Diritti tv, quanto guadagnano la Premier League e gli altri campionati
Ecco la classifica dei ricavi dai contratti con le televisioni per tutti i principali campionati. Dominano gli inglesi che si apprestano a moltiplicare gli introiti - SERIE A, ACCORDO CON SKY E DAZN FINO AL 2029
La fine della guerra dei diritti tv per il prossimo quinquennio fotografa lo stato di salute televisivo del calcio italiano. Dazn e Sky, che si spartiranno il campionato per le prossime stagioni così come hanno fatto dal 2021, con qualche prodotto d'eccellenza in più per la tv satellitare, garantiranno ai club 4,5 miliardi di euro con una ripartizione a crescere dai circa 890 del 2024/2025 agli oltre 900 (la media esatta) dell'ultima parte della durata del contratto. Un sacrificio, visto che si tratta di una leggera flessione rispetto a quanto ottenuto nel bando precedente, pur avendo messo in campo la possibilità prevista dalla modifica della legge di poter vendere per un periodo più lungo, dando così maggiori garanzie agli investitori.
Il sistema di condivisione dei ricavi di Dazn (50% quando si sarà superata la soglia dei 750 milioni di euro) dovrebbe consentire di salire da 900 a 960 milioni avvicinandosi così al miliardo di euro che era quanto i presidenti sognavano di incassare nei prossimi anni. Non è stato possibile e non solo perché il mercato italiano continua a essere estremamente compresso: anche a questo giro di trattative si sono presentati di fatto unicamente due soggetti, con un terzo (Mediaset) che da solo ha fatto la corsa per la novità della partita in chiaro restando, però, molto distante dalla base d'asta fissata dalla Lega.
Come Panorama ha svelato nelle scorse settimane - inchiesta sugli ascolti della Serie A - la dura realtà è che il calcio in pay tv sta attraversando un momento difficile, con una decisa e lunga contrazione della platea di telespettatori in cui solo in parte incide la pirateria. Il pezzotto brucia circa un terzo del valore dei diritti tv (300 milioni di euro all'anno), ma esisteva anche prima e non può essere la ragione del calo degli ascolti che si sta registrando.
L'accordo al ribasso allarga la forbice tra la Serie A e i campionati top d'Europa. L'inarrivabile Premier League inglese, che sta studiando il nuovo bando nel quale per la prima volta nella storia inserirà anche la Premiership dividendo i ricavi, prende ogni anno 3,394 miliardi di euro dai diritti tv domestici e internazionali. E' soprattutto con questa voce che sbaraglia la concorrenza europea. Alle spalle c'è, staccatissima, la Liga spagnola con 2,049 miliardi di euro; l'unica a essere riuscita a rimanere stabile nell'ultima tornata di contrattazioni.
La Bundesliga tedesca segue con 1,440 miliardi e poi c'è la Serie A che nel triennio che si concluderà il prossimo giugno 2024 si era garantita ricavi televisivi per 1,313 miliardi di euro all'anno. La flessione su quelli domestici dal 2024 potrà, però, essere compensata da accordi più vantaggiosi all'estero dove nell'ultima tornata il nostro campionato ha dovuto scontare un flop che ha limitato a poco più di 200 milioni gli introiti. E la nuova formula della Supercoppa italiana venduta all'Arabia Saudita porta 23 milioni con un netto miglioramento rispetto al passato.
Tra le leghe top d'Europa c'è anche chi sta peggio. E' la Ligue1 francese ferma a 830 milioni di euro dopo aver scontato il fallimento del progetto Mediapro, qualcosa di simile al canale autoprodotto con un partner che la Serie A ha pensato di avviare quando le offerte di Dazn e Sky, nelle prime fasi della trattativa, raggiungevano a malapena i 700 milioni ed erano considerate irricevibili. Tutti gli altri raccolgono cifre nettamente marginali. Una curiosità: quanto vale televisivamente parlando la Saudi League che ha sbancato il mercato estivo? Poco. Per dare un metro di paragone, i diritti in Italia sono stati pagati circa 400mila euro da Cairo per il miglior match di ogni giornata e meno di 100mila da Sportitalia per le altre due gare prodotte e diffuse a livello internazionale.
