Cosa c'è dietro al crollo dei lavoratori autonomi in Italia
Negozi e botteghe artigiane stanno diminuendo a ritmi impetuosi, per l’avvento della grande distribuzione e per la mancanza di eredi
C’erano una volta la bottega dell’artigiano e il negozietto vicino a casa. Dopo quasi 10 anni di crisi economica, queste piccole unità produttive sparse in lungo e largo per tutta la Pensiola italiana sono diminuite in maniera drastica, fino a rischiare di scomparire del tutto in alcune cittadine.
A mettere in evidenza questo fenomeno è Emilio Reyneri, professore emerito di sociologia del lavoro all’Università di Milano Bicocca che, in un’analisi pubblicata sul sito Lavoce.info, ha rielaborato i dati dell’Istat giungendo a una conclusione: tra il 2004 e il 2016, il numero di lavoratori autonomi si è ridotto nel nostro Paese di ben il 13% (da 6,2 a 5,44 milioni) e di oltre il 15% se si prendono in considerazione soltanto le attività gestite da italiani e non da stranieri.
Professionisti in aumento, botteghe in calo
Non tutto l’universo del lavoro autonomo, però, si è mosso nella stessa direzione. Mentre il numero dei liberi professionisti intellettuali senza dipendenti è cresciuto del 24% (+230mila unità), quello delle attività imprenditoriali gestite da una singola persona ha registrato una flessione del 16,5%, che raggiunge il 21%(-400mila unità circa), se si escludono i lavoratori autonomi stranieri e immigrati.
Per Reyneri queste cifre testimoniano come il calo dei lavoratori indipendenti si sia concentrato soprattutto tra le figure tradizionali degli artigiani e dei negozianti, messi fuori mercato dalla crisi, dalla concorrenza della grande distribuzione organizzata (gdo) o dalla difficoltà di effettuare un passaggio generazionale della loro attività.
Se in città c'è il deserto
La scomparsa di molte piccole attività commerciali e artigianali, a detta del professore della Bicocca, può avere un effetto positivo sulla produttività del Paese, per effetto dell’incremento di dimensioni delle unità produttive. Ma fa nascere un rischio: quello di assistere a una desertificazione delle strade, soprattutto nelle periferie e nei piccoli comuni. Lì, di sicuro, qualcuno rimpiange già il vecchio negozietto vicino a casa e la bottega dell’artigiano.
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