandemia, saranno costretti a rottamare vecchi aeroplani sostituendoli con quelli più moderni.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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