Quindici fatti stupefacenti su Dubai
Scott Olson/Getty Images
Economia

Quindici fatti stupefacenti su Dubai

L’emirato batte ogni record e oggi è una fra le realtà più moderne e cosmopolite del mondo. Ma le ombre non mancano

Dubai è una fra le realtà economiche più stupefacenti del XXI secolo. Nonostante alcuni analisti temano per la reale stabilità della sua economia – il mercato immobiliare, si dice, sarebbe sull’orlo del crac -,  Dubai ha saputo costruirsi un nome in Medio Oriente e catalizzare l’attenzione del mondo con i suoi progetti faraonici. Business Insider ha raccolto  quindici fatti stupefacenti e inattesi. Per esempio:  secondo Gulf News, il mercato immobiliare continua a crescere talmente velocemente da catalizzare il 24% delle gru del mondo. In tema di costruzioni, per dare vita a Palm Island sono serviti 94 milioni di metri cubi di sabbia, più del doppio dei 37 milioni utilizzati per l’Empire Stata Building. All’interno dell’hotel a sette stelle Burj Al Arab, ci sono circa 1.790 metri quadrati di foglia d’oro a 24 carati, sufficienti per ricoprire – considerate le dimensioni del quadro - oltre 46mila ritratti di Mona Lisa. Sempre a proposito di Burj Al Arab, il 39% della superficie non è abitabile. La parte più alta, infatti, è solo decorativa. 

La polizia di Dubai viaggia su super car che costano di più di quattro anni di college nella migliore università americana (250mila dollari): nel parco macchine della polizia, infatti, ci sono Ferrari FF, Lamborghini Aventador e anche una Aston Martin One-77, prezzo di listino 1,79 milioni di dollari. Dubai è un melting pot per eccellenza: l’85% della popolazione, infatti, è rappresentata da persone di altra nazionalità. La maggior parte di loro, in realtà, è rappresentata da lavoratori non specializzati, provenienti da India, Pachistan e Bangladesh, impiegati nell’industria immobiliare. Le organizzazioni umanitarie, a questo proposito, non abbassano la guardia e chiedono urgenti riforme per le loro condizioni di vita e lavoro. Il giro d’affari dell’industria delle corse di cammello, valutato in centinaia di milioni di dollari, ha generato negli anni passati un traffico di bambini dai Paesi più poveri dell’Asia e dall’Africa che sono impiegati come fantini. Per cercare di risolvere questo drammatico problema, sono stati introdotti dei robot che i proprietari dei cammelli in corsa possono controllare con un joystick

Il grattacielo Burj Khalifa conta 160 piani ed è alto 828 metri. Chi abita oltre 150° piano vede il sole più a lungo rispetto agli altri cittadini di Dubai. Risultato, il loro digiuno durante il Ramadan dura di più. Se il grattacielo Burj Khalifa fosse stato costruito a Friburgo, lo si sarebbe potuto vedere a Strasburgo che dista 86 chilometri dalla città tedesca. Il grattacielo, infatti, è visibile fino a 95 chilometri di distanza. Dubai ha in programma di climatizzare diversi chilometri dei propri viali per rendere meno torridi le estate di cittadini e turisti. Inoltre, sta realizzando il proprio parco dei divertimenti chiamato “Dubailand” il cui costo è stimato nell’ordine di 64,3 miliardi di dollari, pari al Pil del Lussemburgo. Nel 2013, undici milioni di turisti hanno visitato Dubai, un numero superiore alla popolazione di Shenzen che, con 10,3 milioni di abitanti è considerata la terza città più popolosa della Cina e la dodicesima del mondo. 

Alla voce ricchezza: nel 2013, a Dubai sono state trattate fisicamente 2.250 tonnellate di oro, pari a 70 miliardi di dollari, una quantità corrispondente al peso di 350 elefanti africani maschi adulti. Dubai produce fra 50mila e 70mila barili di petrolio al giorno, sufficienti per rimpire 4,5 piscine olimpioniche. Nel 1991, la produzione arrivava a 400mila barili al giorno. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il Pil dell’Honduras si attesta su 18,8 miliardi di dollari, una cifra pari alla ricchezza posseduta complessivamente da parte di quattro super ricchi di Dubai. 

I più letti

avatar-icon

Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

Read More