AgCom e le tlc in crisi: 5 punti per capire chi e perché soffre di più
Nel 2013 tutti i dati relativi ai ricavi del settore sono in crisi per un giro d'affari totale di 56,1 miliardi di euro in calo del 9% in un anno
Il settore delle comunicazione. Soffre. Ancora molto. Sono in calo tutti i dati relativi ai ricavi del settore. Nel 2013, sommando il fatturato delle telecomunicazioni, di radio e televisioni, di servizi postali, editoria e internet, si ottiene un risultato di 56,1 miliardi, in calo del 9% rispetto all'anno precedente. I dati sono contenuti nella relazione annuale dell'Agcom al Parlamento. Nel 2012, rispetto al 2011, il calo era stato del 6,68% (61,4 miliardi rispetto ai 65,8 del 2011). Ecco la sintesi dell'AgCom in 5 punti fondamentali.
I NUMERI DEL CALO
Ecco nel 2013 quanto hanno perso i vari settori alla voce ricavi:
-
telecomunicazioni: -11%;
- servizi media (tv gratuita, a pagamento, radio, quotidiani, periodici e internet): - 7%;
- servizi postali: - 2%.
LE CAUSE
Hanno pesato sul risultato finale la continua discesa dovuta
alla concorrenza dei prezzi delle telecomunicazioni, il calo che storicamente interessa i settori tradizionali dei servizi postali (come corrispondenza e pacchi), la sostituzione in corso tra l'informazione cartacea (che nel caso dei periodici perde il 17% del fatturato) e quella online.
INVESTIMENTI A PICCO
Aumenta il calo degli investimenti degli operatori di telecomunicazione nel 2013. Nel complesso si registra una riduzione del 5,4% rispetto a una flessione dello 0,6% del 2012 rispetto al 2011.
Guardando tuttavia a fisso e mobile si nota che per la rete fissa gli investimenti diminuiscono complessivamente solo dello 0,7%. Inoltre la quota di investimenti da parte degli operatori alternativi, prosegue la relazione, "aumenta di oltre l'8%, a testimonianza dello sforzo di infrastrutturazione intrapreso, in particolare, da parte di Fastweb". Per la rete mobile, la riduzione degli investimenti (-9,8%) riguarda principalmente H3G, mentre in crescita risultano gli investimenti delle imprese presenti nella telefonia mobile virtuale (+15,8%), che tuttavia rappresentano una quota marginale rispetto agli operatori mobili storici.
CHI SOFFRE DI PIU'
Mediaset nel 2013
ha totalizzato il maggior calo dei ricavi (-8%) rispetto agli
altri principali operatori televisivi e viene sorpassata
dalla Rai.
Cambia dunque la classifica dei primi tre operatori per
ricavi:
- 21st Century Fox-Sky Italia, primo
operatore con 2,6 miliardi (in calo del 3,5% sul 2012);
- Rai con 2,3 miliardi (in calo dell'1,6%);
- Mediaset con 2,2 miliardi (in calo dell'8%).
Guardando alla torta complessiva dei ricavi si nota che 21st Century Fox/Sky Italia, Rai e Mediaset detengono ancora congiuntamente il 90% delle risorse televisive. Il gruppo di Murdoch è stabile con il 32%, la Rai incrementa di quasi un punto percentuale la propria quota (al 28,9%) e si colloca appena prima del gruppo Mediaset (al 28,4%). Quest'ultimo, "a causa della considerevole flessione degli introiti pubblicitari, non compensata dall'incremento delle entrate legate alle offerte a pagamento, subisce la perdita di ricavi più consistente (-8%), dopo aver fatto registrare già nel 2012 un decremento del 13% rispetto al 2011".
IL FUTURO
In prospettiva, tenendo anche presente, spiegano all'Agcom, i piani quinquennali dei principali
operatori, "per il 2014 è attesa una ripresa degli investimenti per la realizzazione dei piani a banda larga e
ultralarga degli operatori. "È in arrivo la decisione finale sulle tariffe unbundling (ultimo miglio) di Telecom Italia per il periodo 2014-16 che, secondo quanto si
apprende, potrebbero estendersi anche al 2017.
"L'Autorità - spiega il presidente dell'Agcom, Angelo Marcello Cardani nella relazione annuale - si appresta, nelle prossime settimane, ad approvare il provvedimento finale relativo al nuovo ciclo di analisi dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa, che dovrà poi essere sottoposto a consultazione comunitaria". Cardani ricorda che a inizio 2014 è stata avviata, "insieme all'Antitrust, l'indagine conoscitiva sulla concorrenza statica e dinamica del mercato dei servizi di accesso e sulle prospettive di investimento nelle reti a banda larga e ultra-larga. L'analisi mostra come siano parimenti importanti le regole preventive di garanzia della concorrenza rispetto agli strumenti di tutela della non discriminazione e della parità di trattamento tra imprese e verso i consumatori". Sempre secondo quanto si apprende il tema delle tariffe dovrebbe essere trattato durante il consiglio Agcom del 29 luglio.
Nel campo delle telecomunicazioni l'Italia "mostra segnali di debolezza nello sviluppo e penetrazione di reti digitali di nuova generazione e di accesso ai servizi più innovativi" ha detto Cardani. "Sebbene nell'ultimo anno si sia parzialmente ridotto il divario digitale dell'Italia rispetto alla media europea, molti sforzi restano da compiere e in questo comune obiettivo l'Autorità continua a fare la sua parte" .