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Garlasco, le parole “dimenticate” dei vicini che oggi cambiano prospettiva su Chiara, Alberto e Andrea Sempio

Garlasco, le parole “dimenticate” dei vicini che oggi cambiano prospettiva su Chiara, Alberto e Andrea Sempio

A diciotto anni dal delitto di Garlasco, il passato torna a bussare con le voci di chi c’era. Non nuove prove, ma testimonianze raccolte subito dopo l’omicidio di Chiara Poggi e oggi riproposte dal settimanale Oggi. Racconti che restituiscono uno spaccato umano fatto di caratteri, tensioni private, incomprensioni. Parole che oggi pesano di nuovo, mentre l’indagine su Andrea Sempio entra nella sua fase più delicata.

Il carattere di Chiara Poggi secondo i vicini

Chiara Poggi viene ricordata come una ragazza dal carattere docile, ma tutt’altro che remissivo. Una vicina racconta che sapeva essere “aggressiva se stuzzicata”, soprattutto quando venivano toccati aspetti che le stavano a cuore. Un episodio rimasto impresso riguarda una giovane del quartiere sorpresa a fumare: Chiara l’avrebbe rimproverata con decisione, arrivando a dirle che avrebbe avvisato il padre.

Non emerge dunque l’immagine di una ragazza fragile, ma quella di una giovane donna capace di imporsi e affrontare di petto le situazioni scomode. Allo stesso tempo, viene descritta come profondamente innamorata del fidanzato, che aiutava nello studio e nella preparazione della tesi. Una dedizione che, riletta oggi, aggiunge un ulteriore strato di dramma alla sua storia.

Alberto Stasi “le mentiva”: i dubbi sulla relazione

Dalle stesse testimonianze affiora anche un dettaglio rimasto per anni sullo sfondo. Secondo alcuni abitanti di Garlasco, Alberto Stasi avrebbe talvolta mentito a Chiara, dicendole che sarebbe rimasto a casa a studiare mentre in realtà usciva.

“Una volta l’abbiamo seguito e l’abbiamo visto andare verso l’autostrada”, raccontano. Chiara sarebbe venuta a conoscenza di questi episodi e tra i due sarebbero nate discussioni. Lui, però, avrebbe continuato a negare. Frammenti di quotidianità che oggi tornano alla luce come indizi di una relazione meno serena di quanto apparisse all’esterno.

Il rapporto con Chiara e le ombre mai chiarite

Sul rapporto tra Chiara Poggi e Alberto Stasi, le testimonianze raccolte all’epoca restituiscono un quadro più complesso di quello emerso nei primi mesi dopo il delitto. Era una relazione intensa, fatta di studio condiviso, presenza costante, progetti. Chiara lo aiutava nella tesi, lo affiancava nei momenti di maggiore pressione, lo sosteneva.

Eppure, secondo alcuni racconti, non mancavano le tensioni. Non litigate clamorose, ma incomprensioni, silenzi, piccoli cortocircuiti quotidiani. Dettagli che oggi vengono riletti con altri occhi, ma che all’epoca non erano stati considerati segnali d’allarme.

Una relazione normale, per molti versi. Proprio per questo, ancora oggi, resta uno degli aspetti più difficili da decifrare della vicenda: capire cosa davvero accadesse tra le mura di una storia che all’esterno sembrava stabile.

La nuova inchiesta e il ritorno del nome di Sempio

Il 2025 ha segnato una svolta giudiziaria clamorosa per il caso Garlasco. A marzo, la Procura di Pavia ha nuovamente iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, già prosciolto nel 2017.

A suo carico, secondo gli inquirenti, ci sarebbero le tracce di Dna rinvenute sotto le unghie della vittima e la cosiddetta “impronta 33”, trovata sul muro che conduce al seminterrato della villetta di via Pascoli. Su questi due elementi si basa l’incidente probatorio in corso, destinato a diventare un passaggio decisivo.

I periti della Procura parlano di una compatibilità genetica “forte” e “moderata”, mentre la difesa prepara consulenze per dimostrare possibili contaminazioni indirette. Non è escluso che venga chiesta anche l’estensione degli accertamenti proprio sull’impronta 33.

Tra testimonianze, intercettazioni e nuove prove

Il delitto di Garlasco continua così a muoversi su due piani che si incrociano senza mai sovrapporsi del tutto. Da una parte le testimonianze, i ricordi, le parole dei vicini, le dinamiche emotive. Dall’altra la scienza, con Dna, impronte, perizie e scontri tra consulenti.

Due binari paralleli che, a distanza di quasi vent’anni, continuano a generare domande, sospetti, contrapposizioni. E a tenere il caso Garlasco inchiodato al centro della cronaca italiana.

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