Dipendenti pubblici e aumenti di stipendio: le cose da sapere
Ecco cosa cambierà dopo l'accordo firmato ieri da governo e sindacati che sblocca i salari degli impiegati pubblici
Sette anni di blocchi salariali sono finiti. Per i dipendenti statali, nel 2017 è in arrivo un aumento medio lordo di stipendio pari 85 euro euro al mese. Merito dell'accordo firmato ieri dai sindacati e dal ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia. A ben guardare, quella siglata ieri è soltanto un'intesa di massima che dovrà poi essere definita nello specifico con successivi confronti tra gli stessi sindacati e l'Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), un organismo tecnico con cui il governo gestisce la contrattazione degli impiegati pubblici. A parte i dettagli, però, non ci sono dubbi che l'accordo appena firmato segna una discontinuità col passato. Ma ecco, di seguito, una panoramica sui cambiamenti in vista dopo l'intesa governo-sindacati (clicca su avanti).
Gli aumenti
I sindacati e il governo si sono accordati per concedere un aumento medio ai dipendenti statali di 85 euro lordi al mese. Si tratta però di un'intesa di massima poiché i dettagli degli incrementi salariali verranno decisi quando saranno firmati i contratti delle singole categorie in cui è divisa la platea dei dipendenti pubblici: istruzione, sanità, enti locali e funzioni centrali dello stato (per esempio i ministeri).
Bonus Irpef in salvo
Verrà messo in piedi un meccanismo per evitare una beffa ai danni dei dipendenti statali che guadagnano tra 24mila e 26mila euro lordi all'anno (circa 1.500-1.700 euro netti al mese). Ricevendo un aumento lordo di 85 euro mensili, questi lavoratori rischiano di superare la soglia di reddito che dà diritto ad avere il Bonus Irpef di 80 euro al mese (che viene pagato appunto a chi ha una retribuzione inferiore a 24mila euro lordi annui).
I soldi stanziati
Per finanziare gli aumenti salariali il governo stanzierà in un triennio la cifra di 5 miliardi di euro lordi. Circa 1,9 miliardi saranno disponibili già nelil 2017 e 2,6 miliardi saranno spesi invece nel 2018.
Obiettivo produttività
Altro impegno preso dal governo riguarda la produttività. C'è un'intesa di massima (anche qui tutta da definire nel dettaglio) per legare maggiormente il livello dei salari dei dipendenti pubblici ai risultati che raggiungono.
Misure di welfare
Il governo si è impegnato anche a introdurre anche nel settore pubblico delle forme di welfare contrattuale. Anche in questo caso si tratta di un'intesa di massima, i cui dettagli sono tutti da definire. L'obiettivo è comunque fornire, anche ai dipendenti pubblici, prestazioni assistenziali come la sanità o la previdenza integrative, sulla base di accordi collettivi di lavoro stipulati nei singoli enti.
Stop alla Legge Brunetta
Un punto su cui sindacati hanno ottenuto una vittoria è la modifica di una norma contenuta nella Legge Brunetta, cioè la riforma della pubblica amministrazione del 2009-2010. Era una disposizione che dava maggiore importanza alla norma di legge rispetto ai contenuti dei contratti collettivi di lavoro. Questa disposizione ha creato un po' di conflitti sindacali poiché alcuni dirigenti della pubblica amministrazione (per esempio i presidi) si sono rifiutati di negoziare su alcune materie previste dai contratti di lavoro (per esempio turni, orari e organizzazione degli uffici), perché erano considerate dalla legge di loro esclusiva competenza.
Precari
Infine, c'è l'impegno da parte del governo anche alla stabilizzazione dei dipendenti con contratto precario che sono ancora decine di migliaia in tutta Italia.