champions league real madrid manchester city
(Ansa)
Calcio

Champions League, il più bello spettacolo del mondo

Sfide straordinarie, intensità e colpi da campioni nei due quarti di finale giocato ieri: ma non dite che le squadre italiane non possono competere a questo livello perché non è vero. Ed è un paragone che ha stancato...

Lo spettacolo offerto a Madrid e Londra nelle prime due sfide di quarto di finale della Champions League è stato così straordinario che l'unico modo di rovinarlo è fare paragoni con il resto del calcio. Real Madrid, Manchester City, Arsenal e Bayern Monaco hanno fatto un altro sport: 10 gol, ritmo folle, giocate da urlo e un'intensità emotiva impossibile da replicare. Tutto vero, ma non deve sorprendere e la vera notizia sarebbe se quattro club così ricchi di denaro e campioni non fossero in grado di offrire quanto messo in scena ieri sera.

Inutile, dunque, il dibattito comparativo con la Serie A e con qualsiasi altro campionato tranne quando si giocano i rarissimi super match a scontro diretto. Che senso ha mettere sullo stesso piano Milan-Lecce e Udinese-Inter con la folgorante bellezza di Real Madrid-Manchester City? Nessuna. Serve solo a dare un po' lustro snob chi sostiene che quel calcio lì (quello dei grandi) noi non ce lo possiamo permettere, salvo dimenticare che un anno fa a quel livello ci siamo stati fino in fondo - chiedere a Guardiola a proposito dell'Inter di Inzaghi - e che ci sarebbe stata ancora la stessa Inter se non fosse uscita battuta da 210 minuti di intensità europea contro l'Atletico Madrid. Fuori ai rigori, per i puristi del risultato che fa la differenza tra il giudizio positivo e la critica stroncante,

Ancor meno appassionante la tesi secondo cui a Madrid e Londra si è visto il calcio del futuro, quello in cui allenatori coraggiosi (non come i nostri tattici ad oltranza) hanno gettato all'assalto le loro armate senza stare troppo a speculare. Varrebbe la pena dare una scorsa a nomi e stipendi dei calciatori in campo per rendersi conto di una verità assoluta nello sport: la differenza, anche estetica, tra un confronto a cinque stelle e un piatto di periferia lo fanno gli interpreti. I top player. Esattamente come nei teatri più importanti del mondo si esibiscono i cantanti più bravi e ricercati, non quelli di seconda fila.

Detto senza troppi giri di parole: con le rose di molte squadre italiane ed europee anche Ancelotti e Guardiola faticherebbero a tenerci incollati al teleschermo. Semmai viene da chiedersi quanto ci metterà la Uefa a capire che il combinato delle norme restrittive del fair play finanziario e l'esplosione dei premi destinati a pochi della Champions League ha prodotto una polarizzazione che sta uccidendo la competizione. Quindi ci divertiamo da morire nel vedere le star delle multinazionali, mentre ci sembra che tutti gli altri facciano uno sport diverso e più brutto.

Magari la risposta non è la Superlega, di sicuro l'attuale situazione è stata creata da chi governa il calcio europeo da decenni in regime di monopolio e si avvia a proseguire. Detto questo, dai quarti di finale in poi la Champions League è lo spettacolo sportivo più bello del mondo, non c'è dubbio. Che ci sia da esserne contenti o meno è tutto da dimostrare.

TUTTE LE NOTIZIE DI CALCIO SU PANORAMA

I più letti

avatar-icon

Giovanni Capuano