Poste Italiane, perché punta sul risparmio
Riccardo Antimiani/Ansa
Economia

Poste Italiane, perché punta sul risparmio

Il gruppo guidato da Francesco Caio compra da Mps il 10% circa della società di gestione Anima. Per vendere ancor di più i prodotti finanziari

Una somma di oltre 210 milioni di euro, per avere il 10,3% della società. Sono questi i termini dell'operazione con cui il gruppo Poste Italiane ha comprato dal Monte dei Paschi di Siena un pezzo di Anima sgr, nome noto dell'industria italiana del risparmio gestito. Con il passaggio della quota, le Poste sono diventate il secondo azionista di Anima dopo il gruppo Bpm, che ha invece ha una partecipazione di oltre il 16%. Segue un gruppetto di altri azionisti di minoranza: il fondo Wellington Management Group (8,103%), Aviva Investors (5,14%) e il Credito Valtellinese (2,77%).


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“Questa acquisizione ha una forte valenza industriale”, ha detto l'amministratore delegato delle Poste,Francesco Caio, “e conferma il nostro impegno nel settore del risparmio gestito che costituisce uno dei pilastri del piano industriale del gruppo, assieme ai servizi postali e logistici e ai pagamenti digitali”. Anima sgr, infatti, sembra proprio essere il partner ideale della società guidata da Caio. Nata negli anni '80 del secolo scorso come sgr indipendente fondata da un gruppo di gestori capeggiati da Alberto Foà, la nuova partecipata delle Poste è stata quotata in borsa nel 2005 ed è finita nel 2007 nell'orbita della Banca Popolare di Milano (Bpm), che oggi è l'azionista di maggioranza “relativa”.


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Per il gruppo guidato da Caio, Anima svolgerà probabilmente lo stesso ruolo che oggi svolge per Bpm: una “fabbrica” di prodotti finanziari, tagliati su misura per soddisfare le esigenze della clientela dell'azionista. I risparmiatori che vanno alle Poste, si sa, non sono particolarmente propensi al rischio e preferiscono di solito indirizzarsi su strumenti d'investimento a capitale garantito come i buoni fruttiferi o certi tipi di polizze assicurative sulla vita. Proprio le polizze a contenuto finanziario, fino ad ora, hanno rappresentato la vera gallina dalle uova d'oro di Poste Italiane visto che contribuiscono attualmente a oltre il 60% dei ricavi complessivi del gruppo (attraverso la controllata Poste Vita).


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Ora, oltre ai contratti assicurativi, nell'offerta degli uffici postali troveranno probabilmente maggiore spazio i fondi comuni di investimento, che di Anima sono la specialità. A dire il vero, il gruppo guidato da Francesco Caio è già proprietario di una società di gestione. Si tratta di Bancoposta Fondi sgr che amministra già un patrimonio superiore a quello di Anima (67 miliardi di euro contro circa 60 miliardi) ma è specializzata soprattutto nelle gestioni di portafoglio per la casamadre, più che nel business dei fondi comuni di investimento aperti. A quelli ci penserà probabilmente la nuova partecipata Anima.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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