Disoccupazione: non solo under 25. Ecco le categorie che il governo Letta rischia di dimenticare
Ciro Fusco/Ansa
Economia

Disoccupazione: non solo under 25. Ecco le categorie che il governo Letta rischia di dimenticare

I progetti dell'esecutivo per i giovani non devono mettere in secondo piano i problemi di altre fasce di popolazione come i disoccupati cronici, quelli più anziani o chi ha una scarsa qualifica scolastica

Pressioni su Bruxelles, per far partire al più presto i piani di incentivi al lavoro. E' la strategia seguita dal governo Letta nella lotta alla disoccupazione giovanile, che oggi occupa i primi posti nell'agenda politica dell'esecutivo. Lo scopo è di anticipare di un anno il sistema delle youth garantee , cioè i programmi per il lavoro riservati a chi ha meno di 25 anni di età, per i quali l'Unione Europea ha stanziato6 miliardi di eurodal 2014 al 2020.

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Il raggio di azione dell'esecutivo si concentra dunque soprattutto su una fascia di disoccupati:quelli con un'età tra i 15 e i 24 anniche, in Italia, sono indubbiamente moltissimi: più di670mila in tutto, secondo i dati dell'Istat aggiornati al quarto trimestre 2012. Tra gli under 25, il tasso dei senza-lavoro nel nostro paese èattorno al 38%, inferiore soltanto a quello di altre nazioni europee più inguaiate, come la Spagna e la Grecia (dove  supera il 60%).

I DISOCCUPATI AZNIANI

Nel suo pur lodevole sforzo, però, il governo non deve trascurare ben altri problemi che affliggono il mercato del lavoro italiano e che, almeno sotto certi punti di vista, sono ben più gravi della disoccupazione giovanile. Se gli under 25 senza un impiego sono quasi 670mila, non va infatti dimenticato checi sono ben 2,3 milioni di disoccupati (cioè quasi il quadruplo) che hanno più di 26 annie che oggi incontrano maggiori difficoltà dei giovani nel reinserirsi all'interno del mondo produttivo. Ci sono, per esempio, circa 880mila disoccupati che hanno tra i 25 e i 34 anni, altri 700mila con un età tra i i 35 e i 44 anni e ben720 mila persone con più di 45 anni: tutta gente che, spesso, ha già una famiglia da mantenere e non può permettersi di vivere a spese dei genitori o di frequentare qualche corso di formazione professionale, per poi ricercare con calma un nuovo impiego.

DISOCCUPATI CRONICI E POCO QUALIFICATI

Non vanno dimenticati, poi, i senza-lavoro (soprattutto anziani) con unaqualifica scolastica molto scarsa: una categoria che, contrariamente ai giovani freschi di studi, ha poche ha ben poche carte da giocarsi nel mondo produttivo. Sempre secondo i dati dell'Istat relativi al quarto trimestre 2012, su circa 3 milioni di disoccupatiquasi la metà (1,4 milioni) possiede soltanto la licenzia mediao addirittura quella di scuola elementare.

Un'altra categoria che vive un disagio profondo è quella dei disoccupati cronici, che sono “a spasso” da più di 12 mesi: si tratta di ben1,6 milioni di persone(oltre la metà di tutti senza lavoro), residenti per lo più nel Mezzogiorno (in oltre il 50% del casi).Tra i disoccupati cronici, i giovani under 25 non sono moltissimi(poco più di 300mila), mentre abbondano i più "anziani": oltre 470mila hanno tra i 25 e 34 anni e  ben 800mila persone sono over 35.

PRECARI A RISCHIO

Infine, il governo Letta non potrà certo trascurare i circa 500mila precari che, secondo l'osservatorio di DataGiovani, rischiano di diventare presto disoccupati poiché hanno un contratto a termine in scadenza tra maggio e settembre del 2013. Anche su questo fronte, le note dolenti arrivano purtroppo dalla fascia di popolazione più anziana e non dai giovani.Circa il 56% dei precari a rischio, infatti, ha più di 35 anni di età: il 31,4% ha tra i 36 e i 44 anni, un altro 17,7% tra i 45 e i 54 anni e il 7% è rappresentato addirittura da over 55.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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