Alberto Stasi ascolta e osserva. Non può parlare, ma vuole essere presente dopo 10 anni di carcere, di cui l’ultimo in semilibertà, e con ancora 6 da scontare. Il condannato per l’omicidio di Chiara Poggi era infatti presente in aula durante l’incidente probatorio del 18 dicembre, tappa fondamentale del nuovo filone investigativo sul caso Garlasco. E con sua soddisfazione, è stato chiarito definitivamente che le analisi della perizia Albani «escludono Stasi dalle tracce riscontrate».

Così all’uscita dal tribunale hanno dichiarato Giada Boccellari e Antonio De Rensis, i legali dell’uomo, riguardo alle analisi sul DNA presente sulle unghie della vittima. La stessa genetista che ha effettuato gli esami ha ricordato che già nel 2014, all’epoca delle prime analisi, era possibile escludere Stasi da quei campioni.
L’assenza di Sempio
Quelle tracce potrebbero però diventare la prova regina contro Andrea Sempio, attuale indagato nelle nuove indagini. Il duo di avvocati, Liborio Cataliotti e Angela Taccia, che difendono Sempio, hanno ribadito che la perizia rimane poco probante dal punto di vista giuridico, risultato di un software inadeguato e di dati non aggiornati: «il DNA non è consolidato, non c’è alcuna certezza contro Sempio», ha dichiarato Taccia. Al legale è stato anche chiesto il motivo dell’assenza dell’attuale indagato in un’udienza che avrebbe potuto decidere il suo futuro. Sempre Taccia ha chiarito che hanno preferito evitargli l’esposizione mediatica: «non avrebbe comunque potuto parlare».
Le reazioni della famiglia Poggi
Si è poi detta «indifferente» sulla presenza di Stasi in aula, ma non si può dire lo stesso per la famiglia Poggi. Il legale Francesco Campagna che la rappresenta, aveva avanzato invano una richiesta di allontanamento del quarantunenne silenzioso.
Gian Luigi Tizzoni, secondo legale della famiglia di Chiara, ha invece chiarito che ritrovare Stasi a pochi metri «non ha fatto nessun effetto, non ho motivi per provare qualsiasi tipo di emozione».
I prossimi passi degli inquirenti
Visti i risultati della perizia esposti all’udienza, i prossimi passi spettano alla Procura di Pavia che dovrà valutare se procedere o meno con un rinvio a giudizio di Sempio per concorso in omicidio. Oltre al DNA, gli inquirenti dispongono di altri elementi: Lo scontrino di Vigevano, l’impronta 33, le analisi del sangue e le telefonate sospette. La decisione dei PM influenzerà anche il futuro dell’ex fidanzato di Chiara e di un’eventuale revisione della condanna. Nel frattempo, Stasi rimane silenzioso, limitandosi a rispondere ai cronisti con un «abbiate pazienza».
