Fiat, nel disastro delle vendite brilla la Maserati
Il marchio del Tridente fa segnare numeri in crescita e convalida la strategia di Marchionne di puntare sull’alto di gamma
In fondo al buio tunnel del mercato automobilistico italiano, per il Gruppo Fiat, potrebbe essersi accesa una flebile luce, rappresentata nientemeno che dai fari di una Maserati. E’ questa la metafora con cui si può provare ad addolcire l’ennesima amara pillola dei dati sulle immatricolazioni di aprile che ancora una volta hanno registrato in Italia un bagno di sangue tanto per il mercato in generale che per il Lingotto stesso. A fronte infatti di un calo complessivo del 10,83% rispetto allo stesso periodo del 2012, il gruppo guidato da Sergio Marchionne fa ancora peggio, lasciando sul terreno un pesante -14,09%. Colpa soprattutto del tonfo dell’Alfa Romeo, che con un devastante -33,41% purtroppo non rappresenta neanche più una sorpresa negativa.
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E’ in questo contesto ormai di perenne sprofondamento che i risultati positivi della Maserati possono rappresentare un piccolo bagliore di speranza. Intendiamoci, stiamo parlando di numeri che in termini assoluti sono decisamente irrisori. Ad aprile infatti sono state vendute 23 vetture, mentre dall’inizio dell’anno sono stati 61 i modelli con il marchio del Tridente ad essere stati immatricolati. Dati che però se messi a confronto con il 2012 fanno segnare un +48,78% nel quadrimestre e addirittura un +187,5% nel solo mese di aprile. La buona notizia che se ne può trarre dunque è che la Maserati ricomincia a correre, anche in Italia, uno dei Paesi con il mercato auto più atrofizzato a livello continentale e mondiale. Figuriamoci dunque che cosa potrebbe significare questo in termini di commercio internazionale se davvero si decidesse di puntare sulla casa del Tridente. Proprio quello che, neanche a farlo apposta, ha annunciato Sergio Marchionne qualche tempo fa, quando rese nota la nuova strategia di casa Fiat, che avrebbe portato la sfida ai grandi marchi tedeschi puntando sull’alto di gamma. Alto di gamma che al Lingotto vuol dire appunto Maserati.
I dati di aprile possono dunque rappresentare un buon viatico, un segnale minimo, ma significativo: puntare sul marchio del Tridente può essere una scommessa interessante, sicuramente da tentare. Certo, prima che le nuove catene di montaggio possano diventare operative ci vorranno ancora mesi e mesi di lavori infrastrutturali, ma allo stabilimento ex Bertone di Grugliasco dove la Maserati dovrebbe andare in produzione, gli operai possono almeno sperare che gli attuali sacrifici potranno essere presto ripagati.
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E a sperarlo sono tutti i lavoratori del Gruppo che attendono con ansia che il rilancio di nuovi modelli e di nuove strategie commerciali possa rappresentare la via d’uscita da una condizione in cui al momento a dominare è solo la cassa integrazione. D’altronde anche a Melfi ad esempio dovrebbe essere realizzato un mini suv Jeep, pronto ad aggredire anch’esso il mercato dell’alto di gamma. Chissà che non sia dunque questa la strategia giusta. Lo vedremo, anche se i tempi di attesa saranno lunghi, e nel frattempo non si può far altro che tenere duro.