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Garlasco: famiglia Poggi e Andrea Sempio uniti contro la perizia sul DNA e Alberto Stasi (in aula)

Garlasco: famiglia Poggi e Andrea Sempio uniti contro la perizia sul DNA e Alberto Stasi (in aula)

L’udienza del 18 dicembre vede lo scontro sulla perizia Albani del DNA sulle unghie di Chiara Poggi: i consulenti della famiglia della vittima e la difesa di Andrea Sempio contestano metodo e risultati, mentre Alberto Stasi assiste in tribunale tra criticità tecniche, database contestati e scenari giudiziari ancora aperti.

Il conto alla rovescia per l’incidente probatorio sul caso Garlasco è scaduto alle ore 10 del 18 dicembre. La perizia Albani è già stata depositata e l’accusa mette tutte le carte in tavola contro Andrea Sempio, attuale indagato per concorso nell’omicidio di Chiara Poggi del 2007. L’avvocato Francesco Compagna, che insieme a Gian Luigi Tizzoni assiste la famiglia della vittima, si dice «convinto della colpevolezza di Alberto Stasi». A quest’ultimo è stato permesso di assistere in aula su sua esplicita richiesta, ma non può parlare.

Garlasco: famiglia Poggi e Andrea Sempio uniti contro la perizia sul DNA e Alberto Stasi (in aula)

Il team legale dei Poggi ha quindi depositato un elaborato di dodici pagine diviso in due sezioni: genetica e impronte. Il documento elenca una decina di problematiche relative alle modalità utilizzate dalla genetista Denise Albani per rilevare sulle unghie di Chiara una compatibilità con l’aplotipo Y della famiglia di Sempio.

Le criticità della perizia secondo i Poggi

Sul fronte degli strumenti usati per il calcolo della probabilità della corrispondenza genetica, i consulenti contestano l’adozione di un software risalente al 2005 e l’assenza dell’esame sui dati grezzi, cioè su quelli usciti direttamente dal sequenziatore del DNA, mentre la genetista Albani ha sfruttato grafici di precedenti analisi. Particolare attenzione è dedicata alle tabelle di riferimento: per stabilire la compatibilità delle tracce genetiche con la linea paterna di Sempio sarebbero stati utilizzati parametri del 1998, nonostante esistano aggiornamenti successivi che, secondo i legali, fornirebbero risultati diversi con probabilità più basse.

Un’altra criticità riguarda la scelta del database di confronto: per l’analisi biostatistica che i legali dei Poggi ritengono priva di solidità scientifica, sarebbe stato selezionato un archivio di riferimento europeo invece di quello italiano, compromettendo l’accuratezza delle valutazioni.

Nel documento emerge anche la presenza del materiale genetico di Alberto Stasi, già condannato per l’omicidio, sulla cannuccia di un contenitore di Estathè recuperato nei rifiuti dell’abitazione di Garlasco. L’uomo ha sempre sostenuto di aver bevuto quella bibita la sera precedente al delitto e le nuove analisi, condotte nell’ambito delle verifiche su Sempio, hanno confermato la presenza del DNA. Non consentono però di stabilire l’orario esatto del consumo: se fosse avvenuto la mattina del 13 agosto e non la sera prima, ciò implicherebbe la presenza di Stasi in casa poco prima dell’omicidio.

La controffensiva della difesa di Sempio

Anche i legali di Andrea Sempio, gli avvocati Liborio Cataliotti e Angela Taccia, hanno depositato simili osservazioni, puntando soprattutto sull’impossibilità, ammessa dalla stessa Albani, di stabilire se la traccia genetica trovata sulle unghie di Chiara Poggi sia effetto di un trasferimento diretto da contatto o tramite un oggetto. «Il risultato non vale né come indizio né come prova» ha ribadito con convinzione poco prima dell’udienza. I consulenti hanno prodotto una lista di elementi presenti nella villetta di Garlasco che potrebbero aver trasportato il DNA di Sempio, come la tastiera del computer, il telecomando del televisore, l’asciugamano del bagno e alcuni elementi della cucina.

Sul fronte opposto, la posizione dei legali di Alberto Stasi considera la perizia un «punto fermo». L’esito dell’incidente probatorio chiarirà il proseguimento dell’inchiesta: è possibile la richiesta di rinvio a giudizio di Sempio rischiando il processo, su cui Stasi potrebbe guadagnarsi una revisione della condanna, oppure l’archiviazione per elementi insufficienti. O, ancora, una proroga per ulteriori analisi facendo ripartire il conto alla rovescia per una nuova udienza e per la verità sull’omicidio di Via Pascoli.

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